Fino all'11 settembre

Piccolo grande Burri

Cretto di Gibellina, Alberto Burri
 

Ludovica Sanfelice

11/07/2016

Arezzo - Non conosce riposo l'attenzione verso l'opera di Alberto Burri. Il centenario della sua nascita celebrato lo scorso anno con mostre, restauri, restrospettive e record all'asta ha contribuito a definire la statura di gigante che l'artista ha ricoperto sul piano espressivo nel Novecento.

Un tema - la sua grandezza - aperto a riflessioni come quella concepita da Saverio Verini e Laura Caruso negli spazi della Podesteria di Michelangelo a Chiusi della Verna dove si instaura un surreale confronto tra l'opera più microscopica di Burri, Muffa (1951), e la più grande delle sue creazioni, vale a dire il Grande Cretto di Gibellina. 2,5x8 centimetri la prima e 10 ettari la seconda, presente attraverso una ricca documentazione fotografica.

Dal curioso accostamento, la mostra intitolata "Le dimensioni della memoria”, contrae la carica di tutta la ricerca tesa tra i due punti radicalmente opposti.Particolarmente interessante sarà constatare come i due estremi siano capaci di trovare un punto di unione coerente sul piano formale, sintetizzando l'essenza sperimentale intimamente ancorata al tatto e all'impiego di materiali di tutta l'arte di Burri.

Il percorso, visitabile fino al prossimo 11 settembre, sarà anche occasione per presentare tre incontri fissati per il 31 luglio, il 21 agosto e l'11 settembre quando esperti, critici e studiosi di Burri verranno a discutere della carriera, dei lavori e del ruolo del grande maestro nel quadro dell’arte contemporanea. 

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