Biennale d'Arte Contemporanea Giovane Creazione Europea

Frank Blommestijn & Michiel van der Werf, Opportunity knocks only once, 2015

 

Dal 11 Marzo 2017 al 02 Aprile 2017

Como

Luogo: Spazio Ratti - ex Chiesa di San Francesco

Indirizzo: viale Lorenzo Spallino 1

Curatori: Andrea Ponsini, Veronica Vittani, Francesca Testoni

Enti promotori:

  • Patrocinio di Regione Lombardia e GAI Associazione per il Circuito Giovani Artisti Italiani

Telefono per informazioni: +39 031 252352

Sito ufficiale: http://www.jceforum.eu



Giunge in Italia a Como la Biennale d’Arte Contemporanea Giovane Creazione Europea - JCE Jeune Création Européenne, dopo l’esposizione in Francia, Danimarca, Lettonia e Polonia, per proseguire in Spagna e Portogallo.
Ospitata dal 12 marzo al 2 aprile, presso lo Spazio Ratti, suggestiva chiesa sconsacrata di San Francesco, la rassegna vede la partecipazione di 56 artisti, provenienti da 7 Paesi europei, che si esprimono con differenti linguaggi: pittura, scultura, installazione, fotografia e video art.

L’evento nella sua tappa italiana è curato daVeronica Vittani e Francesca Testoni e gode del patrocinio della Regione Lombardia, del GAI Associazione per il Circuito Giovani Artisti Italiani e del contributo tecnico dell’azienda Menphis spa.
 
Gli 8 artisti italiani under 35, che partecipano alla manifestazione sono: Giulia Berra, Tania Brassesco & Lazlo Passi Norberto, Juri Ceccotti, Giulia Fumagalli, Matteo Galvano, Giovanni Longo, Federico Scarchilli. La loro selezione è stata realizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como attraverso il concorso “Co.Co.Co.Como Contemporary Contest 2015”, con il contributo di una giuria composta da Flaminio Gualdoni, storico dell’arte e curatore; Elena Isella, storica dell'arte e curatrice; Claudio Grillone, Responsabile Ufficio Creatività del Comune di Milano e Fabbrica del Vapore; Salvatore Marsiglione, gallerista; Veronica Vittani, Responsabile settore Cultura, Comune di Como.
 
I 48 artisti provenienti dagli altri sei Paesi partecipanti sono:Valérie Collart, Ditte Knus Tønnesen, Amalie Jakobsen, Astrid Myntekær, Christine Overvad Hansen, Nanna Riis Andersen, Johanne Skovbo Lasgaard, Dan Stockholm (Danimarca); Marion Bataillard, Willem Boel, Virginie Gouband, Arthur Lambert, François Malingrey, Louise Pressager, Tatiana Wolska, Qingmei Yao (Francia); Lauris Aizupietis, Margrieta Dreiblate, Atis Izands, Klavs Loris, Oskars Pavlovskis, Paula Pelše, Linda Vigdorcika, Lauris Vitolinš (Lettonia), Miłosz Flis, Michał Frydrych, Marcelina Gron, Kornel Janczy, Berenika Kowalska, Izabela Łeska, Tomasz Poznysz, Magdalena Sawicka (Polonia), Basttuz, Inês Henriques, Mariana Mendes Delgado, Pedro Mesquita, Mónica Nogueira, Filipa Silveira, Marlene Teixeira, Fátima Teles (Portogallo); Aïda Andrés Rodrigálvarez, Adrian Espinós Ferrero, Anna Ill Albà, Jennifer Owens, Esther Pí Gómez, Mònica Planes Castan, Ignasi Prat Altimira, Ines Schaikowski (Spagna).
 
La mostra Giovane Creazione Europea presenta opere di grande valore artistico e di forte impatto visivo, ne sono esempio la scultura della francese Tatiana Wolska, realizzata con plastica termosaldata leggera e fluttuante come una nuvola o il grande dipinto del lettone Klāvs Loris, un’immersione nella pittura profonda dell’artista, dove sentimenti e stati d’animo vengono intrappolati tra uno strato e l’altro di colore.
Spiccano originali installazioni come le capsule di Miłosz Flis (Polonia) all’interno delle quali sono ricreati, con oggetti appartenuti all’artista, mondi fantastici, mentre molto legata al mondo reale ed in particolare alla precarietà del lavoro è invece CV di Juri Ceccotti (Italia), un’opera apparentemente ironica che riflette sull’attuale condizione dell’uomo moderno. Un tema analogo è analizzato anche da Giovanni Longo (Italia), che attraverso fragili scheletri di piccoli animali, indeboliti dallo scorrere del tempo, rappresenta la debolezza umana. Singolare nel suo accostamento, il giradischi sormontato da krapfen proposto da Margrieta Dreiblate (Lettonia), dedicato a “chi crede ancora che l’arte sia un affare serio”. Nanna Riis Andersen (Danimarca) espone un’installazione composta da elementi che esplorano i limiti e le possibilità del corpo umano domandandosi fino a che punto la natura possa essere alterata; profonda e raffinata è quella di Anna Ill Albà (Spagna), una decostruzione di un ambiente intimo e privato come la camera da letto.
La danese Christine Overvad Hansen e il lettone Lauris Vitolins costruiscono sculture cinetiche, la prima con lo scopo di tradurre in scultura un atto performativo e il secondo creando una fontana moderna dalla quale sgorga, a ciclo continuo, un liquido nero. Willem Boel (Francia) crea, con materiali di recupero, marchingegni sorprendenti intitolati Nuovi Mulini, un lavoro perpetuo basato sulla casualità e la ripetizione. La spagnola Mònica Planes Castan, compie un processo di fusione di spazi pubblici e privati con l’opera Poltrona. Spazio Interno (Non) Condiviso, composta da steccati e corda, sulla quale è impossibile sedersi. L’italiano Matteo Galvano fonde invece, in un’opera dal gusto postmoderno, strutture architettoniche emblematiche di due città molto distanti Malmö e Pisa, rispettivamente il Turning Torso e la Torre Pendente a simboleggiare la possibilità di riappropriarsi della città ideale.
Iconico e ironico il quadro di Tomasz Poznysz (Polonia), unriferimento arguto e divertente alla famosa "Ragazza con l’orecchino di perla" di Johannes Vermeer, qui tramutata in cane.
Lavori basati sulla ricerca cromatica sono quelli di Aïda Andrés Rodrigálvarez (Spagna) e Giulia Fumagalli (Italia): la prima induce a guardare oltre l’opera d’arte affinché ci si renda conto che la nostra percezione non è né razionale né oggettiva, la seconda nasce dall’osservazione e dallo studio di fenomeni ottici quali l’aura, che sostituisce il campo visivo con fasci di colore.
Non mancano lavori introspettivi come i minuziosi disegni realizzati con i capelli dalla spagnola Jennifer Owens , che assumono un valore simbolico di forza e libertà perché rimangono dopo la morte o le Flotte di sogni dell’italiana Giulia Berra, piccole fragili imbarcazioni realizzate con filo e piume, memoria delle migrazioni nel Mediterraneo.
In mostra anche numerosi artisti che lavorano con la fotografia come Marlene Teixeira (Portogallo) dall’approccio psicologico, Tania Brassesco & Lazlo Passi Norberto (Italia), legati all’universo della psiche, del sogno e dell’inconscio, Federico Scarchilli (Italia) che indaga l’essere umano nella società soffermandosi su silenzio e immobilità in contrapposizione alla frenesia del vivere contemporaneo, o di Lauris Aizupietis (Lettonia) dall’orientamento documentale e fotogiornalistico, con scene di vita quotidiana.
Tra le differenti espressioni artistiche è presente inoltre la video art, come l’opera di Qingmei Yao (Francia) che interpreta alla lettera il gesto di sfregare due dita per indicare il denaro.

La mostra allo Spazio Ratti è accompagnata dal catalogo della biennale, edito dalla città di Montrouge, capofila del progetto, con le opere di tutti gli artisti in mostra e i testi curatoriali in inglese e nelle rispettive lingue dei paesi partner.
 
L’esposizione è corredata da una sezione didattica dal titolo “L’arte viene…da te” che con una ricca programmazione di workshop e incontri, tenuti dagli artisti stessi, coinvolge studenti di ogni età tra cui quelli delle scuole primarie di Rebbio e di Civiglio, dell’ I.S.I.S. Paolo Carcano Setificio, dell’Accademia di Belle Arti Aldo Galli - IED Como e dell’Università della Terza Età Alessandro Volta.
 
Storia della Biennale
JCE Jeune Création Européenne viene ideata nel 2000 dalla città francese di Montrouge al fine di creare opportunità di condivisione e confronto fra gli scenari artistici dell’Unione Europea. Fra gli obiettivi principali intende sostenerela rete fra le città che promuovono il lavoro di giovani artisti emergenti, contribuire a scoprire nuovi talenti e a difendere la libera circolazione d’idee.
Il principio ispiratore della JCE è quello di offrire un’occasione di visibilità per gli artisti emergenti attraverso l’esposizione delle proprie opere in una mostra collettiva biennale itinerante nei paesi europei partner, coadiuvata da supporti significativi quali residenze artistiche, un catalogo e un sito internet pensato come una galleria virtuale evolutiva.
La città di Como, da tempo impegnata nella promozione e nella valorizzazione di giovani artisti prende parte a questa iniziativa dal 2013 e partecipa all’edizione in corso (2015-2017) con le seguenti città europee: Montrouge (Francia), Hjørring (Danimarca), Wrocław (Polonia), Cēsis (Lettonia), Figueres (Spagna), Amarante (Portogallo).

All’inaugurazione, sabato 11 marzo alle 17, saranno presenti Etienne Lengereau e Gabrielle Fleury rispettivamente Sindaco e Assessore alla Cultura di Montrouge, Andrea Ponsini curatore e coordinatore generale della Biennale e numerosi artisti coinvolti nell’esposizione.  

Orari martedì - domenica, dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18


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