Un documentario da scoprire online per la Giornata Internazionale dei Musei
The Heart of Stone. Le pietre di Pinuccio Sciola cantano su NEXO+
Pinuccio Sciola (a destra), Gloria Campaner e Leszec Możdżer in The Heart of Stone, 2015 I Foto Luca Condorelli I Courtesy Nexo Digital
Francesca Grego
18/05/2021
Muto come una pietra? Niente di più fuorviante: opportunamente interrogate, le pietre parlano e risuonano di armonie capaci di riportarci all’origine del mondo. A raccontarlo in un suggestivo documentario di Luca Scarzella disponibile sulla piattaforma online NEXO+ è lo scultore Pinuccio Sciola, che alle pietre ha dedicato buona parte della vita. Diventato famoso negli anni Settanta per aver trasformato il paesino sardo di San Sperate in un museo a cielo aperto tappezzato di coloratissimi murales, nel 1996 Sciola ha scoperto nuovi territori, dove la scultura incontra la musica e la storia più remota del cosmo in un’arte immersiva che tocca l’anima e i sensi. Amico di Henry Moore, Aligi Sassu, Giacomo Manzù e collaboratore in Messico del celebre muralista David Alfaro Siqueiros, l’artista sardo ha fatto suonare le sue pietre in tutta Europa, in parchi, musei, festival musicali, teatri e basiliche.
In occasione della Giornata Internazionale dei Musei e a cinque anni dalla scomparsa dello scultore, il documentario The Heart of Stone ci invita a conoscerlo in un luogo speciale: il Giardino Sonoro che il maestro ha voluto nel suo paese natale, San Sperate in provincia di Cagliari. Nel laboratorio all’aperto dove Sciola ha lavorato fin dagli anni Sessanta, monumentali sculture megalitiche segnano l’orizzonte in un emozionante connubio con la natura circostante. La mutevolezza della luce, del vento e della vegetazione mediterranea dipinge ogni giorno uno scenario diverso, dove a parlare è il più immobile e silenzioso degli elementi, la pietra.
Come? Sciola lo spiega in video con devota semplicità. Anziché percuoterle, dice, le pietre vanno accarezzate: solo così restituiranno le vibrazioni che, come materia viva, custodiscono da sempre. Guardarlo all’opera è come assistere a un miracolo: al solo tocco delle sue mani segnate dal tempo, pesanti blocchi di calcare e di basalto si trasformano in strumenti sonori, ciascuno con la propria voce. Quello del calcare, spiega l’artista, “è un suono liquido, perché conserva la memoria dell’acqua che gli ha dato forma fin dalle glaciazioni”. Accarezzando i suoi basalti scolpiti, al contrario, sembra di udire il crepitio di una fiamma: nulla di strano, visto che parliamo di una roccia di origine vulcanica.
The Heart of Stone, 2015: Pinuccio Sciola, Gloria Campaner e Leszec Możdżer nel Giardino Sonoro di San Sperate I Foto Luca Condorelli I Courtesy Nexo Digital
Le ricerche di Sciola hanno affascinato più di un musicista, a partire dal maestro Luciano Berio, suo amico. Nel Giardino Sonoro si uniscono a lui la pianista Gloria Campaner e il jazzista Leszec Możdżer. “Una pietra impiega cento anni per crescere di un centimetro”, si meraviglia Możdżer: “Ascoltarne il suono mi porta ad altre dimensioni temporali. Possiamo imparare tanto dalle pietre, che sono qui sulla terra da molto prima di noi”. E mentre le note di Alexandr Skrjabin suonate da Gloria si caricano di nuove, infuocate risonanze, le sonorità cosmiche della natura si preparano a incontrare l’elettronica, per una nuova, incredibile avventura. Nell’universo di Sciola, infatti, non c’è solo il passato: “Attraverso le pietre - dice - possiamo comunicare con gli altri pianeti e le tecnologie elettroniche non esisterebbero senza il quarzo e il silicio”.
Un arco sfiora la superficie scavata a solchi regolari di un grosso blocco di calcare bianco. “È un intervallo di quinta perfetto”, osserva la pianista. Un nuovo strumento è pronto. I suoni ancestrali dell’acqua fanno il loro ingresso nel jazz contemporaneo.
NEXO+ è la piattaforma On Demand ideata da Nexo Digital. L’abbonamento mensile costa 9,99 € al mese. Clicca qui per maggiori informazioni.
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The Heart of Stone, 2015: Pinuccio Sciola, Gloria Campaner e Leszec Możdżer nel Giardino Sonoro di San Sperate I Foto Luca Condorelli I Courtesy Nexo Digital
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Un arco sfiora la superficie scavata a solchi regolari di un grosso blocco di calcare bianco. “È un intervallo di quinta perfetto”, osserva la pianista. Un nuovo strumento è pronto. I suoni ancestrali dell’acqua fanno il loro ingresso nel jazz contemporaneo.
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