In via Torino dall'8 febbraio al 3 maggio
"Io siamo resilienza". Nel cuore di Milano, la potenza ancestrale del grande toro di Christian Balzano

La scultura di Christian Balzano, Io siamo Resilienza, collocata in via Torino
Samantha De Martin
08/02/2018
Milano - Un toro a testa in giù, nel cuore di Milano, duplica se stesso riverberando la propria immagine su una mappa specchiante della città, raffigurante i diversi continenti sovrapposti.
Dopo Piazza Sant’Alessandro, sede fino al 27 aprile della personale di Christian Balzano, la Resilienza dell’artista toscano conquista anche via Torino dove, una scultura di grandi dimensioni - oltre tre metri di altezza - campeggia fino al prossimo 3 maggio, come parte del percorso espositivo allestito nella sede di , sul sagrato dell’omonima chiesa barocca.
Questo lavoro, dal titolo Io siamo Resilienza, riassume la tematica che Balzano ha sviluppato nell’ultimo decennio, alla ricerca di una riflessione profonda sull’essere umano immerso nel tempo presente.
D’altra parte, come spiega lo stesso artista, classe 1969, il titolo stesso dell’esposizione, Resilienza - un percorso in 30 dipinti e sculture recenti - è un invito all’azione, al coraggio, a cogliere ogni giorno il kairós, il 'momento giusto', a prendere “il toro per le corna”, a reagire rialzandosi più forti di prima, senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà e dalle avversità dettate dal destino.
«Il toro a testa in giù - spiega Balzano - che duplica se stesso riflettendo la sua immagine su una mappa specchiante di Milano, apre alla riflessione sull’incontro-scontro tra due elementi, una metafora che mi consente di parlare del luogo e del contesto in cui viviamo».
E infatti nelle opere dell’artista livornese, le diversità, che si concretano nella differenza di forme e contenuti, anziché dividere, aiutano ad esplorarsi, invitano a guardarsi dentro.
Come afferma il curatore dell’esposizione, Marco Bazzini, «Porsi di fronte alle pitture o alle sculture di Balzano significa iniziare una nuova avventura nel profondo labirinto di noi stessi, svelare e scavare nel nostro istinto, come di fronte ad uno specchio. D’altronde non è casuale che uno dei caratteri dominanti del suo lavoro siano i fondi oro o altre superfici riflettenti». Di fronte a questo toro che, con la sua ancestrale forza colpisce lo spettatore nel profondo, proiettandolo in un mondo di speranza, desiderio, azione, invitandolo a prendere in mano il proprio destino, l’arte gioca un ruolo cruciale.
«L’arte - spiega l’artista - costituisce in assoluto la prima forma di resilienza, che ci permette di superare le differenze e i cambiamenti, trasformandoli in opportunità, rinascendo dagli incidenti e prendendo coscienza di ciò che ci circonda, per poi ripartire, più forti di prima, senza lasciarci abbattere dalle avversità dettate dal destino».
Come è possibile notare anche in Piazza Sant’Alessandro, vicinissima a Via Torino, nel linguaggio dell’artista livornese, caratterizzato da una ridondanza di tori grandi e piccoli, ma anche da mappe, fondi in oro e superfici simili a specchi, l’ “io” si fa “noi” ed esige un verbo al plurale, come dimostrano i titoli di alcune opere, Io siamo resilienza, Io siamo gentilezza.
«È come se da questo errore grammaticale, da questo “incidente” riuscissimo a rinascere» spiega Balzano.
La mostra, organizzata in collaborazione con Boxart Verona, è presentata da Banca Generali, con il patrocinio del Comune di Milano.
Leggi anche:
• Tori, mappe, riflessi. Christian Balzano svela la sua Resilienza
• Christian Balzano. Resilienza
Dopo Piazza Sant’Alessandro, sede fino al 27 aprile della personale di Christian Balzano, la Resilienza dell’artista toscano conquista anche via Torino dove, una scultura di grandi dimensioni - oltre tre metri di altezza - campeggia fino al prossimo 3 maggio, come parte del percorso espositivo allestito nella sede di , sul sagrato dell’omonima chiesa barocca.
Questo lavoro, dal titolo Io siamo Resilienza, riassume la tematica che Balzano ha sviluppato nell’ultimo decennio, alla ricerca di una riflessione profonda sull’essere umano immerso nel tempo presente.
D’altra parte, come spiega lo stesso artista, classe 1969, il titolo stesso dell’esposizione, Resilienza - un percorso in 30 dipinti e sculture recenti - è un invito all’azione, al coraggio, a cogliere ogni giorno il kairós, il 'momento giusto', a prendere “il toro per le corna”, a reagire rialzandosi più forti di prima, senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà e dalle avversità dettate dal destino.
«Il toro a testa in giù - spiega Balzano - che duplica se stesso riflettendo la sua immagine su una mappa specchiante di Milano, apre alla riflessione sull’incontro-scontro tra due elementi, una metafora che mi consente di parlare del luogo e del contesto in cui viviamo».
E infatti nelle opere dell’artista livornese, le diversità, che si concretano nella differenza di forme e contenuti, anziché dividere, aiutano ad esplorarsi, invitano a guardarsi dentro.
Come afferma il curatore dell’esposizione, Marco Bazzini, «Porsi di fronte alle pitture o alle sculture di Balzano significa iniziare una nuova avventura nel profondo labirinto di noi stessi, svelare e scavare nel nostro istinto, come di fronte ad uno specchio. D’altronde non è casuale che uno dei caratteri dominanti del suo lavoro siano i fondi oro o altre superfici riflettenti». Di fronte a questo toro che, con la sua ancestrale forza colpisce lo spettatore nel profondo, proiettandolo in un mondo di speranza, desiderio, azione, invitandolo a prendere in mano il proprio destino, l’arte gioca un ruolo cruciale.
«L’arte - spiega l’artista - costituisce in assoluto la prima forma di resilienza, che ci permette di superare le differenze e i cambiamenti, trasformandoli in opportunità, rinascendo dagli incidenti e prendendo coscienza di ciò che ci circonda, per poi ripartire, più forti di prima, senza lasciarci abbattere dalle avversità dettate dal destino».
Come è possibile notare anche in Piazza Sant’Alessandro, vicinissima a Via Torino, nel linguaggio dell’artista livornese, caratterizzato da una ridondanza di tori grandi e piccoli, ma anche da mappe, fondi in oro e superfici simili a specchi, l’ “io” si fa “noi” ed esige un verbo al plurale, come dimostrano i titoli di alcune opere, Io siamo resilienza, Io siamo gentilezza.
«È come se da questo errore grammaticale, da questo “incidente” riuscissimo a rinascere» spiega Balzano.
La mostra, organizzata in collaborazione con Boxart Verona, è presentata da Banca Generali, con il patrocinio del Comune di Milano.
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