Il mito Basquiat a Lugano
La Mona Lisa di Jean Michel Basquiat
16/05/2005
La storia di un artista può essere quella di uno sconosciuto disegnatore di graffiti sui muri di New York, che all’inizio degli anni Ottanta è subito notato da critica e stampa fino ad essere accostato, a soli 21 anni, a maestri quali Cy Twombly e Jean Dubuffet. La storia di un artista può essere quella di Jean-Michel Basquiat (New York 1960-1988), drammaticamente segnato dal successo e stroncato, a soli 27 anni, da una combinazione di droghe che spezzò la sua fulminante carriera, i cui prematuri frutti erano contesi dai collezionisti di tutto il mondo.
Questo inimitabile “enfant terrible”, simbolo della cultura multietnica newyorkese degli anni Ottanta, è il protagonista della stagione espositiva 2005 promossa dal Museo d’Arte Moderna della città di Lugano, con sede nella splendida Villa Malpensata, risalente alla prima metà del XVIII secolo e trasformata in sede espositiva nel 1967. La retrospettiva di Lugano, in corso fino al 19 giugno, ripercorre il cammino artistico della figura leggendaria di Basquiat, seguendone il percorso cronologico attraverso una cinquantina di dipinti e una ventina di disegni, provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo. Una sala è dedicata alle opere eseguite in collaborazione con Francesco Clemente ed Andy Warhol, con cui l’artista instaurò un legame profondo. Completano l’esposizione le fotografie inedite del regista luganese Edo Bertoglio, alcune delle quali scattate durante le riprese del film New York Beat (ribattezzato Downtown 81), in cui Basquiat interpretò il ruolo principale di un artista 19enne.
Basquiat, intelligente, curioso, esuberante, denunciò i pericoli della modernità, minata dall’attrazione per i soldi, la droga, il sesso. Artista “onnivoro”, fuse nelle sue opere icone, scritte, colori, intrecciando simboli della cultura di massa, riferimenti alla mitologia del jazz, citazioni dell’immaginario multietnico e primitivismo.
Se una parrucca argentata (che Andy Warhol amava indossare), posta su un oggetto qualsiasi, basta ad evocare il maestro della pop art, dalla genialità creativa di Basquiat non poteva che nascere un insolito (e celebre) ritratto dell’amico: Brown Spots - Portrait of Andy Warhol as a Banana (1984, Collezione privata, New York), dipinto esposto in mostra e particolarmente caro all’artista. In un altro ritratto esposto a Lugano, Il Duce (1982, Collezione privata, Zurigo), Basquiat impresse la propria proverbiale energia in violente pennellate che riflettono la sua cruda visione del mondo. Anche la Mona Lisa (1983, Collezione Ambrous T. Young) si tramuta sotto i tratti di un pastello grasso, strumento apprezzato dal pittore. Da China (1984, Galerie Bruno Bischofberger, Zurigo), realizzata con Andy Warhol e Francesco Clemente, Basquiat e Warhol continuarono a dipingere insieme una serie di capolavori.
Jean-Michel Basquiat
Dal 20 marzo al 19 giugno 2005
Museo d'Arte Moderna, Riva Caccia 5 - 6900 Lugano
Tel. 0041 (0)58 866 6908
E-mail: info@mdam.ch
Sito: www.mdam.ch
Questo inimitabile “enfant terrible”, simbolo della cultura multietnica newyorkese degli anni Ottanta, è il protagonista della stagione espositiva 2005 promossa dal Museo d’Arte Moderna della città di Lugano, con sede nella splendida Villa Malpensata, risalente alla prima metà del XVIII secolo e trasformata in sede espositiva nel 1967. La retrospettiva di Lugano, in corso fino al 19 giugno, ripercorre il cammino artistico della figura leggendaria di Basquiat, seguendone il percorso cronologico attraverso una cinquantina di dipinti e una ventina di disegni, provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo. Una sala è dedicata alle opere eseguite in collaborazione con Francesco Clemente ed Andy Warhol, con cui l’artista instaurò un legame profondo. Completano l’esposizione le fotografie inedite del regista luganese Edo Bertoglio, alcune delle quali scattate durante le riprese del film New York Beat (ribattezzato Downtown 81), in cui Basquiat interpretò il ruolo principale di un artista 19enne.
Basquiat, intelligente, curioso, esuberante, denunciò i pericoli della modernità, minata dall’attrazione per i soldi, la droga, il sesso. Artista “onnivoro”, fuse nelle sue opere icone, scritte, colori, intrecciando simboli della cultura di massa, riferimenti alla mitologia del jazz, citazioni dell’immaginario multietnico e primitivismo.
Se una parrucca argentata (che Andy Warhol amava indossare), posta su un oggetto qualsiasi, basta ad evocare il maestro della pop art, dalla genialità creativa di Basquiat non poteva che nascere un insolito (e celebre) ritratto dell’amico: Brown Spots - Portrait of Andy Warhol as a Banana (1984, Collezione privata, New York), dipinto esposto in mostra e particolarmente caro all’artista. In un altro ritratto esposto a Lugano, Il Duce (1982, Collezione privata, Zurigo), Basquiat impresse la propria proverbiale energia in violente pennellate che riflettono la sua cruda visione del mondo. Anche la Mona Lisa (1983, Collezione Ambrous T. Young) si tramuta sotto i tratti di un pastello grasso, strumento apprezzato dal pittore. Da China (1984, Galerie Bruno Bischofberger, Zurigo), realizzata con Andy Warhol e Francesco Clemente, Basquiat e Warhol continuarono a dipingere insieme una serie di capolavori.
Jean-Michel Basquiat
Dal 20 marzo al 19 giugno 2005
Museo d'Arte Moderna, Riva Caccia 5 - 6900 Lugano
Tel. 0041 (0)58 866 6908
E-mail: info@mdam.ch
Sito: www.mdam.ch
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