Tradizione dello splendore. Icone italiane contemporanee
Dal 13 Dicembre 2014 al 01 Marzo 2015
Pieve di Cento | Bologna
Luogo: MAGI - Museo Magi'900
Indirizzo: via Rusticana a/1
Orari: da martedì a domenica 10-18
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 051 6861545
Sito ufficiale: http://www.magi900.com
Un’ iniziativa decisamente inedita per un museo d’arte contemporanea, ispirata da una spiritualità fuori dal tempo, eppure profondamente calata nel presente. Attraverso un’ampia selezione di opere su tavola di sedici iconografi contemporanei, alle soglie delle festività natalizie il MAGI’900 propone una riflessione sull’identità dell’iconografia canonica nell’ambito della produzione artistica attuale. Invitando a rivolgere uno sguardo laico e attento ad un fenomeno sempre più significativo, per quanto appartato e ancora poco conosciuto, soprattutto nella sua declinazione italiana, la mostra intende infatti richiamare l’attenzione del pubblico su un tema ancora dibattuto e controverso. Mentre a vari livelli si discute se l’icona tradizionale si possa considerare il frutto di una vera ricerca artistica o semplicemente una ripetizione di modelli d’alto artigianato, il MAGI’900 conferma così la propria vocazione di museo eclettico e curioso, proponendo quasi provocatoriamente una mostra aperta a questo interrogativo, senza prendere una posizione definita, ma invitando gli spettatori ad una riflessione individuale.
Ispirati da una profonda devozione, gli iconografi italiani, che oggi lavorano ancora riprendendo principalmente modelli bizantini e duecenteschi, studiano, ripetono e declinano attentamente temi e modalità esecutive ormai millenari, superando le barriera del tempo e dello spazio, per affidare al linguaggio dell’arte la ricerca di una bellezza che vuole valicare il visibile. In un momento storico che spesso allontana e divide, i pittori contemporanei di icone si riallacciano dunque alla tradizione della Chiesa indivisa per conciliare Oriente ed Occidente, passato e futuro, e ritrovare negli archetipi delle più note immagini sacre un respiro di trascendenza unitario.
Fondi oro nati per sfavillare alla luce delle candele, narrazioni sospese, sguardi delicati, gesti e colori ricostruiti come precisi codici di comunicazione, trasformano l’ambiente espositivo in un luogo mistico e remoto, capace di affascinare il credente ed il semplice curioso, toccando diverse corde del cuore.
La mostra è documentata da un catalogo con opere di Monia Bucci, don Gianluca Busi, Antonio De Benedictis, Maria Thea Egentini, Mauro Felicani, Luisanna Garau, Giuliano Melzi, Paolo Orlando, Francesca Pari, Giancarlo Pellegrini, Ivan Polverari, Giovanni Raffa e Laura Renzi, Sebastian Tarud, Mara Zanette, Roberto Zaniolo, Paola Zuddas e testi di don Gianluca Busi, Valeria Tassinari e mons. Ernesto Vecchi.
Ispirati da una profonda devozione, gli iconografi italiani, che oggi lavorano ancora riprendendo principalmente modelli bizantini e duecenteschi, studiano, ripetono e declinano attentamente temi e modalità esecutive ormai millenari, superando le barriera del tempo e dello spazio, per affidare al linguaggio dell’arte la ricerca di una bellezza che vuole valicare il visibile. In un momento storico che spesso allontana e divide, i pittori contemporanei di icone si riallacciano dunque alla tradizione della Chiesa indivisa per conciliare Oriente ed Occidente, passato e futuro, e ritrovare negli archetipi delle più note immagini sacre un respiro di trascendenza unitario.
Fondi oro nati per sfavillare alla luce delle candele, narrazioni sospese, sguardi delicati, gesti e colori ricostruiti come precisi codici di comunicazione, trasformano l’ambiente espositivo in un luogo mistico e remoto, capace di affascinare il credente ed il semplice curioso, toccando diverse corde del cuore.
La mostra è documentata da un catalogo con opere di Monia Bucci, don Gianluca Busi, Antonio De Benedictis, Maria Thea Egentini, Mauro Felicani, Luisanna Garau, Giuliano Melzi, Paolo Orlando, Francesca Pari, Giancarlo Pellegrini, Ivan Polverari, Giovanni Raffa e Laura Renzi, Sebastian Tarud, Mara Zanette, Roberto Zaniolo, Paola Zuddas e testi di don Gianluca Busi, Valeria Tassinari e mons. Ernesto Vecchi.
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