Per Sarti Antonio
Dal 13 Febbraio 2013 al 19 Febbraio 2013
Bologna
Luogo: Biblioteca d'Arte e di Storia San Giorgio in Poggiale
Indirizzo: via Nazario Sauro 20
Orari: da lunedì a venerdì 9-13; mercoledì 9-16
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 051 230727/ 051 2754127
E-Mail info: uusfcrb@libero.it
Sito ufficiale: http://www.genusbononiae.it
La Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale ospita l’ultimo appuntamento per il ciclo di incontri Il nastro di Moebius, dedicato ai linguaggi della contemporaneità: martedì 12 febbraio 2013 alle ore 18, il padre dei giallisti bolognesi e tra i principali autori del poliziesco italiano Loriano Macchiavelli dialoga con Otto Gabos, fumettista e illustratore tra i tanti di quell’Antonio Sarti (Come cavare un ragno dal buco, 2010) che resta una delle figure più profonde di Bologna, capace di raccontare come è cambiata la città.
La conversazione fra i due protagonisti dell’antologia del Gruppo 13, moderata da Alberto Sebastiani, ricostruirà l’esperienza di Sarti Antonio per le strade di Bologna, svelando i retroscena che hanno portato all’illustrazione delle sue avventure.
Correda l’incontro l’esposizione delle tavole di Otto Gabos Per Sarti Antonio fino al 19 febbraio 2013.
Loriano Macchiavelli
Tre parole divenute ormai inscindibili: Loriano, Macchiavelli e scrittore. Loriano Macchiavelli comincia con il teatro, prosegue quasi per caso con il genere “giallo”. Scrive per fare contenta la moglie Franca. Mai gesto d’amore fu più fortunato, crediamo. Ricambiato dal fatto che l’intraprendente signora Franca raccolse il libro scritto al mare, durante una vacanza d’estate del 1973 in Spagna, ad uso esclusivo di lei ed inviò all’editore il manoscritto. Il primo giallo aveva per protagonista Sarti Antonio, sergente, poliziotto della Questura di Bologna. Un anno dopo, 1974, lo accolse Raffaele Crovi nella collana Calibro 90, per l’editore Campironi.
Era Le piste dell’attentato. Da allora non si è fermato più. Ha pubblicato Le piste dell’attentato - Campironi 1974 praticamente per tutte le collane di libri gialli d’Italia, compresa la collana capostipite del genere, I Gialli Mondadori, contribuendo sicuramente alla crescita e alla diffusione di quel genere letterario, passando attraverso tutte le esperienze e le sperimentazioni, rese possibili dal successo sempre più solido del poliziesco. E pensare che inizialmente era considerato un genere di serie B. Loriano Macchiavelli rivendica il merito di aver contribuito alla sua ascesa alla prima divisione. Successivamente si è anzi trovato, in veste di commissario tecnico-giocatore, alla testa di una vera e propria Nazionale Italiana degli scrittori di libri gialli, il Gruppo 13.
Romanzi a fumetti, sceneggiature per la televisione, collaborazioni (Gianni Materazzo, Magnus, Otto Gabos) e scritture a
quattro mani (Francesco Guccini e Sandro Toni) senza mai abbandonare il teatro d’impegno politico. Mai farsi mancare niente, se credi in quello che fai. Cuando à cobra fumou, del 2010, è l’ultima pièce in ordine di tempo.
Tignoso, ha voluto dimostrare che il romanzo poliziesco italiano aveva diritto di esistere tanto quanto quelli dei grandi scrittori stranieri e sbugiardare, come spesso gli è accaduto, critici ed editori. Ha utilizzato lo stratagemma dello pseudonimo: Jules Quicher.
L’editore Rizzoli gli tenne bordone: uscirono, firmati da quello scrittore straniero – e perciò stesso attendibile – Funerale dopo Ustica (Rizzoli, 1989) e Strage (Rizzoli, 1990) che tratta del tristemente noto attentato alla stazione di Bologna di dieci anni prima. Un incidente di percorso bloccò l’ascesa di questo secondo lavoro: uno degli imputati della strage, credendo di riconoscersi in uno dei personaggi, ottenne il sequestro del libro. In seguito il libro fu scagionato con formula piena ed è stato ripubblicato nel 2010 nella collana Einaudi Stile Libero Big, ora disponibile anche nel formato e-book, questa volta a firma del giallista italiano e non del suo “alter ego” svizzero.
Con Einaudi la collaborazione continua fin dal 2001. Iniziò con la nuova edizione del secondo libro, Fiori alla memoria, quello che vide la luce la prima volta nel 1975, nella collana Gialli Garzanti.
Einaudi accoglie tutt’ora le opere di Loriano Macchiavelli, alternandosi con Mondadori che, tra Giallo Mondadori, prime edizioni e ristampe nella collana Oscar Best Sellers, vanta la palma del maggior numero di sue pubblicazioni.
Tra i lavori più recenti una riuscitissima (detto dalla critica) nuova collaborazione con Francesco Guccini, Malastagione (Mondadori, 2011) e – sempre con Guccini – una raccolta dei primi tre fortunati romanzi con protagonista il maresciallo Benedetto Santovito: Macaronì, Un disco dei Platters e Questo sangue che impasta la terra, riuniti per l’occasione nel volume Appennino di sangue (Mondadori, 2011).
Non meno interessante la pubblicazione di Sgunbéi – I segrêt dla zitè (trad. : i segreti della città) – Pendragon, 2011, romanzo in dialetto bolognese + cd audio. Abilmente tradotto da Federico Galloni è il romanzo Sgumbéi – Le porte della città nascosta, Mondadori, 1998. Sgumbéi che, in stretto dialetto bolognese diventa Sgunbéi, appunto. Il termine significa disordine, chiasso, caos. Il primo libro interamente proposto in dialetto bolognese, è accompagnato da un CD audio con la lettura di parti del volume ad opera di attori e notissimi “dialettofoni” della città.
Mario Rivelli (Otto Gabos) nasce a Cagliari nel 1962 e vive a Bologna dal 1985. Sposato con un figlio di 8 anni. Dal 2005 insegna all’Accademia di Belle Arti di Bologna (Laboratorio di Fumetto I e II e Laboratorio di disegno, ora Arte del Fumetto). Consulenze e docenze per vari stage, laboratori, seminari, animazioni corsi di fumetto a partire dal 1989.
Tra i numerosissimi fumetti antologici e le illustrazioni, pubblica nel 2010 i romanzi grafici La giustizia siamo noi (testi di Pino Cacucci, BUR Rizzoli) e Sarti Antonio, come cavare un ragno dal buco (testi di Loriano Macchiavelli, Leonardo Publishing).
La conversazione fra i due protagonisti dell’antologia del Gruppo 13, moderata da Alberto Sebastiani, ricostruirà l’esperienza di Sarti Antonio per le strade di Bologna, svelando i retroscena che hanno portato all’illustrazione delle sue avventure.
Correda l’incontro l’esposizione delle tavole di Otto Gabos Per Sarti Antonio fino al 19 febbraio 2013.
Loriano Macchiavelli
Tre parole divenute ormai inscindibili: Loriano, Macchiavelli e scrittore. Loriano Macchiavelli comincia con il teatro, prosegue quasi per caso con il genere “giallo”. Scrive per fare contenta la moglie Franca. Mai gesto d’amore fu più fortunato, crediamo. Ricambiato dal fatto che l’intraprendente signora Franca raccolse il libro scritto al mare, durante una vacanza d’estate del 1973 in Spagna, ad uso esclusivo di lei ed inviò all’editore il manoscritto. Il primo giallo aveva per protagonista Sarti Antonio, sergente, poliziotto della Questura di Bologna. Un anno dopo, 1974, lo accolse Raffaele Crovi nella collana Calibro 90, per l’editore Campironi.
Era Le piste dell’attentato. Da allora non si è fermato più. Ha pubblicato Le piste dell’attentato - Campironi 1974 praticamente per tutte le collane di libri gialli d’Italia, compresa la collana capostipite del genere, I Gialli Mondadori, contribuendo sicuramente alla crescita e alla diffusione di quel genere letterario, passando attraverso tutte le esperienze e le sperimentazioni, rese possibili dal successo sempre più solido del poliziesco. E pensare che inizialmente era considerato un genere di serie B. Loriano Macchiavelli rivendica il merito di aver contribuito alla sua ascesa alla prima divisione. Successivamente si è anzi trovato, in veste di commissario tecnico-giocatore, alla testa di una vera e propria Nazionale Italiana degli scrittori di libri gialli, il Gruppo 13.
Romanzi a fumetti, sceneggiature per la televisione, collaborazioni (Gianni Materazzo, Magnus, Otto Gabos) e scritture a
quattro mani (Francesco Guccini e Sandro Toni) senza mai abbandonare il teatro d’impegno politico. Mai farsi mancare niente, se credi in quello che fai. Cuando à cobra fumou, del 2010, è l’ultima pièce in ordine di tempo.
Tignoso, ha voluto dimostrare che il romanzo poliziesco italiano aveva diritto di esistere tanto quanto quelli dei grandi scrittori stranieri e sbugiardare, come spesso gli è accaduto, critici ed editori. Ha utilizzato lo stratagemma dello pseudonimo: Jules Quicher.
L’editore Rizzoli gli tenne bordone: uscirono, firmati da quello scrittore straniero – e perciò stesso attendibile – Funerale dopo Ustica (Rizzoli, 1989) e Strage (Rizzoli, 1990) che tratta del tristemente noto attentato alla stazione di Bologna di dieci anni prima. Un incidente di percorso bloccò l’ascesa di questo secondo lavoro: uno degli imputati della strage, credendo di riconoscersi in uno dei personaggi, ottenne il sequestro del libro. In seguito il libro fu scagionato con formula piena ed è stato ripubblicato nel 2010 nella collana Einaudi Stile Libero Big, ora disponibile anche nel formato e-book, questa volta a firma del giallista italiano e non del suo “alter ego” svizzero.
Con Einaudi la collaborazione continua fin dal 2001. Iniziò con la nuova edizione del secondo libro, Fiori alla memoria, quello che vide la luce la prima volta nel 1975, nella collana Gialli Garzanti.
Einaudi accoglie tutt’ora le opere di Loriano Macchiavelli, alternandosi con Mondadori che, tra Giallo Mondadori, prime edizioni e ristampe nella collana Oscar Best Sellers, vanta la palma del maggior numero di sue pubblicazioni.
Tra i lavori più recenti una riuscitissima (detto dalla critica) nuova collaborazione con Francesco Guccini, Malastagione (Mondadori, 2011) e – sempre con Guccini – una raccolta dei primi tre fortunati romanzi con protagonista il maresciallo Benedetto Santovito: Macaronì, Un disco dei Platters e Questo sangue che impasta la terra, riuniti per l’occasione nel volume Appennino di sangue (Mondadori, 2011).
Non meno interessante la pubblicazione di Sgunbéi – I segrêt dla zitè (trad. : i segreti della città) – Pendragon, 2011, romanzo in dialetto bolognese + cd audio. Abilmente tradotto da Federico Galloni è il romanzo Sgumbéi – Le porte della città nascosta, Mondadori, 1998. Sgumbéi che, in stretto dialetto bolognese diventa Sgunbéi, appunto. Il termine significa disordine, chiasso, caos. Il primo libro interamente proposto in dialetto bolognese, è accompagnato da un CD audio con la lettura di parti del volume ad opera di attori e notissimi “dialettofoni” della città.
Mario Rivelli (Otto Gabos) nasce a Cagliari nel 1962 e vive a Bologna dal 1985. Sposato con un figlio di 8 anni. Dal 2005 insegna all’Accademia di Belle Arti di Bologna (Laboratorio di Fumetto I e II e Laboratorio di disegno, ora Arte del Fumetto). Consulenze e docenze per vari stage, laboratori, seminari, animazioni corsi di fumetto a partire dal 1989.
Tra i numerosissimi fumetti antologici e le illustrazioni, pubblica nel 2010 i romanzi grafici La giustizia siamo noi (testi di Pino Cacucci, BUR Rizzoli) e Sarti Antonio, come cavare un ragno dal buco (testi di Loriano Macchiavelli, Leonardo Publishing).
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