Un elegante larario riemerge durante gli scavi nella Regio V
A Pompei riaffiora un misterioso "giardino incantato"
Un affresco del “giardino incantato” riemerso durante lo scavo nella Regio V. Foto: © Ciro Fusco
Samantha De Martin
05/10/2018
Napoli - Paesaggi idilliaci, una natura lussureggiante attraversata da piante e uccelli, l‘edicola sacra con ai lati dipinte le figure dei “Lari” protettori della casa e due grandi serpenti simbolo di prosperità e buon auspicio.
È un vero giardino incantato dipinto quello che circonda uno dei più eleganti larari venuto alla luce in un ambiente ancora in corso di scavo nella Regio V di Pompei. Ha fatto capolino tra i lapilli, quasi completamente intatto e misura 4 metri per 5.
Doveva pertanto trattarsi di una stanza adibita al culto, anche se l’insolita presenza di alcuni elementi come la vasca bordata dal giardinetto, posta al centro dell’ambiente, lascia ancora quest’area, ancora interamente da scavare, avvolta da un alone di mistero.
In un continuo gioco tra illusione e realtà, le piante raffigurate dovevano confondersi con quelle vere presenti nell’ambiente, mentre il pavone dipinto sembra calpestare il terreno del giardino. L’ara, al centro dei due serpenti, con la pigna e le uova come offerta, trova corrispondenza in un piccolo altare in pietra ritrovato nel giardinetto e sul quale si scorgono ancora tracce di bruciato. Un segno persistente di quelle offerte che servivano a onorare le divinità domestiche, a garanzia del benessere e della prosperità di tutta la famiglia.
La parete opposta, sfoggia invece una scena di caccia su fondo rosso con animali di colore chiaro che circondano un cinghiale nero. Forse un’allusione alla vittoria del bene sul male.
“Questi straordinari ritrovamenti che continuano a regalare grandi emozioni - ha commentato il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna - rientrano nel più vasto intervento di manutenzione, quello della messa in sicurezza dei fronti di scavo, che sta interessando i circa 3 chilometri di fronti che delimitano l’ area non scavata di Pompei. Un intervento fondamentale in una delle aree più a rischio del sito, mai prima trattata complessivamente e che oggi, grazie all’operazione di riprofilamento dei fronti che ha lo scopo di ridurre la pressione del terreno sulle aree già scavate, ci sta anche consentendo di portare alla luce ambienti intatti con splendide decorazioni.”
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In un continuo gioco tra illusione e realtà, le piante raffigurate dovevano confondersi con quelle vere presenti nell’ambiente, mentre il pavone dipinto sembra calpestare il terreno del giardino. L’ara, al centro dei due serpenti, con la pigna e le uova come offerta, trova corrispondenza in un piccolo altare in pietra ritrovato nel giardinetto e sul quale si scorgono ancora tracce di bruciato. Un segno persistente di quelle offerte che servivano a onorare le divinità domestiche, a garanzia del benessere e della prosperità di tutta la famiglia.
La parete opposta, sfoggia invece una scena di caccia su fondo rosso con animali di colore chiaro che circondano un cinghiale nero. Forse un’allusione alla vittoria del bene sul male.
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