DALLA FIGURA ALLA FIGURAZIONE NEL ‘900 ITALIANO. Emblemi da una collezione

Giorgio De Chirico
Dal 09 Settembre 2011 al 06 Novembre 2011
Venezia
Luogo: Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, Palazzo Loredan
Indirizzo: San Marco, 2945
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18; chiusura lunedì.
A Palazzo Loredan, sede dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti, viene presentata una esposizione che documenta una tra le più interessanti raccolte d’arte moderna italiana: la collezione Giuseppe Merlini, che qui si svela per la prima volta al pubblico.
Si tratta di una raccolta di circa 300 opere, unica per genesi. Nasce infatti dalla passione intellettuale del suo artefice, una curiosità che lo ha condotto all’esame di quanto la critica stava approfondendo, per calibrare su questo la scelta delle opere da inserire nella sua collezione.
La selezione di capolavori proposta da Stefano Cecchetto a Palazzo Loredan propone opere attentamente “meditate”, frutto di uno studio attento e di un’analisi bibliografica, oltre che dell’ istantanea emozione estetica.
Tutti gli artisti che compongono la geografia di questo percorso – alcuni di chiara fama altri nell’alveo di una situazione storica particolare – sono infatti accomunati da un’autorevole apparato scientifico. Con molti di loro il collezionista ha avuto anche rapporti di frequentazione e legami di amicizia personale.
Le scelte delle opere in mostra – condotta dal curatore della rassegna, Stefano Cecchetto - tracciano le linee guida di un percorso: dalla ‘figura’ alla ‘figurazione’, come emblemi di una metamorfosi e svelano la rappresentazione iconografica del cambiamento nelle arti del Novecento.
Dal concetto di spazio al concetto spaziale, il tema della figurazione nelle arti visive del Novecento, si evolve dentro a un percorso mirato a rappresentare i mutamenti e le variazioni di un secolo sicuramente determinante per lo sviluppo delle arti figurative.
Nella selezione attuata dal curatore avanzano così in sequenza le opere di Amedeo Modigliani, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio Giorgio Morandi, Filippo De Pisis, Mario Sironi, Massimo Campigli, Mario Tozzi, Gino Severini, Renato Paresce, Enrico Baj, Renato Guttuso, Ennio Morlotti, Lucio Fontana, Valerio Adami, Roberto Crippa, Piero Guccione, Omar Galliani, Claudio Parmiggiani e Giuseppe Maraniello.
Avviata all’inizio degli anni settanta, la collezione conta oggi più di trecento opere – tutte di altissima qualità e coerenza pittorica – che raccontano un tracciato della storia dell’arte italiana del secondo dopoguerra.
Un altro aspetto importante, relativo alla collezione è dato dall’attenzione verso le problematiche conservative, legate alla analisi ed alla conservazione delle opere in collezione Questo particolare aspetto della conservazione e restauro sarà anche uno dei temi specifici della mostra veneziana che ospiterà al suo interno una sala attrezzata a laboratorio – istituito e coordinato dalla restauratrice della collezione – disposizione delle scuole e della didattica, per la dimostrazione sul campo delle diverse operatività di intervento.
Si tratta di una raccolta di circa 300 opere, unica per genesi. Nasce infatti dalla passione intellettuale del suo artefice, una curiosità che lo ha condotto all’esame di quanto la critica stava approfondendo, per calibrare su questo la scelta delle opere da inserire nella sua collezione.
La selezione di capolavori proposta da Stefano Cecchetto a Palazzo Loredan propone opere attentamente “meditate”, frutto di uno studio attento e di un’analisi bibliografica, oltre che dell’ istantanea emozione estetica.
Tutti gli artisti che compongono la geografia di questo percorso – alcuni di chiara fama altri nell’alveo di una situazione storica particolare – sono infatti accomunati da un’autorevole apparato scientifico. Con molti di loro il collezionista ha avuto anche rapporti di frequentazione e legami di amicizia personale.
Le scelte delle opere in mostra – condotta dal curatore della rassegna, Stefano Cecchetto - tracciano le linee guida di un percorso: dalla ‘figura’ alla ‘figurazione’, come emblemi di una metamorfosi e svelano la rappresentazione iconografica del cambiamento nelle arti del Novecento.
Dal concetto di spazio al concetto spaziale, il tema della figurazione nelle arti visive del Novecento, si evolve dentro a un percorso mirato a rappresentare i mutamenti e le variazioni di un secolo sicuramente determinante per lo sviluppo delle arti figurative.
Nella selezione attuata dal curatore avanzano così in sequenza le opere di Amedeo Modigliani, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio Giorgio Morandi, Filippo De Pisis, Mario Sironi, Massimo Campigli, Mario Tozzi, Gino Severini, Renato Paresce, Enrico Baj, Renato Guttuso, Ennio Morlotti, Lucio Fontana, Valerio Adami, Roberto Crippa, Piero Guccione, Omar Galliani, Claudio Parmiggiani e Giuseppe Maraniello.
Avviata all’inizio degli anni settanta, la collezione conta oggi più di trecento opere – tutte di altissima qualità e coerenza pittorica – che raccontano un tracciato della storia dell’arte italiana del secondo dopoguerra.
Un altro aspetto importante, relativo alla collezione è dato dall’attenzione verso le problematiche conservative, legate alla analisi ed alla conservazione delle opere in collezione Questo particolare aspetto della conservazione e restauro sarà anche uno dei temi specifici della mostra veneziana che ospiterà al suo interno una sala attrezzata a laboratorio – istituito e coordinato dalla restauratrice della collezione – disposizione delle scuole e della didattica, per la dimostrazione sul campo delle diverse operatività di intervento.
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