Fabio Salafia. Geografie del cuore
![Fabio Salafia, Il mio blu, 2013. Olio su tavola, cm 42x61 Fabio Salafia, Il mio blu, 2013. Olio su tavola, cm 42x61](http://www.arte.it/foto/600x450/63/45223-Fabio-Salafia_-Il-mio-blu_-2013_-Olio-su-tavola-cm-42-x-61_light.jpg)
Fabio Salafia, Il mio blu, 2013. Olio su tavola, cm 42x61
Dal 18 Marzo 2016 al 16 Aprile 2016
Roma
Luogo: Galleria Acquario Arte contemporanea
Indirizzo: via Giulia 178
Orari: da martedì a domenica 16-20
Curatori: Elisa Mandarà
Telefono per informazioni: +39 06 64 76 03 53
E-Mail info: postmaster@galleriacquario.it
Sito ufficiale: http://www.galleriacquario.it/
Approda a Roma l’intensa personalità del pittore siciliano Fabio Salafia, con una preziosa mostra allestita presso la Galleria Acquario Arte Contemporanea, con una cura critica affidata ad Elisa Mandarà.
La personale Geografie del cuore, costituita da una corposa silloge di oli di diverso formato, costituisce il trasferimento della più recente esposizione dell’artista, ospitata lo scorso agosto presso il suggestivo Castello di Donnafugata, nei pressi di Ragusa, rispetto alla quale mostra, questa nuova occasione espositiva dell’artista presenta anche lavori inediti.
Pittore tra i più apprezzati tra le nuove voci dello scenario artistico italiano, Fabio Salafia intraprende il cursus espositivo nel 2002, che si dispiega in seno a mostre collettive, oltre cento, nel territorio nazionale, quindi in una collana di personali, la cui prima, Equazioni visive, viene ospitata dalla Galleria degli Archi di Comiso ed illustrata da un catalogo, in cui la prefazione porta la prestigiosa firma di Piero Guccione.
Sul piano tematico e stilistico, Salafia avvia il suo percorso da una ispirazione fondamentalmente paesaggistica, ma vissuta in una originale soggettività delle percezioni e della restituzione della natura. Pur mantenendo un costante riferimento al reale, condotto in una sofisticata rete di analogie col vero naturale, l’artista porta avanti un discorso che investe parimenti sui valori pittorici dell’opera.
Nell’affrontare quello che a un primo sguardo potremmo valutare come paesaggismo, Salafia si allontana dalla figurazione tout court, come scrive Elisa Mandarà nel testo critico che accompagna l’esposizione, «per dare forza al segno e al gesto, al punto tale che l’energia del suo gesto e del suo segno diventa la struttura portante della sua opera. Il paesaggio di Salafia – continua il critico d’arte – è dunque parafrasi di natura, è uno spazio verosimile concepito essenzialmente come luogo evocativo di regioni intime. È un guardare nuovo, che nulla ritiene del calco fotografico ai luoghi cari, amati nelle loro vibrazioni ctonie, sedimentati in un compendio caleidoscopico di immagini, introiettate dal cuore, quasi in autonomia dalla vista e profuse sulla tela, in spargimenti lirici e pittorici».
Da qui il titolo della mostra, Geografie del cuore, che, ponendo l’accento sul valore di traduzione d’una emozione che si propone il pittore siciliano, non ne vuole celare la fine cultura figurativa, forte di studi specifici su maestri senza tempo come Leonardo da Vinci, Charles Le Brun, Cartesio. È dunque un viaggio, quello di Fabio Salafia, che addita, quale meta ultima, all’anima, al nucleo caldo delle cose naturali e delle cose dell’uomo, in un discorso stilistico finissimo, che percorre con sapiente equilibrismo il difficile confine tra figurazione e volontà d’astratto, con una tenace attenzione alle fascinazioni sprigionate dalla consapevole amministrazione della materia pittorica.
Fabio Salafia nasce nel 1979 a Grammichele, in provincia di Catania. La sua vocazione artistica è testimoniata dal percorso di studi, l’Istituto Regionale d’Arte “Raffaele Libertini” di Grammichele, dove consegue la maturità in Design Architettura e Arredamento, e l’Accademia delle Belle Arti di Catania, dove si laurea nel 2004.
Fin dai primi lavori, si profila l’interesse fondamentale del pittore per il paesaggio, affrontato nel tempo con diverse tecniche, l’olio, il pastello, l’incisione, e indagato nella soggettività delle percezioni della natura, come essenziale traduzione d’una emozione. Le chiavi d’accesso all’universo pittorico di Salafia vanno infatti ricercate proprio nelle regioni stratificate dell’io
Sul sito dell’Artista, la rassegna completa delle esposizioni, personali e collettive.
Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti negli anni, segnaliamo: 4ª Biennale Internazionale di Pittura, Premio Felice Casorati, Pavarolo (To); “Concorso internazionale di Pittura Giuseppe Gambino 2015”, Chiostro della Chiesa di Madonna dell’Orto; Premio Nazionale delle Arti, edizione 2005; Museo degli Strumenti Musicali, Roma, 2006;20x20, Galleria Beukers, Rotterdam (Olanda); 2004; 8ª edizione Prima Parete in Concerto, Complesso Le Ciminiere, Catania; Cantieri Culturali Zisa, Palermo; Il Cantico dei Cantici, Palazzo della Signoria, Jesi (An).2005; 2007 Premio terna 01, Roma (sez. online), 2007; Dell'amore, il canto; 2ª edizione La terra ha bisogno di uomini , Reggia di Caserta, 2009; 47ª biennale Mostra nazionale di pittura contemporanea, Santhià (Vc). Del 2010 è Aspetti di Arte astratta nella raccolta "Fiocchi", Palazzo Forte Malatesta, Ascoli Piceno, che ospita, assieme a Salafia, artisti del calibro di Accardi, Balla, Calabria, Festa, Capogrossi, Schifano, Fontana, Burri.
Tra le numerose opere, menzioniamo il polittico A San Sebastiano, destinato alla Chiesa di San Sebastiano di Palagonia (CT), esitato nel 2007.
Tra le voci critiche che hanno scritto di Fabio Salafia citiamo Paolo Nifosì, Piero Guccione, Francesco Brancato, Armando Ginesi, Valentina Falcioni, Riccardo Passoni, Tiziana Rasà, Giuseppina Radice, Paolo Giansiracusa, Marco Di Capua, Sebastiano Gesù, Elisa Mandarà.
L’artista vive e lavora a Grammichele.
Vernissage venerdì 18 marzo 2016, ore 18.30
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