L'operazione scatta per iniziativa dell'ex dirigente della Fondazione che amministra la villa museo
Pignorata La Colombaia di Ischia, amata residenza estiva di Luchino Visconti
Villa La Colombaia, Fordio d'Ischia
La Redazione
01/09/2013
Napoli - All’apertura dei cancelli al pubblico, è scattata nella mattina di sabato 31 agosto l’operazione di pignoramento della villa La Colombaia a Forio d’Ischia, celebre residenza estiva del regista Luchino Visconti che oggi ospita le sue spoglie. Davanti allo sguardo stupefatto dei visitatori, l’ufficiale giudiziario ha avviato le procedure di inventario di ogni singolo pezzo d’arredamento contenuto nel palazzo. Nell’elenco dei beni che presto verranno battuti all’asta figurano anche un archivio fotografico relativo al lavoro di Visconti e al suo rapporto con l’isola, e suppellettili donate dai privati alla villa dopo il restauro.
Il pignoramento è stato disposto per iniziativa di Ugo Vuoso, creditore della Fondazione che amministra La Colombaia e suo ex dirigente che avanza una quota della buonuscita pattuita.
La Fondazione dal canto suo denuncia “una situazione economica di grave disagio dovuta ad un’eredità debitoria lasciata dalla precedente gestione”. Proprio quella affidata a Vuoso e al direttore editoriale Daniele Morgera. Sulla questione interviene anche l’ex sindaco di Forio d’Ischia, Franco Regine, che si associa al coro della Fondazione nel denunciare la precedente gestione, e legge nell'iniziativa di Vuoso una reazione volta a punire la rimozione dal suo ruolo di direttore generale.
Il pignoramento è stato disposto per iniziativa di Ugo Vuoso, creditore della Fondazione che amministra La Colombaia e suo ex dirigente che avanza una quota della buonuscita pattuita.
La Fondazione dal canto suo denuncia “una situazione economica di grave disagio dovuta ad un’eredità debitoria lasciata dalla precedente gestione”. Proprio quella affidata a Vuoso e al direttore editoriale Daniele Morgera. Sulla questione interviene anche l’ex sindaco di Forio d’Ischia, Franco Regine, che si associa al coro della Fondazione nel denunciare la precedente gestione, e legge nell'iniziativa di Vuoso una reazione volta a punire la rimozione dal suo ruolo di direttore generale.
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