A Torino dal 26 ottobre al 24 marzo
I Macchiaioli in mostra alla GAM
Silvestro Lega, Una veduta in Piagentina, 1863, olio su tela, 79,3 x 43,4 cm, Viareggio, Istituto Matteucci, Viareggio
Samantha De Martin
11/07/2018
Torino - Una donna intenta a cucire, soldati francesi alle Cascine, una veduta in Piagentina in un pacato pomeriggio primaverile, una madre che tiene per mano un bambino in una giornata di vento.
L’immediatezza del vero passa attraverso le macchie di colore dei giovani frequentatori del Caffé Michelangiolo, da quella loro coraggiosa sperimentazione che inaugura un’arte italiana “moderna”, che ebbe proprio a Torino, nel maggio del 1861, la sua prima affermazione alla Promotrice delle Belle Arti. Un’attività che si sarebbe rafforzata al tempo della proclamazione della città a capitale del Regno d’Italia, percorsa da una stagione di particolare fermento culturale.
Sono questi gli anni che assistono alla nascita della collezione civica d’arte moderna - l’attuale GAM che aveva il compito di documentare l’arte allora contemporanea - e che rivivono nella mostra I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità in programma dal 26 ottobre al 24 marzo alla GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e contemporanea di Torino - a cura di Cristina Acidini e Virginia Bertone.
A ripercorrere gli antefatti, la nascita, la stagione iniziale e più felice della pittura macchiaiola, nel periodo che va dalla sperimentazione degli anni Cinquanta dell’Ottocento ai capolavori degli anni Sessanta, saranno 80 capolavori provenienti dai più importanti musei italiani, enti e collezioni private, che, per la prima volta alla GAM, si faranno interpreti di quel dialogo artistico tra Toscana, Piemonte e Liguria sulla ricerca sul vero.
Sarà la prestigiosa collezione ottocentesca della GAM a favorire un’inedita occasione di studio, guardando soprattutto ad Antonio Fontanesi, nel bicentenario della nascita, agli artisti piemontesi della Scuola di Rivara (Carlo Pittara, Ernesto Bertea, Federico Pastoris e Alfredo D’Andrade), ai liguri della Scuola dei Grigi, che saranno al centro di un confronto con la pittura di Cristiano Banti,Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Odoardo Borrani, protagonisti di questa cruciale stagione artistica. Dal racconto della formazione dei protagonisti alle opere di pittori e maestri accademici di gusto romantico o purista, come Giuseppe Bezzuoli, Luigi Mussini, Enrico Pollastrini, Antonio Ciseri, Stefano Ussi, passando dai giovani futuri macchiaioli come Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Cristiano Banti, Odoardo Borrani, il confronto tra le opere farà emergere l’educazione tradizionale dei protagonisti, fedele ai grandi esempi rinascimentali.
Con lo sguardo rivolto all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1855, un avvenimento decisivo per i giovani macchiaioli, che suscitò grande curiosità ed emulazione nei confronti della nuova visione “oggettiva” e diretta, il pubblico compirà il suo viaggio attraverso anni di sperimentazione durante i quali le ricerche sul colore e sulla luce, condotte en plein air, crearono un comune denominatore tra pittori legati in gruppi e cenacoli, di cui l’esempio più noto fu quello dei Macchiaioli toscani.
L’ultimo capitolo del viaggio alla GAM accosta alle opere l’esperienza cruciale de il «Gazzettino delle Arti del Disegno», pubblicato a Firenze nel 1867, e l’«Arte in Italia», rivista fondata due anni dopo a Torino. Fu proprio sulle colonne del «Gazzettino» che Martelli, Signorini e altri critici sfoderarono il loro acuto spirito di lettura nei confronti delle espressioni contemporanee europee e la consapevolezza di una ulteriore svolta evolutiva della pittura.
Leggi anche:
• I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità
• Signorini, Fattori, Lega: i Macchiaioli in mostra a Lucca
• Viaggio in Italia. I paesaggi dell'Ottocento dai Macchiaioli ai Simbolisti
• Uno sguardo sull'Italia attraverso gli sguardi di 14 maestri in mostra alla GAM
L’immediatezza del vero passa attraverso le macchie di colore dei giovani frequentatori del Caffé Michelangiolo, da quella loro coraggiosa sperimentazione che inaugura un’arte italiana “moderna”, che ebbe proprio a Torino, nel maggio del 1861, la sua prima affermazione alla Promotrice delle Belle Arti. Un’attività che si sarebbe rafforzata al tempo della proclamazione della città a capitale del Regno d’Italia, percorsa da una stagione di particolare fermento culturale.
Sono questi gli anni che assistono alla nascita della collezione civica d’arte moderna - l’attuale GAM che aveva il compito di documentare l’arte allora contemporanea - e che rivivono nella mostra I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità in programma dal 26 ottobre al 24 marzo alla GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e contemporanea di Torino - a cura di Cristina Acidini e Virginia Bertone.
A ripercorrere gli antefatti, la nascita, la stagione iniziale e più felice della pittura macchiaiola, nel periodo che va dalla sperimentazione degli anni Cinquanta dell’Ottocento ai capolavori degli anni Sessanta, saranno 80 capolavori provenienti dai più importanti musei italiani, enti e collezioni private, che, per la prima volta alla GAM, si faranno interpreti di quel dialogo artistico tra Toscana, Piemonte e Liguria sulla ricerca sul vero.
Sarà la prestigiosa collezione ottocentesca della GAM a favorire un’inedita occasione di studio, guardando soprattutto ad Antonio Fontanesi, nel bicentenario della nascita, agli artisti piemontesi della Scuola di Rivara (Carlo Pittara, Ernesto Bertea, Federico Pastoris e Alfredo D’Andrade), ai liguri della Scuola dei Grigi, che saranno al centro di un confronto con la pittura di Cristiano Banti,Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Odoardo Borrani, protagonisti di questa cruciale stagione artistica. Dal racconto della formazione dei protagonisti alle opere di pittori e maestri accademici di gusto romantico o purista, come Giuseppe Bezzuoli, Luigi Mussini, Enrico Pollastrini, Antonio Ciseri, Stefano Ussi, passando dai giovani futuri macchiaioli come Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Cristiano Banti, Odoardo Borrani, il confronto tra le opere farà emergere l’educazione tradizionale dei protagonisti, fedele ai grandi esempi rinascimentali.
Con lo sguardo rivolto all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1855, un avvenimento decisivo per i giovani macchiaioli, che suscitò grande curiosità ed emulazione nei confronti della nuova visione “oggettiva” e diretta, il pubblico compirà il suo viaggio attraverso anni di sperimentazione durante i quali le ricerche sul colore e sulla luce, condotte en plein air, crearono un comune denominatore tra pittori legati in gruppi e cenacoli, di cui l’esempio più noto fu quello dei Macchiaioli toscani.
L’ultimo capitolo del viaggio alla GAM accosta alle opere l’esperienza cruciale de il «Gazzettino delle Arti del Disegno», pubblicato a Firenze nel 1867, e l’«Arte in Italia», rivista fondata due anni dopo a Torino. Fu proprio sulle colonne del «Gazzettino» che Martelli, Signorini e altri critici sfoderarono il loro acuto spirito di lettura nei confronti delle espressioni contemporanee europee e la consapevolezza di una ulteriore svolta evolutiva della pittura.
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