I percorsi del filo. L’arte, le donne, il nuovo merletto
Dal 09 Marzo 2013 al 28 Marzo 2013
Roma
Luogo: Sala Santa Rita
Indirizzo: via Montanara
Orari: da martedì a sabato 11-19
Curatori: Istituto per la Promozione del Merletto
Enti promotori:
- Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale Dipartimento Cultura – Ufficio Programmazione e Gestione Spazi Culturali
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 060608/ 06 82077305
E-Mail info: g.gnetti@zetema.it
Sito ufficiale: http://www.salasantarita.culturaroma.it
Dalle imponenti opere di fiber art di Fulvia Lorenzutti e Beatrice Colabianchi alle raffinate interpretazioni di Mia Dvorak e di Iolanda Ottavi, la mostra collettiva I percorsi del filo. L’arte, le donne, il nuovo merletto, alla Sala Santa Rita dal 9 al 28 marzo 2013, propone una panoramica delle tendenze contemporanee e delle tecniche di lavorazione del merletto d'arte affermatesi negli ultimi anni, per lo più sconosciute al grande pubblico, evidenziandone le grandi potenzialità e capacità espressive. Affianca le opere delle quattro artiste la creazione collettiva realizzata dalle donne dell’associazione culturale Istituto per la Promozione del Merletto, che ha curato la mostra.
L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale Dipartimento Cultura – Ufficio Programmazione e Gestione Spazi Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
Dalla fine degli anni Settanta del secolo scorso, un “nuovo Rinascimento del merletto” in ambito europeo ha favorito la riscoperta e il recupero delle lavorazioni tradizionali. Alla luce di un profondo rinnovamento che unisce alla perfezione tecnica tradizionale nuove forme espressive e nuovi utilizzi, il merletto non è più solo l’oggetto che conosciamo bensì una forma d’arte che si inserisce a pieno titolo nel più generale contesto della fiber art. Non solo, il nuovo merletto trova spazio anche nell’ambito dell’arte applicata rinnovata nella tecnica e nella progettualità, come forma di sperimentazione creativa nel campo della moda e del gioiello.
La riscoperta delle lavorazioni tradizionali ha favorito la nascita di associazioni di donne (e non solo) che si incontrano, imparano e creano merletti. Una creatività gioiosa e intensa al di fuori degli schemi e dell'immaginario della tradizione, che gioca con le tecniche, con i materiali, con le dimensioni. Dal monumentale e tridimensionale al piccolo e prezioso, dai materiali di riciclo alle gemme; un'arte antica e tipicamente femminile si rinnova e il filo che si intreccia nel suo procedere dinamico diventa una metafora della vita, della memoria, della storia, dell'anima.
L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale Dipartimento Cultura – Ufficio Programmazione e Gestione Spazi Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
Dalla fine degli anni Settanta del secolo scorso, un “nuovo Rinascimento del merletto” in ambito europeo ha favorito la riscoperta e il recupero delle lavorazioni tradizionali. Alla luce di un profondo rinnovamento che unisce alla perfezione tecnica tradizionale nuove forme espressive e nuovi utilizzi, il merletto non è più solo l’oggetto che conosciamo bensì una forma d’arte che si inserisce a pieno titolo nel più generale contesto della fiber art. Non solo, il nuovo merletto trova spazio anche nell’ambito dell’arte applicata rinnovata nella tecnica e nella progettualità, come forma di sperimentazione creativa nel campo della moda e del gioiello.
La riscoperta delle lavorazioni tradizionali ha favorito la nascita di associazioni di donne (e non solo) che si incontrano, imparano e creano merletti. Una creatività gioiosa e intensa al di fuori degli schemi e dell'immaginario della tradizione, che gioca con le tecniche, con i materiali, con le dimensioni. Dal monumentale e tridimensionale al piccolo e prezioso, dai materiali di riciclo alle gemme; un'arte antica e tipicamente femminile si rinnova e il filo che si intreccia nel suo procedere dinamico diventa una metafora della vita, della memoria, della storia, dell'anima.
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