Stefano Bolcato. The party is over
Dal 04 Novembre 2012 al 26 Gennaio 2013
Vitulano | Benevento
Luogo: GiaMaArt
Indirizzo: via Ladonisi 32
Orari: da martedì a sabato 16-20 e su appuntamento
Curatori: Carolina Lio
Telefono per informazioni: 0824 878665
E-Mail info: info@giamaartstudio.it
Sito ufficiale: http://www.giamaartstudio.it
Sabato 3 novembre alle ore 18.30, la GiaMaArt studio inaugura e si trasferisce al piano terra della sua già nota sede a Vitulano, presentando la mostra “The party is over”, personale dell'artista Stefano Bolcato, tra gli artisti vincitori della prima edizione del Premio ORA.
La scelta di Gianfranco Matarazzo di espandere la sua galleria d'Arte proprio nei locali occupati un tempo dall'officina di un fabbro, Vittorio, è stata dettata da due motivazioni fondamentali:
la prima, importantissima, è il desiderio di riaprire lo spazio fisico in cui operava Vittorio, che di Gianfranco era l’amatissimo padre: permettere ai colori delle tele e delle istallazioni di inondare quel posto, facendolo rivivere, va al di là di ogni esigenza di spazio. Il secondo motivo è legato alla continuità: dal momento che in senso figurato la “fucina” è il luogo dove si generano nuove idee, il luogo in cui nascono e si formano nuovi talenti, il passaggio “da officina a officina” è lineare e non comporta trasformazioni radicali, ma solo adattamento, da arte ad arte.
Il progetto presenterà una serie di lavori realizzati negli ultimi mesi dall'artista in un progetto preparato appositamente per la galleria e per i suoi nuovi spazi.
Stefano Bolcato segue una riconoscibile e coerente ricerca pop che porta avanti già da diversi anni. Tutte le sue opere sono, infatti, ambientante in un suo personale universo parallelo popolato dai piccoli personaggi e dai mattoncini assemblabili della LEGO. In questa dimensione recuperata dai tempi dell'infanzia e dotata di una forte connotazione simbolica, l'artista crea scene tanto ironiche quanto drammatiche. La vita vera in tutte le sue sfaccettature viene demistificata e resa caricaturale nel momento in cui è ricostruita da un gioco per bambini, permettendoci di guardare l'umana commedia dall'alto e di ripensare e soppesare ogni situazione. Possiamo in questo modo individuare quella dinamica ludica e persino comica dietro ogni cosa ci capita, sdrammatizzandola nella chiave pop e consumistica dei giorni d'oggi. Ma questo non senza una vena critica e melanconica che fanno da nucleo centrale non solo al percorso dei lavori in mostra, ma anche all'intera ricerca di Bolcato. Tra le sfumature del titolo scelto per la mostra troviamo un senso di nostalgia indefinita e di arrendevolezza davanti a un'inesorabile senso di chiusura e sconfitta.
Come spiega nel catalogo il curatore della mostra, Carolina Lio: “a essere finito è forse il mondo dell'infanzia, ma ancora più in generale il tempo delle illusioni. Nel momento in cui ci rendiamo conto di essere effettivamente descrivibili da teatrini di giocattoli, ecco sorgere delle ovvie domande sull'omologazione contemporanea, sul senso delle nostre azioni e su quanto di reale vi sia nell'apparente libertà individuale conquistata dall'uomo contemporaneo”. Affrontando temi sociali, dai fatti di cronaca ai più discussi temi politici, Stefano Bolcato lì dove ironizza riesce nello stesso tempo anche a sottolineare la patina di finzione che avvolge i nostri gesti quotidiani e le forzature destinate a scoppiare in situazioni grottesche da cui ci difendiamo esercitando una sorta di continuo inumano distacco da quello che ci circonda.
La scelta di Gianfranco Matarazzo di espandere la sua galleria d'Arte proprio nei locali occupati un tempo dall'officina di un fabbro, Vittorio, è stata dettata da due motivazioni fondamentali:
la prima, importantissima, è il desiderio di riaprire lo spazio fisico in cui operava Vittorio, che di Gianfranco era l’amatissimo padre: permettere ai colori delle tele e delle istallazioni di inondare quel posto, facendolo rivivere, va al di là di ogni esigenza di spazio. Il secondo motivo è legato alla continuità: dal momento che in senso figurato la “fucina” è il luogo dove si generano nuove idee, il luogo in cui nascono e si formano nuovi talenti, il passaggio “da officina a officina” è lineare e non comporta trasformazioni radicali, ma solo adattamento, da arte ad arte.
Il progetto presenterà una serie di lavori realizzati negli ultimi mesi dall'artista in un progetto preparato appositamente per la galleria e per i suoi nuovi spazi.
Stefano Bolcato segue una riconoscibile e coerente ricerca pop che porta avanti già da diversi anni. Tutte le sue opere sono, infatti, ambientante in un suo personale universo parallelo popolato dai piccoli personaggi e dai mattoncini assemblabili della LEGO. In questa dimensione recuperata dai tempi dell'infanzia e dotata di una forte connotazione simbolica, l'artista crea scene tanto ironiche quanto drammatiche. La vita vera in tutte le sue sfaccettature viene demistificata e resa caricaturale nel momento in cui è ricostruita da un gioco per bambini, permettendoci di guardare l'umana commedia dall'alto e di ripensare e soppesare ogni situazione. Possiamo in questo modo individuare quella dinamica ludica e persino comica dietro ogni cosa ci capita, sdrammatizzandola nella chiave pop e consumistica dei giorni d'oggi. Ma questo non senza una vena critica e melanconica che fanno da nucleo centrale non solo al percorso dei lavori in mostra, ma anche all'intera ricerca di Bolcato. Tra le sfumature del titolo scelto per la mostra troviamo un senso di nostalgia indefinita e di arrendevolezza davanti a un'inesorabile senso di chiusura e sconfitta.
Come spiega nel catalogo il curatore della mostra, Carolina Lio: “a essere finito è forse il mondo dell'infanzia, ma ancora più in generale il tempo delle illusioni. Nel momento in cui ci rendiamo conto di essere effettivamente descrivibili da teatrini di giocattoli, ecco sorgere delle ovvie domande sull'omologazione contemporanea, sul senso delle nostre azioni e su quanto di reale vi sia nell'apparente libertà individuale conquistata dall'uomo contemporaneo”. Affrontando temi sociali, dai fatti di cronaca ai più discussi temi politici, Stefano Bolcato lì dove ironizza riesce nello stesso tempo anche a sottolineare la patina di finzione che avvolge i nostri gesti quotidiani e le forzature destinate a scoppiare in situazioni grottesche da cui ci difendiamo esercitando una sorta di continuo inumano distacco da quello che ci circonda.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI
-
Dal 31 ottobre 2024 al 24 febbraio 2025
Milano | Fondazione Prada
Meriem Bennani. For My Best Family
-
Dal 31 ottobre 2024 al 02 febbraio 2025
Arezzo | Galleria d’Arte Contemporanea / Sala Sant’Ignazio
Vasari. Il Teatro delle Virtù
-
Dal 31 ottobre 2024 al 26 gennaio 2025
Roma | Scuderie del Quirinale
Guercino. L’era Ludovisi a Roma
-
Dal 01 novembre 2024 al 15 febbraio 2025
Torino | PAV - Parco Arte Vivente
Adrián Balseca. Cambio de fuerza
-
Dal 29 ottobre 2024 al 02 febbraio 2025
Milano | Museo Diocesano Carlo Maria Martini
Un capolavoro per Milano 2024 - Sandro Botticelli. Adorazione dei Magi
-
Dal 25 ottobre 2024 al 23 marzo 2025
Venezia | Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Roberto Matta 1911 - 2002