Fino al 12 giugno un percorso unico tra Palazzo Martinengo e il Museo Diocesano
Nel segno delle donne. A Brescia un doppio appuntamento con il femminile nell'arte
Francesco Vinea (Forlì, 1845 - Firenze, 1902), Il ballo sul prato, Collezione Segalini
Francesca Grego
18/02/2022
Brescia - Difficile immaginare l’arte occidentale senza le donne: se delle grandi pittrici dimenticate si è iniziato a parlare di recente, dentro la cornice il femminile è protagonista da sempre, nel sacro come nel profano. Un doppio appuntamento espositivo lo illustra a Brescia, riunendo in un percorso organico la Pinacoteca di Palazzo Martinengo e il Museo Diocesano. Complementari per soggetto e impostazione, entrambe le mostre saranno visitabili fino al 12 giugno con un unico biglietto, due capitoli di un solo, grande evento all’insegna del femminile.
A Palazzo Martinengo Donne nell’Arte. Da Tiziano a Boldini esplora quattro secoli di pittura in circa 90 opere, tra le quali figurano autentici capolavori della tradizione europea. Dame raffinate, eroine del mito, eteree fanciulle, madri, popolane e irresistibili femme fatale raccontano come lo sguardo dei maestri del passato si è posato sul mondo femminile e come è cambiata nel tempo la sua rappresentazione. Si parte dall’antico con Tiziano, Guercino, Pitocchetto e Artemisia Gentileschi, per approdare all’Ottocento e agli albori del Novecento con Francesco Hayez, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Giovanni Boldini, Gustav Klimt.
Ettore Tito (Castellammare di Stabia, 1859 - Venezia, 1941), Con la rosa tra le labbra, Collezione privata
“Il tema della donna”, spiega il curatore Davide Dotti, “è così affascinante e coinvolgente che gli artisti, soprattutto tra XVI e XIX secolo, lo hanno indagato da ogni prospettiva iconografica, eternando le ‘divine creature’ in capolavori che tutt’oggi seducono fatalmente il nostro sguardo. Per il visitatore è l’occasione di compiere un emozionante viaggio ricco di sorprese, impreziosito da dipinti inediti scoperti di recente in prestigiose collezioni private, opere mai esposte prima d’ora, e incontri ravvicinati con celebri donne del passato, tra cui la bresciana Francesca (Fanny) Lechi, ritratta nel 1803 dal grande Andrea Appiani in una straordinaria tela che torna visibile al pubblico dopo oltre venticinque anni dall’ultima apparizione”.
Lungo otto sezioni tematiche, incontriamo sante ed eroine bibliche, da Maddalena a Salomé, personaggi del mito come Circe, Dafne, Leda, Europa, e donne del mondo antico che grazie a gesti di grande carattere sono riuscite a entrare in una storia scritta al maschile, basti pensare a Cleopatra o a Sofonisba. Ma il clou del progetto arriva con le epoche più recenti, quando la pittura prova ad addentrarsi nella vita delle donne reali per coglierne i segreti stati d’animo o lasciarsi ammaliare dalla loro civetteria, tra abiti e acconciature che documentano lo spirito di un’epoca. Nell’Ottocento nuove icone fanno capolino sulla tela: sono madri e lavoratrici colte nelle loro occupazioni quotidiane o bellezze ritratte in situazioni intime e atteggiamenti maliziosi che ne esaltano la carica sensuale.
Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 - Parigi, 1931), Calze nere, 1884. Collezione privata
L’itinerario prosegue al Museo Diocesano con Sacro al femminile. Opere degli allievi di Moretto. Al vertice del Rinascimento bresciano con Romanino e Giovanni Gerolamo Savoldo, Alessandro Bonvicino detto il Moretto introdusse in questi territori le straordinarie novità dei veneti Tiziano e Lorenzo Lotto, ma anche le ispirazioni della pittura fiamminga. Lo scopriremo nel cinquecentesco complesso di San Giuseppe attraverso tredici opere create dai suoi allievi più talentuosi: uno accanto all’altro, i dipinti di Francesco Ricchino, Agostino Galeazzi e Luca Mombello regalano uno scorcio prezioso sulla rappresentazione delle donne nell’arte sacra nel Cinquecento e invitano a proseguire il viaggio esplorando i tesori della collezione permanente del Museo Diocesano di Brescia.
Agostino Galeazzi, Sacra Famiglia con San Giovannino. Olio su tela. Collezione privata
La mostra è l’occasione per il debutto di alcuni dipinti inediti di Galeazzi (la Sacra famiglia con San Giovannino e Noli me tangere), da scoprire insieme allo Sposalizio mistico di Santa Caterina di Luca Mombello, che conserva ancora la cornice originale disegnata e intagliata dallo stesso artista. Dopo oltre un secolo dall’ultima apparizione pubblica, inoltre, si può nuovamente ammirare la splendida pala d’altare con la Madonna col Bambino e le Sante Cecilia e Caterina e due committenti, capolavoro giovanile di Agostino Galeazzi, che un tempo ornava l’altare della nobile famiglia bresciana dei Luzzago nella chiesa San Pietro in Oliveto.
Aspettando l’appuntamento di Brescia e Bergamo Capitali italiane della Cultura 2023, l’itinerario di Sacro al Femminile riscopre dunque il ricco patrimonio del territorio e “dialoga con la mostra Donne nell’arte di Palazzo Martinengo, valorizzando il concetto di museo diffuso”, racconta il presidente del Museo Diocesano Nicoletta Bontempi: “Un’occasione per creare stimolanti azioni di rete e di connessione, che si riflette nel rapporto, attraverso la storia, tra museo, territorio e città”.
Luca Mombello, Santa Giulia. Olio su tela. Collezione privata
Vedi anche:
• FOTO - Le donne nell'arte
• Le donne nell'arte: a Brescia un viaggio nella bellezza, da Tiziano a Boldini
A Palazzo Martinengo Donne nell’Arte. Da Tiziano a Boldini esplora quattro secoli di pittura in circa 90 opere, tra le quali figurano autentici capolavori della tradizione europea. Dame raffinate, eroine del mito, eteree fanciulle, madri, popolane e irresistibili femme fatale raccontano come lo sguardo dei maestri del passato si è posato sul mondo femminile e come è cambiata nel tempo la sua rappresentazione. Si parte dall’antico con Tiziano, Guercino, Pitocchetto e Artemisia Gentileschi, per approdare all’Ottocento e agli albori del Novecento con Francesco Hayez, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Giovanni Boldini, Gustav Klimt.
Ettore Tito (Castellammare di Stabia, 1859 - Venezia, 1941), Con la rosa tra le labbra, Collezione privata
“Il tema della donna”, spiega il curatore Davide Dotti, “è così affascinante e coinvolgente che gli artisti, soprattutto tra XVI e XIX secolo, lo hanno indagato da ogni prospettiva iconografica, eternando le ‘divine creature’ in capolavori che tutt’oggi seducono fatalmente il nostro sguardo. Per il visitatore è l’occasione di compiere un emozionante viaggio ricco di sorprese, impreziosito da dipinti inediti scoperti di recente in prestigiose collezioni private, opere mai esposte prima d’ora, e incontri ravvicinati con celebri donne del passato, tra cui la bresciana Francesca (Fanny) Lechi, ritratta nel 1803 dal grande Andrea Appiani in una straordinaria tela che torna visibile al pubblico dopo oltre venticinque anni dall’ultima apparizione”.
Lungo otto sezioni tematiche, incontriamo sante ed eroine bibliche, da Maddalena a Salomé, personaggi del mito come Circe, Dafne, Leda, Europa, e donne del mondo antico che grazie a gesti di grande carattere sono riuscite a entrare in una storia scritta al maschile, basti pensare a Cleopatra o a Sofonisba. Ma il clou del progetto arriva con le epoche più recenti, quando la pittura prova ad addentrarsi nella vita delle donne reali per coglierne i segreti stati d’animo o lasciarsi ammaliare dalla loro civetteria, tra abiti e acconciature che documentano lo spirito di un’epoca. Nell’Ottocento nuove icone fanno capolino sulla tela: sono madri e lavoratrici colte nelle loro occupazioni quotidiane o bellezze ritratte in situazioni intime e atteggiamenti maliziosi che ne esaltano la carica sensuale.
Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 - Parigi, 1931), Calze nere, 1884. Collezione privata
L’itinerario prosegue al Museo Diocesano con Sacro al femminile. Opere degli allievi di Moretto. Al vertice del Rinascimento bresciano con Romanino e Giovanni Gerolamo Savoldo, Alessandro Bonvicino detto il Moretto introdusse in questi territori le straordinarie novità dei veneti Tiziano e Lorenzo Lotto, ma anche le ispirazioni della pittura fiamminga. Lo scopriremo nel cinquecentesco complesso di San Giuseppe attraverso tredici opere create dai suoi allievi più talentuosi: uno accanto all’altro, i dipinti di Francesco Ricchino, Agostino Galeazzi e Luca Mombello regalano uno scorcio prezioso sulla rappresentazione delle donne nell’arte sacra nel Cinquecento e invitano a proseguire il viaggio esplorando i tesori della collezione permanente del Museo Diocesano di Brescia.
Agostino Galeazzi, Sacra Famiglia con San Giovannino. Olio su tela. Collezione privata
La mostra è l’occasione per il debutto di alcuni dipinti inediti di Galeazzi (la Sacra famiglia con San Giovannino e Noli me tangere), da scoprire insieme allo Sposalizio mistico di Santa Caterina di Luca Mombello, che conserva ancora la cornice originale disegnata e intagliata dallo stesso artista. Dopo oltre un secolo dall’ultima apparizione pubblica, inoltre, si può nuovamente ammirare la splendida pala d’altare con la Madonna col Bambino e le Sante Cecilia e Caterina e due committenti, capolavoro giovanile di Agostino Galeazzi, che un tempo ornava l’altare della nobile famiglia bresciana dei Luzzago nella chiesa San Pietro in Oliveto.
Aspettando l’appuntamento di Brescia e Bergamo Capitali italiane della Cultura 2023, l’itinerario di Sacro al Femminile riscopre dunque il ricco patrimonio del territorio e “dialoga con la mostra Donne nell’arte di Palazzo Martinengo, valorizzando il concetto di museo diffuso”, racconta il presidente del Museo Diocesano Nicoletta Bontempi: “Un’occasione per creare stimolanti azioni di rete e di connessione, che si riflette nel rapporto, attraverso la storia, tra museo, territorio e città”.
Luca Mombello, Santa Giulia. Olio su tela. Collezione privata
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