Gerhard Merz. The song of the nightingale
Dal 12 Aprile 2019 al 09 Giugno 2019
Firenze
Luogo: BASE / Progetti per l’arte Arte
Indirizzo: via San Niccolò 18r
Orari: dal martedì al venerdì dalle 18 alle 20 | dalle 20 alle 24 come vetrina. Per appuntamenti oltre l’orario d’apertura: +39 3286927 778
E-Mail info: info@baseitaly.org
Sito ufficiale: http://www.baseitaly.org
BASE / Progetti per l’arte Arte presenta venerdì 12 aprile dalle ore 18 la mostra di Gerhard Merz dal titolo The song of the nightingale. Per la prima volta dopo la sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 1997 l’artista tedesco – affermatosi sulla scena internazionale per il suo personale ed inedito dialogo tra pittura, minimalismo e arte concettuale – torna ad esporre in Italia con una mostra personale.
La mostra è stata ideata appositamente per lo spazio non profit BASE di Firenze – giunto al suo ventunesimo anno di attività – per riflettere sulla ragion d’essere del gesto artistico, sia dal punto di vista generale che specifico. La soluzione, individuata e proposta dall’artista, è espressa nel particolare dialogo che le opere esposte riescono ad instaurare fra loro sebbene l’assoluta eterogeneità di tecniche impiegate. Infatti, ogni sua opera è animata allo stesso tempo da un approccio radicale di matrice concettuale e da una forte carica poetica destabilizzante.
The song of the nightingale è un progetto, come suggerisce lo stesso artista, in cui non è necessario aggiungere costruzioni critiche per essere fruito: bisogna osservare, nient’altro. E’ tuttavia possibile contestualizzare i gesti che hanno generato le differenti opere: il tappeto bianco posto a terra porta su di sé lettere che formano una poesia criptica, che in realtà è la trascrizione nel linguaggio fonetico di The song of the nightingale (il canto dell’usignolo) realizzato dal naturalista, storico e disegnatore francese Adolphe Dureau de la Malle (1777-1857); la scultura è uno scolabottiglie di plastica, di recente produzione industriale, cromato dall’artista ed esposto dentro una teca costruita appositamente. E ancora, il disegno è il frutto di una lenta azione di ricalco, riga dopo riga, delle linee di una carta millimetrata, mentre il quadro è esattamente ciò che appare, ovvero un quadro.
Gerhard Merz (Mammendorf, Germania, 1947; vive e lavora tra Berlino e Pescia, Italia) è un artista tedesco che indaga dagli anni Settanta la relazione tra pittura e architettura per dare un nuovo senso all’esperienza del concetto di arte. I suoi interventi non solo influenzano lo spazio, ma sono in parte una sua componente elementare o addirittura lo spazio stesso. L’artista individua così una nuova idea di pittura minimalista. Dalla metà degli anni Ottanta entrano a far parte della sua pratica anche gli elementi della scrittura e della poesia, che lo portano ad analizzare il rapporto tra opera e storia dell’arte, come tra opera e mercato dell’arte. Un esempio importante di quest’attitudine è l’installazione dal titolo Victory of the Sun, presentata a Documenta 8 nel 1987. Dal 1988 al 1994 Merz, nel suo Archipittura, esegue una sintesi di pittura e architettura. In questo periodo si rifà agli edifici di Mies van der Rohe, così come alle opere di Marcel Duchamp, Kasimir Malevich o Barnett Newman, attraverso le quali riflette sugli assunti cardine del “Modernismo”. Le sue mostre, come il progetto realizzato nel 1997 per il padiglione tedesco alla Biennale di Venezia, sono il tentativo di mostrare senza mediazioni e interpretazioni gli strumenti stessi della pittura, del disegno, della scultura, della luce e dell'architettura. Tra la più importanti mostre internazionali a cui ha partecipato sono da citare: Documenta 6, Kassel, 1977; Westkunst, Koln, 1981; Documenta 7, Kassel, 1982; Von hier aus - Zwei Monate neue Kunst, Dusseldorf, 1984; Chambre d'amis, Gent, 1986; Documenta 8, Kassel, 1987; Documenta IX, Kassel, 1992; Padiglione Tedesco, Biennale di Venezia, 1997; Kunstverein Hannover Expo 2000; Hannover, 2000; Das XX. Jahrhundert, Berlin, 2000; Kunsthaus Bregenz, 2003; Printemps de Septembre, Toulouse, 2005; Re-Object, Kunsthaus Bregenz, 2007.
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