Una bottega di libri e di cultura. Baldini libraio ed editore
Dal 06 Febbraio 2013 al 02 Marzo 2013
Milano
Luogo: Biblioteca Nazionale Braidense
Indirizzo: via Brera 28
Orari: da lunedì a sabato 9-13.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 86460907
E-Mail info: b-brai.mediabrera.comunicazione@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.braidense.it/attivita/news.php?ID_news=385
In occasione della presentazione del Ritratto di Ettore Baldini, dipinto nel 1912 da Cesare Tallone e che ora, con la tradizionale liberalità di molti milanesi amanti della cultura, è stato donato alla Pinacoteca di Brera dai nipoti dell’editore Giulia, Filippo, Giacomo e Rino Crivelli, la Biblioteca Nazionale Braidense ha accolto con entusiasmo la possibilità di collaborare con un percorso parallelo, che documenti il ruolo e la storia di Baldini editore, uno degli attori principali della scena culturale ed economica nella Milano della prima metà del Novecento.
Dal 1897 Ettore Baldini, con il socio Antenore Castoldi, oltre che per un primo tratto con Alceste Borella e all’inizio anche con Gian Pietro Lucini, proseguirono la tradizione ben consolidata nei decenni precedenti del libraio-editore.
Discendevano dalla storica Libreria editrice Galli, in cui Baldini e Castoldi lavoravano, e la cui produzione e i cui due negozi in Galleria Vittorio Emanuele la nuova società da loro fondata, la “Baldini Castoldi e C.”, aveva rilevato. Per un cinquantennio, fino alla seconda guerra mondiale (Baldini si ritirò dal lavoro nel 1940), i due soci riuscirono a condurre una delle più attive “botteghe” librarie di Milano di quel periodo. È «bottega» la parola che meglio si presta a nominare la loro attività: un’attività essenzialmente artigiana, basata su una produzione limitata e una tipologia libraria semplice (isolati i libri illustrati, rare le copertine elaborate), su un rapporto diretto e concreto con gli autori, attraverso una promozione fondata sulla libreria e su alcuni nomi di grande richiamo. Tutto fatto in casa, come saprà raccontare in alcune pagine memorabili di Ore di città Delio Tessa, che nel negozio in Galleria identificò uno dei luoghi più caratteristici della sua Milano. Mantenendo quella dimensione artigianale, la società editrice seppe navigare per diversi decenni con ottimi risultati commerciali e con una posizione di rilievo nelle proposte culturali. I due soci avevano la capacità di intercettare i gusti medi del pubblico, adattandosi prontamente e persino anticipando i mutamenti che una cultura finalmente di massa
richiedeva agli editori. Da Galli ripresero scrittori di grande e grandissimo successo, come Fogazzaro, il loro autore più importante, che dalla riedizione di Piccolo mondo antico alla morte nel 1911 pubblicò o ripubblicò da Baldini e Castoldi tutti i suoi libri o come il romanziere e drammaturgo Gerolamo Rovetta. Ma furono loro scoperte autori che nei primi decenni del secolo interpretarono desideri e preferenze del grande pubblico, così da raggiungere tirature prima impensabili: è il caso di Guido da Verona e di Salvator Gotta. Analogo fiuto caratterizza la nutrita presenza di autori stranieri, che vede, accanto a nomi molto diffusi come Gorki o Prevost, di successi quali Ben Hur di Wallace, Quo vadis di Sienkiewicz o
Incompreso di Montgomery, e che arriverà negli anni Trenta a un notevole lavoro di introduzione della narrativa ungherese, come Körmendi e Márai. È significativo quanti dei testi della Baldini e Castoldi diventassero soggetti di trasposizioni cinematografiche, spesso di grande successo.
Della dimensione artigianale era parte costitutiva la libreria, primo centro di pubblicità dei loro prodotti, e non solo frequentatissimo luogo di smercio per il grande pubblico, ma anche punto di incontro della vita intellettuale e artistica milanese. Dei due soci, strettamente complementari, era Baldini, come bene rileva Tessa, a svolgere il ruolo amichevole e “ottimista”, a lui si indirizzavano autori e acquirenti, sicuri di un rapporto fiducioso e solidale.
Dal naufragio dell’archivio della casa editrice, resta, conservata amorevolmente dai nipoti che hanno donato il ritratto di Tallone, una parte del carteggio appunto di Ettore Baldini.
Attraverso queste carte la Biblioteca Nazionale Braidense ha il piacere di offrire un percorso che, insieme ai molti libri della Baldini e Castoldi posseduti dalla biblioteca, e a documenti giornalistici e iconografici, permetta di ricostruire la storia e il contesto di un editore tanto significativo.
Dal 1897 Ettore Baldini, con il socio Antenore Castoldi, oltre che per un primo tratto con Alceste Borella e all’inizio anche con Gian Pietro Lucini, proseguirono la tradizione ben consolidata nei decenni precedenti del libraio-editore.
Discendevano dalla storica Libreria editrice Galli, in cui Baldini e Castoldi lavoravano, e la cui produzione e i cui due negozi in Galleria Vittorio Emanuele la nuova società da loro fondata, la “Baldini Castoldi e C.”, aveva rilevato. Per un cinquantennio, fino alla seconda guerra mondiale (Baldini si ritirò dal lavoro nel 1940), i due soci riuscirono a condurre una delle più attive “botteghe” librarie di Milano di quel periodo. È «bottega» la parola che meglio si presta a nominare la loro attività: un’attività essenzialmente artigiana, basata su una produzione limitata e una tipologia libraria semplice (isolati i libri illustrati, rare le copertine elaborate), su un rapporto diretto e concreto con gli autori, attraverso una promozione fondata sulla libreria e su alcuni nomi di grande richiamo. Tutto fatto in casa, come saprà raccontare in alcune pagine memorabili di Ore di città Delio Tessa, che nel negozio in Galleria identificò uno dei luoghi più caratteristici della sua Milano. Mantenendo quella dimensione artigianale, la società editrice seppe navigare per diversi decenni con ottimi risultati commerciali e con una posizione di rilievo nelle proposte culturali. I due soci avevano la capacità di intercettare i gusti medi del pubblico, adattandosi prontamente e persino anticipando i mutamenti che una cultura finalmente di massa
richiedeva agli editori. Da Galli ripresero scrittori di grande e grandissimo successo, come Fogazzaro, il loro autore più importante, che dalla riedizione di Piccolo mondo antico alla morte nel 1911 pubblicò o ripubblicò da Baldini e Castoldi tutti i suoi libri o come il romanziere e drammaturgo Gerolamo Rovetta. Ma furono loro scoperte autori che nei primi decenni del secolo interpretarono desideri e preferenze del grande pubblico, così da raggiungere tirature prima impensabili: è il caso di Guido da Verona e di Salvator Gotta. Analogo fiuto caratterizza la nutrita presenza di autori stranieri, che vede, accanto a nomi molto diffusi come Gorki o Prevost, di successi quali Ben Hur di Wallace, Quo vadis di Sienkiewicz o
Incompreso di Montgomery, e che arriverà negli anni Trenta a un notevole lavoro di introduzione della narrativa ungherese, come Körmendi e Márai. È significativo quanti dei testi della Baldini e Castoldi diventassero soggetti di trasposizioni cinematografiche, spesso di grande successo.
Della dimensione artigianale era parte costitutiva la libreria, primo centro di pubblicità dei loro prodotti, e non solo frequentatissimo luogo di smercio per il grande pubblico, ma anche punto di incontro della vita intellettuale e artistica milanese. Dei due soci, strettamente complementari, era Baldini, come bene rileva Tessa, a svolgere il ruolo amichevole e “ottimista”, a lui si indirizzavano autori e acquirenti, sicuri di un rapporto fiducioso e solidale.
Dal naufragio dell’archivio della casa editrice, resta, conservata amorevolmente dai nipoti che hanno donato il ritratto di Tallone, una parte del carteggio appunto di Ettore Baldini.
Attraverso queste carte la Biblioteca Nazionale Braidense ha il piacere di offrire un percorso che, insieme ai molti libri della Baldini e Castoldi posseduti dalla biblioteca, e a documenti giornalistici e iconografici, permetta di ricostruire la storia e il contesto di un editore tanto significativo.
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