Dal 9 novembre alla National Gallery di Londra
La Vergine delle Rocce ai raggi X: le novità sul dipinto di Leonardo in una mostra immersiva
Leonardo Studio Visualisation. Credit 59 Productions
Francesca Grego
16/08/2019
Mondo - La National Gallery di Londra si unisce alle celebrazioni per il cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci puntando i fari sulla Vergine delle Rocce, capolavoro del genio rinascimentale di cui conserva una delle due versioni attualmente esistenti (l'altra si trova al Louvre). Dal prossimo 9 novembre Leonardo: Experience a Masterpiece inviterà i visitatori a un’esplorazione immersiva della pittura del maestro, partendo proprio dal gioiello di casa.
Tutto il piano terra del museo diverrà il territorio di un viaggio nel dipinto e nella mente inventiva del suo autore, tra percorsi multisensoriali e approfondimenti tematici. In evidenza, i risultati delle ultime ricerche condotte sulla pala di Leonardo nei laboratori della National Gallery, con i disegni sottostanti all’opera portati alla luce per mostrarci passo dopo passo il processo creativo del maestro.
Come spesso accade, infatti, analizzando la Vergine delle Rocce gli studiosi si sono trovati di fronte diversi strati nascosti sotto la superficie dell’opera. In particolare, due disegni sovrapposti evidenziano l’evoluzione del progetto dell’artista. Grazie alla presenza di zinco nei pigmenti utilizzati da Leonardo, è stato possibile rintracciare entrambe le composizioni con la tecnica della macro fluorescenza ai raggi X, completando l’indagine con nuove tecnologie di hyperspectral imaging e infrarossi.
Confrontando le diverse versioni, notiamo che in corso d’opera i personaggi principali della scena sono andati incontro a importanti cambiamenti: a partire dalla Madonna, che nel disegno iniziale appare spostata in alto e rivolta a sinistra anziché di fronte come nel dipinto finale, per arrivare all’Angelo, prima rivolto verso l’esterno e con lo sguardo sul Bambino, che a sua volta doveva essere stretto in un abbraccio più avvolgente.
La seconda versione è decisamente più simile a quella che conosciamo, dalla quale differisce per la rotazione della testa di Gesù e i caratteristici riccioli dell’Angelo. Su questo strato gli studiosi hanno poi rinvenuto le impronte di una mano, riconducibili allo stesso Leonardo o a uno dei suoi assistenti.
Ma perché Leonardo abbandonò il primo progetto? Che cosa lo spinse a modificare composizione, atteggiamenti e posture dei personaggi? Gli studiosi della National Gallery sono al lavoro per rispondere anche a questi interrogativi.
Dal 9 novembre 2019 al 12 gennaio 2020 gli strati “invisibili” della Vergine delle Rocce torneranno alla luce nell’itinerario multisensoriale studiato da 59 Productions, il pluripremiato collettivo di artisti, architetti, designer e esperti in tecnologie noto ai più per aver firmato il video design della cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Londra nel 2012 o per la mostra campione di incassi su David Bowie al Victoria and Albert Museum nel 2013.
Lungo il percorso in quattro ambienti ideato per la National Gallery i visitatori potranno entrare in una cappella che suggerirà il set originale dell’opera ricostruito sulla base delle ricerche più recenti, o avere una panoramica degli studi di Leonardo sulla pittura, o ancora scoprire come gli interessi scientifici del genio di Vinci ne influenzarono l’attività artistica, in particolare in rapporto alla resa di luci e ombre. Infine una sala dedicata alle moderne tecniche di restauro svelerà segreti e dettagli nascosti sotto la superficie del dipinto.
“Per la National Gallery questa mostra rappresenta una nuova, affascinante avventura”, ha dichiarato il direttore del museo Gabriele Finaldi: “Qui le più recenti ricerche sulla Vergine delle Rocce si inseriscono in un’esperienza immersiva e avvolgente, dando ai visitatori la possibilità di esplorare i processi creativi di Leonardo durante la realizzazione di questo capolavoro”.
“Lavoriamo sui rapporti tra arte e tecnologia, e ci piace usare tecnologie d’avanguardia per raccontare storie incredibili, qualcosa che ci appare in linea con la visione del mondo di Leonardo”, ha spiegato Richard Slaney, direttore di 59 Productions: “Puntando l’attenzione su una singola opera d’arte, l’esperienza introdurrà i visitatori a un grandissimo dipinto attraverso le tecniche audaci e all’approccio innovativo di Leonardo, rendendoli ancora più interessante per il pubblico contemporaneo”.
In ogni caso, la celebre Vergine sulle Rocce si potrà ammirare sul grande schermo accanto agli altri capolavori del maestro, in occasione del film Io, Leonardo, dove l’artista, scienziato e inventore toscano avrà il volto di Luca Argentero. Il viaggio cinematografico nella mente e tra le opere del genio, prodotto da Sky e Progetto Immagine, sarà nelle sale, distribuito da Lucky Red, a partire dal 2 ottobre 2019.
Leggi anche:
• Leonardo e la botanica: un filo verde sospeso tra arte e scienza
• I segreti della Dama con l’ermellino, il capolavoro polacco di Leonardo
• Presto al cinema “Io, Leonardo”: Luca Argentero nei panni del genio di Vinci
Tutto il piano terra del museo diverrà il territorio di un viaggio nel dipinto e nella mente inventiva del suo autore, tra percorsi multisensoriali e approfondimenti tematici. In evidenza, i risultati delle ultime ricerche condotte sulla pala di Leonardo nei laboratori della National Gallery, con i disegni sottostanti all’opera portati alla luce per mostrarci passo dopo passo il processo creativo del maestro.
Come spesso accade, infatti, analizzando la Vergine delle Rocce gli studiosi si sono trovati di fronte diversi strati nascosti sotto la superficie dell’opera. In particolare, due disegni sovrapposti evidenziano l’evoluzione del progetto dell’artista. Grazie alla presenza di zinco nei pigmenti utilizzati da Leonardo, è stato possibile rintracciare entrambe le composizioni con la tecnica della macro fluorescenza ai raggi X, completando l’indagine con nuove tecnologie di hyperspectral imaging e infrarossi.
Confrontando le diverse versioni, notiamo che in corso d’opera i personaggi principali della scena sono andati incontro a importanti cambiamenti: a partire dalla Madonna, che nel disegno iniziale appare spostata in alto e rivolta a sinistra anziché di fronte come nel dipinto finale, per arrivare all’Angelo, prima rivolto verso l’esterno e con lo sguardo sul Bambino, che a sua volta doveva essere stretto in un abbraccio più avvolgente.
La seconda versione è decisamente più simile a quella che conosciamo, dalla quale differisce per la rotazione della testa di Gesù e i caratteristici riccioli dell’Angelo. Su questo strato gli studiosi hanno poi rinvenuto le impronte di una mano, riconducibili allo stesso Leonardo o a uno dei suoi assistenti.
Ma perché Leonardo abbandonò il primo progetto? Che cosa lo spinse a modificare composizione, atteggiamenti e posture dei personaggi? Gli studiosi della National Gallery sono al lavoro per rispondere anche a questi interrogativi.
Dal 9 novembre 2019 al 12 gennaio 2020 gli strati “invisibili” della Vergine delle Rocce torneranno alla luce nell’itinerario multisensoriale studiato da 59 Productions, il pluripremiato collettivo di artisti, architetti, designer e esperti in tecnologie noto ai più per aver firmato il video design della cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Londra nel 2012 o per la mostra campione di incassi su David Bowie al Victoria and Albert Museum nel 2013.
Lungo il percorso in quattro ambienti ideato per la National Gallery i visitatori potranno entrare in una cappella che suggerirà il set originale dell’opera ricostruito sulla base delle ricerche più recenti, o avere una panoramica degli studi di Leonardo sulla pittura, o ancora scoprire come gli interessi scientifici del genio di Vinci ne influenzarono l’attività artistica, in particolare in rapporto alla resa di luci e ombre. Infine una sala dedicata alle moderne tecniche di restauro svelerà segreti e dettagli nascosti sotto la superficie del dipinto.
“Per la National Gallery questa mostra rappresenta una nuova, affascinante avventura”, ha dichiarato il direttore del museo Gabriele Finaldi: “Qui le più recenti ricerche sulla Vergine delle Rocce si inseriscono in un’esperienza immersiva e avvolgente, dando ai visitatori la possibilità di esplorare i processi creativi di Leonardo durante la realizzazione di questo capolavoro”.
“Lavoriamo sui rapporti tra arte e tecnologia, e ci piace usare tecnologie d’avanguardia per raccontare storie incredibili, qualcosa che ci appare in linea con la visione del mondo di Leonardo”, ha spiegato Richard Slaney, direttore di 59 Productions: “Puntando l’attenzione su una singola opera d’arte, l’esperienza introdurrà i visitatori a un grandissimo dipinto attraverso le tecniche audaci e all’approccio innovativo di Leonardo, rendendoli ancora più interessante per il pubblico contemporaneo”.
In ogni caso, la celebre Vergine sulle Rocce si potrà ammirare sul grande schermo accanto agli altri capolavori del maestro, in occasione del film Io, Leonardo, dove l’artista, scienziato e inventore toscano avrà il volto di Luca Argentero. Il viaggio cinematografico nella mente e tra le opere del genio, prodotto da Sky e Progetto Immagine, sarà nelle sale, distribuito da Lucky Red, a partire dal 2 ottobre 2019.
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