Al cinema dal 28 al 30 novembre
"Botticelli e Firenze. La Nascita della Bellezza". Parla l'autrice Francesca Priori
Sandro Botticelli, Allegoria della Primavera (dettaglio), Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi, Inv. 1890 n. 8360
Francesca Grego
24/11/2022
Da Andy Warhol a David LaChapelle, da Jeff Koons a Lady Gaga, sono davvero molti gli artisti contemporanei sensibili al fascino di Sandro Botticelli, e il pubblico non è da meno. Qual è il segreto del maestro rinascimentale? Dal 28 al 30 novembre lo scopriremo al cinema in un documentario inedito. Scritto da Francesca Priori, diretto da Marco Pianigiani, prodotto da Sky, Ballandi e Nexo Digital, Botticelli e Firenze. La Nascita della Bellezza ci porta a tu per tu con un artista che in pochi conoscono davvero. Con la voce narrante di Jasmine Trinca, ci immergeremo nelle atmosfere della Firenze quattrocentesca, per poi tornare al presente e ammirare i capolavori del maestro nei rispettivi musei. A condurre le danze saranno alcuni dei massimi esperti dell’opera di Botticelli e del Rinascimento, in viaggio tra la corte di Lorenzo il Magnifico e le prediche incendiarie di Savonarola, tra le alterne fortune del maestro e l’inarrestabile Botticelli-mania che ha investito l’immaginario collettivo contemporaneo, influenzando la moda, la fotografia, il mondo dello spettacolo.
“Botticelli è un personaggio tutto da scoprire”, racconta l’autrice Francesca Priori: “Tutti conoscono la Primavera e la Venere, dei capolavori unici. Ma oltre queste icone c’è una moltitudine di opere meravigliose che esprimono bellezza e intelligenza, che sono frutto di un interessantissimo percorso di ricerca durato una vita e che riescono a comunicare a un livello universale. È questo il motivo per cui, nel lontano 2018, ho proposto a Sky questo progetto: per far conoscere al pubblico il mondo di Botticelli nella sua interezza. Il documentario era pronto ad andare in sala proprio quando è scoppiata la pandemia. A due anni da allora, è stato emozionante rivederlo con occhi nuovi. Sembra incredibile, ma su Botticelli non era mai stato fatto un film: i documentari realizzati in passato riguardavano aspetti particolari della sua opera, ma mancava un ritratto cinematografico completo”.
Trailer di Botticelli e Firenze. La Nascita della Bellezza I Courtesy Nexo Digital
La fama dei dipinti di Botticelli è tale da oscurare la sua persona: di lui il grande pubblico sa veramente poco… Che tipo era?
“Tra gli studiosi che abbiamo intervistato c’è chi, come il professor Jonathan Nelson della Syracuse University di Firenze, ha studiato ogni documento utile a ricostruire la vita di Botticelli. Quello che emerge è un personaggio veramente anomalo. I pittori della sua epoca erano spesso imprenditori a capo di grandi botteghe. Lui invece ha sempre lavorato a casa sua, con la sua famiglia, e non è mai uscito da Firenze se non per un soggiorno di un anno a Roma. Ha trascorso tutta la sua esistenza nello stesso quartiere, dal quale si allontanava solo per frequentare le ville medicee di Careggi. Era un burlone e non badava al denaro: non aveva ancora portato a casa i soldi di Sisto IV che li aveva già spesi, non è un caso se è morto in povertà. Era uno che viveva per l’arte, seguendo sempre il proprio gusto e le proprie idee. Era un artista colto, che discorreva da pari a pari con il poeta Angelo Poliziano, il suo padrone di casa, e con il filosofo Marsilio Ficino, due personaggi di primissimo piano nella cultura del Rinascimento. Era famoso per i suoi scherzi boccacceschi, ma poi recitava a memoria la Divina Commedia e la traduceva in immagini. Insomma era un tipo alquanto originale, e anche un bell’uomo a giudicare dal suo autoritratto”.
Che cosa ti emoziona nel personaggio e nell’arte di Botticelli?
“Quello che più mi emoziona è la sua ricerca della bellezza, il tentativo - perfettamente riuscito - di creare un nuovo ideale di bellezza maschile e femminile. Quella di Botticelli è una bellezza assoluta, capace di andare oltre le distinzioni di genere. Forse è per questo che ci arriva così diretta. Il suo è un mondo di libertà. Botticelli non si è ispirato né all’arte antica, né alla natura: grazie a un notevolissimo talento di designer, ha messo a punto una forma di estrema stilizzazione che rende il suo linguaggio universalmente riconoscibile. Pur essendo un pittore di corte, è sempre stato fuori dagli schemi, controcorrente. Ho trovato emozionante scoprire come spaziasse tra i generi della pittura restando sempre se stesso, passando dal sacro al profano, fino alla religiosità dolorosa dell’ultimo periodo. è incredibile che, dopo la caduta dei Medici e l’avvento di Savonarola, Botticelli sia stato dimenticato per oltre 300 anni, finché non è stato riscoperto dai Preraffaelliti”.
Botticelli e Firenze. La nascita della bellezza, un film di Francesca Priori e Marco Pianigiani prodotto da Sky con Ballandi e Nexo Digital
Perché Botticelli piace così tanto al pubblico e ai creativi contemporanei?
“Nella sua arte c’è armonia, disegno, colore, sperimentazione. Botticelli ha lavorato tutta la vita per giungere a una sintesi di altissimo livello. Come quando si scrive una poesia, ha cercato di arrivare alla radice di quello che voleva esprimere, rendendo la sua opera immortale e universale”.
Nel film rivive la Firenze quattrocentesca, che emerge dallo sfondo per assumere un ruolo da coprotagonista…
“Nel Quattrocento Firenze era una città estremamente viva e all’avanguardia, come New York negli anni Ottanta! In pochi metri, attorno alla Basilica di Santa Novella, erano concentrate le botteghe di un numero impressionante di artisti eccezionali, dal Verrocchio al Pollaiolo. Producevano di tutto: pale d’altare, arazzi, oggetti di oreficeria… Come in un’unica fucina, gli artisti vivevano gomito a gomito e si confrontavano di continuo. Nel giardino di Lorenzo de’ Medici potevi incontrare contemporaneamente il sedicenne Michelangelo, che per i signori di Firenze era quasi un parente, un pittore incredibile come Botticelli e un genio come Leonardo. Proprio come New York in epoca moderna, Firenze era anche il cuore della finanza mondiale: i banchieri fiorentini facevano e disfacevano le fortune del papa, dei re di Francia e d’Inghilterra… A dispetto dell’immagine dorata che abbiamo oggi, la società del Rinascimento era estremamente violenta, insanguinata da feroci lotte per il potere. Viverci doveva essere piuttosto difficile, anche per un artista”.
Sandro Botticelli, Ritratto di Giuliano de' Medici, Accademia Carrara, Bergamo
Botticelli ha vissuto la storia di Firenze sulla propria pelle. Quali tracce restano nei suoi quadri?
“Nei dipinti di Botticelli, come in quelli di molti artisti suoi contemporanei, possiamo riconoscere i volti di molti potenti del Rinascimento. È impressionante vederli così ben caratterizzati e descritti nei dettagli, quasi da poterli toccare con mano. Tra i bellissimi ritratti realizzati da Botticelli spicca quello di Giuliano de’ Medici, che trovò la morte nella Congiura dei Pazzi: un personaggio davvero interessante, protagonista di un capolavoro che da pochi giorni è in mostra a Milano, nella Torre di Daniel Libeskind a City Life”.
Se guardassimo alla Primavera e la Nascita di Venere con gli occhi di un uomo del Rinascimento, riconosceremmo una ricca trama di simboli e riferimenti filosofici. Oggi quei dipinti sono immagini decisamente pop…
“Credo che Botticelli abbia condensato nella pittura la cultura del mondo in cui viveva. Nei suoi dipinti ci sono mille significati nascosti: a ogni fiore, a ogni gesto, a ogni colore potremmo dare un senso. C’è una stretta corrispondenza tra la filosofia, la poesia, la letteratura prodotta nella Firenze del Rinascimento e i quadri di Botticelli. Oggi, invece, la sua arte parla direttamente alle nostre emozioni e anche al nostro inconscio”.
Sandro Botticelli, Ritratto di Smeralda Bandinelli, 1472, Victoria and Albert Museum, Londra
Oltre le icone universalmente note, quali opere dovremmo assolutamente riscoprire?
“Sicuramente i ritratti. Un dipinto davvero interessante è il Ritratto di Smeralda Bandinelli, oggi al Victoria and Albert Museum di Londra. Prima di questo quadro i ritratti femminili erano quasi sempre di profilo. Botticelli sposta il punto di vista e mette Smeralda di tre quarti, in modo che guardi lo spettatore: una rivoluzione, considerato che il costume dell’epoca imponeva alle donne di tenere lo sguardo basso. Botticelli è un uomo all’avanguardia. La sua Venere è nuda: quanti corpi femminili ripresi di fronte abbiamo in quel periodo nell’arte italiana?”.
Dal punto di vista cinematografico, quali sono le scelte caratterizzanti del film?
“Il film sarà proiettato in 50 paesi del mondo. Perciò abbiamo scelto una struttura diretta e lineare, facilmente fruibile per culture e fasce di pubblico diverse, per chi già conosce bene Botticelli e per chi non lo conosce affatto. Accanto alle immagini dei quadri, troviamo rievocazioni che danno colore e riportano in vita le atmosfere e i personaggi del Rinascimento fiorentino. Ho chiesto a Marco Pianigiani di entrare con delicatezza, ma anche con un po’ di suspense, nell’universo pittorico di Botticelli. All’interno degli Uffizi, per esempio, le opere si illuminano improvvisamente nel buio, come apparizioni. Nella messa in scena abbiamo evitato in tutti i modi le forzature. Non è facile trasformare le scene in costume in tableau vivant come ha fatto Marco. Da un lato abbiamo il racconto dei quadri e i contributi di grandissimi esperti, dall’altro la meravigliosa fantasia del regista, che sostiene la narrazione e stimola le emozioni”.
Quali sfide hai dovuto affrontare nella realizzazione di Botticelli e Firenze. La nascita della bellezza?
“Abbiamo voluto fortemente un team di esperti di altissimo livello, diversi tra loro eppure compatibili. Siamo riusciti nell'impresa, ma non è stato facile. Non tutti hanno le stesse opinioni e il confronto che ne deriva è decisamente interessante. Per esempio, nessuno sa se Botticelli sia diventato veramente un seguace del Savonarola...”.
Poster di Botticelli e Firenze. La Nascita della Bellezza I Courtesy Nexo Digital
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Trailer di Botticelli e Firenze. La Nascita della Bellezza I Courtesy Nexo Digital
La fama dei dipinti di Botticelli è tale da oscurare la sua persona: di lui il grande pubblico sa veramente poco… Che tipo era?
“Tra gli studiosi che abbiamo intervistato c’è chi, come il professor Jonathan Nelson della Syracuse University di Firenze, ha studiato ogni documento utile a ricostruire la vita di Botticelli. Quello che emerge è un personaggio veramente anomalo. I pittori della sua epoca erano spesso imprenditori a capo di grandi botteghe. Lui invece ha sempre lavorato a casa sua, con la sua famiglia, e non è mai uscito da Firenze se non per un soggiorno di un anno a Roma. Ha trascorso tutta la sua esistenza nello stesso quartiere, dal quale si allontanava solo per frequentare le ville medicee di Careggi. Era un burlone e non badava al denaro: non aveva ancora portato a casa i soldi di Sisto IV che li aveva già spesi, non è un caso se è morto in povertà. Era uno che viveva per l’arte, seguendo sempre il proprio gusto e le proprie idee. Era un artista colto, che discorreva da pari a pari con il poeta Angelo Poliziano, il suo padrone di casa, e con il filosofo Marsilio Ficino, due personaggi di primissimo piano nella cultura del Rinascimento. Era famoso per i suoi scherzi boccacceschi, ma poi recitava a memoria la Divina Commedia e la traduceva in immagini. Insomma era un tipo alquanto originale, e anche un bell’uomo a giudicare dal suo autoritratto”.
Che cosa ti emoziona nel personaggio e nell’arte di Botticelli?
“Quello che più mi emoziona è la sua ricerca della bellezza, il tentativo - perfettamente riuscito - di creare un nuovo ideale di bellezza maschile e femminile. Quella di Botticelli è una bellezza assoluta, capace di andare oltre le distinzioni di genere. Forse è per questo che ci arriva così diretta. Il suo è un mondo di libertà. Botticelli non si è ispirato né all’arte antica, né alla natura: grazie a un notevolissimo talento di designer, ha messo a punto una forma di estrema stilizzazione che rende il suo linguaggio universalmente riconoscibile. Pur essendo un pittore di corte, è sempre stato fuori dagli schemi, controcorrente. Ho trovato emozionante scoprire come spaziasse tra i generi della pittura restando sempre se stesso, passando dal sacro al profano, fino alla religiosità dolorosa dell’ultimo periodo. è incredibile che, dopo la caduta dei Medici e l’avvento di Savonarola, Botticelli sia stato dimenticato per oltre 300 anni, finché non è stato riscoperto dai Preraffaelliti”.
Botticelli e Firenze. La nascita della bellezza, un film di Francesca Priori e Marco Pianigiani prodotto da Sky con Ballandi e Nexo Digital
Perché Botticelli piace così tanto al pubblico e ai creativi contemporanei?
“Nella sua arte c’è armonia, disegno, colore, sperimentazione. Botticelli ha lavorato tutta la vita per giungere a una sintesi di altissimo livello. Come quando si scrive una poesia, ha cercato di arrivare alla radice di quello che voleva esprimere, rendendo la sua opera immortale e universale”.
Nel film rivive la Firenze quattrocentesca, che emerge dallo sfondo per assumere un ruolo da coprotagonista…
“Nel Quattrocento Firenze era una città estremamente viva e all’avanguardia, come New York negli anni Ottanta! In pochi metri, attorno alla Basilica di Santa Novella, erano concentrate le botteghe di un numero impressionante di artisti eccezionali, dal Verrocchio al Pollaiolo. Producevano di tutto: pale d’altare, arazzi, oggetti di oreficeria… Come in un’unica fucina, gli artisti vivevano gomito a gomito e si confrontavano di continuo. Nel giardino di Lorenzo de’ Medici potevi incontrare contemporaneamente il sedicenne Michelangelo, che per i signori di Firenze era quasi un parente, un pittore incredibile come Botticelli e un genio come Leonardo. Proprio come New York in epoca moderna, Firenze era anche il cuore della finanza mondiale: i banchieri fiorentini facevano e disfacevano le fortune del papa, dei re di Francia e d’Inghilterra… A dispetto dell’immagine dorata che abbiamo oggi, la società del Rinascimento era estremamente violenta, insanguinata da feroci lotte per il potere. Viverci doveva essere piuttosto difficile, anche per un artista”.
Sandro Botticelli, Ritratto di Giuliano de' Medici, Accademia Carrara, Bergamo
Botticelli ha vissuto la storia di Firenze sulla propria pelle. Quali tracce restano nei suoi quadri?
“Nei dipinti di Botticelli, come in quelli di molti artisti suoi contemporanei, possiamo riconoscere i volti di molti potenti del Rinascimento. È impressionante vederli così ben caratterizzati e descritti nei dettagli, quasi da poterli toccare con mano. Tra i bellissimi ritratti realizzati da Botticelli spicca quello di Giuliano de’ Medici, che trovò la morte nella Congiura dei Pazzi: un personaggio davvero interessante, protagonista di un capolavoro che da pochi giorni è in mostra a Milano, nella Torre di Daniel Libeskind a City Life”.
Se guardassimo alla Primavera e la Nascita di Venere con gli occhi di un uomo del Rinascimento, riconosceremmo una ricca trama di simboli e riferimenti filosofici. Oggi quei dipinti sono immagini decisamente pop…
“Credo che Botticelli abbia condensato nella pittura la cultura del mondo in cui viveva. Nei suoi dipinti ci sono mille significati nascosti: a ogni fiore, a ogni gesto, a ogni colore potremmo dare un senso. C’è una stretta corrispondenza tra la filosofia, la poesia, la letteratura prodotta nella Firenze del Rinascimento e i quadri di Botticelli. Oggi, invece, la sua arte parla direttamente alle nostre emozioni e anche al nostro inconscio”.
Sandro Botticelli, Ritratto di Smeralda Bandinelli, 1472, Victoria and Albert Museum, Londra
Oltre le icone universalmente note, quali opere dovremmo assolutamente riscoprire?
“Sicuramente i ritratti. Un dipinto davvero interessante è il Ritratto di Smeralda Bandinelli, oggi al Victoria and Albert Museum di Londra. Prima di questo quadro i ritratti femminili erano quasi sempre di profilo. Botticelli sposta il punto di vista e mette Smeralda di tre quarti, in modo che guardi lo spettatore: una rivoluzione, considerato che il costume dell’epoca imponeva alle donne di tenere lo sguardo basso. Botticelli è un uomo all’avanguardia. La sua Venere è nuda: quanti corpi femminili ripresi di fronte abbiamo in quel periodo nell’arte italiana?”.
Dal punto di vista cinematografico, quali sono le scelte caratterizzanti del film?
“Il film sarà proiettato in 50 paesi del mondo. Perciò abbiamo scelto una struttura diretta e lineare, facilmente fruibile per culture e fasce di pubblico diverse, per chi già conosce bene Botticelli e per chi non lo conosce affatto. Accanto alle immagini dei quadri, troviamo rievocazioni che danno colore e riportano in vita le atmosfere e i personaggi del Rinascimento fiorentino. Ho chiesto a Marco Pianigiani di entrare con delicatezza, ma anche con un po’ di suspense, nell’universo pittorico di Botticelli. All’interno degli Uffizi, per esempio, le opere si illuminano improvvisamente nel buio, come apparizioni. Nella messa in scena abbiamo evitato in tutti i modi le forzature. Non è facile trasformare le scene in costume in tableau vivant come ha fatto Marco. Da un lato abbiamo il racconto dei quadri e i contributi di grandissimi esperti, dall’altro la meravigliosa fantasia del regista, che sostiene la narrazione e stimola le emozioni”.
Quali sfide hai dovuto affrontare nella realizzazione di Botticelli e Firenze. La nascita della bellezza?
“Abbiamo voluto fortemente un team di esperti di altissimo livello, diversi tra loro eppure compatibili. Siamo riusciti nell'impresa, ma non è stato facile. Non tutti hanno le stesse opinioni e il confronto che ne deriva è decisamente interessante. Per esempio, nessuno sa se Botticelli sia diventato veramente un seguace del Savonarola...”.
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