Alle Gallerie Estensi l’opera rubata nel 2014
In mostra a Modena il Guercino ritrovato
Francesco Maria Barbieri detto il Guercino (Cento 1591 –Bologna 1666), Madonna in trono con i santi Giovanni evangelista e Gregorio taumaturgo, dopo il restauro; olio su tela, 1630; foto di Mauro Coen; © Istituto Superiore per la Conservazione ed il
Francesca Grego
09/09/2019
Modena - Nell’agosto del 2014 una preziosa tela del Guercino veniva trafugata dalla chiesa di San Vincenzo, nel cuore di Modena. Avvolta in un tappeto, la Madonna con i Santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo lasciava l’Italia diretta verso il Marocco. Sono passati tre anni prima che i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Bologna la ritrovassero a Casablanca grazie alla segnalazione di un collezionista.
Pesantemente danneggiato in seguito a vicende legate al furto, il quadro è stato restaurato nei laboratori dell’ISCR – Istituto per la Conservazione e il Restauro di Roma e finalmente sabato 7 settembre ha fatto ritorno a Modena, dove resterà esposto temporaneamente presso le Gallerie Estensi nella prestigiosa Sala del Bernini.
Quando, nel 1629, Giovanni Ruggero Barbieri noto come il Guercino dipinse la tela per gli Estensi era all’apice della maturità artistica e dei suoi successi professionali, dovette perciò trattarsi di una commissione di grande prestigio. Non a caso per la realizzazione del dipinto Alfonso d’Este arrivò a sborsare ben 300 ducati d’argento: una cifra esorbitante per l’epoca, ma il duca la sacrificò volentieri per ringraziare San Gregorio Taumaturgo di averlo guarito da una grave malattia. Il soggetto della tela richiama infatti uno dei più noti miracoli del Santo, nel III secolo vescovo di Neocesarea nell’attuale Turchia, che in epoca post-tridentina era venerato per i prodigi compiuti contro calamità naturali, malanni e pestilenze. Ad alimentare il suo culto a Modena furono i monaci Teatini, che officiavano proprio nella chiesa di San Vincenzo.
Intanto, a pochi chilometri da Modena, un altro gioiello seicentesco sale agli onori delle cronache dell’arte: si tratta del dipinto della Beata Vergine della Ghiara, scoperto alcuni anni fa grattando la parete di un deposito durante il restauro dell’ex Palazzo Ducale di Reggio Emilia, oggi sede della Prefettura. Dopo un complesso intervento di recupero, l’opera è finalmente visibile al pubblico ogni sabato con visita guidata su prenotazione, con accesso dal cortile d’onore barocco del Palazzo del Governo.
Attorno all’immagine della Madonna, i lavori hanno rivelato la presenza di una cornice di sapore tardo cinquecentesco con architrave in trompe-l’oeil e festoni laterali, nonché una ricca scenografia pittorica, probabilmente aggiunta in una fase successiva. Gli esperti non si sono ancora pronunciati sulla paternità dell’opera, tuttavia la sua fattura e lo stemma nobiliare ritrovato sulla cornice hanno subito fatto pensare a una commissione importante e non si esclude che sia stata realizzata da un maestro di primo piano.
Pesantemente danneggiato in seguito a vicende legate al furto, il quadro è stato restaurato nei laboratori dell’ISCR – Istituto per la Conservazione e il Restauro di Roma e finalmente sabato 7 settembre ha fatto ritorno a Modena, dove resterà esposto temporaneamente presso le Gallerie Estensi nella prestigiosa Sala del Bernini.
Quando, nel 1629, Giovanni Ruggero Barbieri noto come il Guercino dipinse la tela per gli Estensi era all’apice della maturità artistica e dei suoi successi professionali, dovette perciò trattarsi di una commissione di grande prestigio. Non a caso per la realizzazione del dipinto Alfonso d’Este arrivò a sborsare ben 300 ducati d’argento: una cifra esorbitante per l’epoca, ma il duca la sacrificò volentieri per ringraziare San Gregorio Taumaturgo di averlo guarito da una grave malattia. Il soggetto della tela richiama infatti uno dei più noti miracoli del Santo, nel III secolo vescovo di Neocesarea nell’attuale Turchia, che in epoca post-tridentina era venerato per i prodigi compiuti contro calamità naturali, malanni e pestilenze. Ad alimentare il suo culto a Modena furono i monaci Teatini, che officiavano proprio nella chiesa di San Vincenzo.
Intanto, a pochi chilometri da Modena, un altro gioiello seicentesco sale agli onori delle cronache dell’arte: si tratta del dipinto della Beata Vergine della Ghiara, scoperto alcuni anni fa grattando la parete di un deposito durante il restauro dell’ex Palazzo Ducale di Reggio Emilia, oggi sede della Prefettura. Dopo un complesso intervento di recupero, l’opera è finalmente visibile al pubblico ogni sabato con visita guidata su prenotazione, con accesso dal cortile d’onore barocco del Palazzo del Governo.
Attorno all’immagine della Madonna, i lavori hanno rivelato la presenza di una cornice di sapore tardo cinquecentesco con architrave in trompe-l’oeil e festoni laterali, nonché una ricca scenografia pittorica, probabilmente aggiunta in una fase successiva. Gli esperti non si sono ancora pronunciati sulla paternità dell’opera, tuttavia la sua fattura e lo stemma nobiliare ritrovato sulla cornice hanno subito fatto pensare a una commissione importante e non si esclude che sia stata realizzata da un maestro di primo piano.
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