Ercole Monti. Opere recenti
Dal 05 Giugno 2014 al 30 Giugno 2014
Roma
Luogo: Biblioteca Angelica - Galleria di Roma
Indirizzo: piazza Sant?Agostino 8
Orari: lun e ven 8-16.42; mar, mer, giov 8-19.15; sab 8-14
Curatori: Elena Cardenas Malagodi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 68408045-32
E-Mail info: isabella.destefano@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.biblioangelica.it/
La mostra "Ercole Monti. Opere recenti" è la personale accolta dalla Biblioteca Angelica - Galleria di Roma dal 6 al 30 giugno, a cura di Elena Cardenas Malagodi che percorre il lavoro dell'artista degli dieci ultimi anni.
Ercole Monti dopo Milano, Venezia, Parigi, Londra, New York, espone finalmente a Roma, la sua città natale.
Gli oli su tela, fra cui numerosi inediti, ribadiscono le tematiche e il linguaggio espressivo - tra naturalismo e astrattismo - coltivati da Ercole Monti nel corso della sua lunga carriera artistica.
Le sollecitazioni che l'artista riceve nel suo quotidiano dagli oggetti, dalle persone, dagli ambienti, si esprimono nell'opera tramite una traduzione sensibile in cui l'espressione artistica non travalica completamente la realtà.
Partendo da elementi paesaggistici, naturalistici e del quotidiano: marine, campi di grano, sabbie, prati, l'artista traduce i soggetti in visioni trasfigurate, in forme e colori che esaltano l'aspetto emozionale della natura e della vita di tutti i giorni.
Ne deriva nel dipinto uno straordinario stato di equilibrio tra memoria e creatività.
"Le forme, in Monti non scaturiscono mai da un gesto immediato e libero, come nella pittura d'azione, ma ubbidiscono a regole più meditate di composizione, come in quella 'astratto-concreta" sostiene Fabrizio Crisafulli.
La pittura morbida e trasparente, distesa sulle grandi tele con ampie campiture monocromatiche di verdi, rossi, gialli, bianchi, neri, blu, esprime il concetto di sintesi oltre alla spiccata sensibilità e intensità del sentire, che contraddistingue l'arista. Il colore assume il ruolo di elemento caratterizzante che domina le forme, come afferma Lea Mattarella nel testo critico realizzato in occasione della mostra: "... la magia del colore che costruisce, tesse, dà ritmo e respiro, scandisce, separa, unisce, abbraccia, accarezza, a volte si riposa e altre esplode".
Emerge dai lavori una forte armonia, che permane anche nell'utilizzo di tonalità scure come si evince nell?opera intitolataMare nero (2010) in cui è sufficiente una linea dorata a illuminare l'opera nella sua totalità o in Cielo Grigio (2013) attraversato da un intervento cromatico di rosa.
Fra le opere esposte è inoltre presente un piccolo nucleo che risale agli anni 90 fra cui Grano e grano e Terra bruna, due esempi indiscutibili del calore trasmesso dalla stesura di tonalità calde e avvolgenti dei marroni, delle ocre e dei gialli.
L'essenza del colore e l'elemento luminoso, costantemente presenti, contribuiscono a esprimere il senso di toltale libertà che Ercole Monti intende trasmettere.
Accompagna la mostra un catalogo a cura di Elena Cardenas Malagodi con testo critico di Lea Mattarella.
Nasce a Roma il 5 novembre 1927. A 14 anni inizia a dipingere ritraendo familiari ed amici, affascinato dalla grande pittura di Velasquez e Rembrandt. Dopo il liceo artistico, in cui viene a contatto con la 'scuola romana' si iscrive alla facoltà di architettura, continuando a dipingere assiduamente.
Nel 1948-49 durante i primi viaggi a Parigi incontra il grande James Ensor. Sempre nel '48 partecipa alla Quadriennale Romana e ad una collettiva a Palazzo Venezia, e nel '51 al Premio Roma a Palazzo Barberini. Vince il 1° premio per l'artistica.
Il contatto con l'architettura è fonte di stimoli in simbiosi con quanto lo interessa in pittura: l'architettura organica di A. Aalto, R. Pietila e soprattutto di F. L. Wright, come la libertà formale di Burri, Dubuffet, Tapies ecc.
Opera per 3 anni a Parigi come architetto entrando in contatto con la cultura francese.
Negli ultimi anni '70 elabora le grandi tele: spiagge, interni e poi mari e terre che definiscono sempre meglio l'evoluzione di un percorso pittorico libero.
Nel '91 conosce Elena Cardenas Malagodi che si appassiona alla sua pittura e lo porta alla convinzione di dover esporre finalmente il suo lavoro.
Incominciano le grandi mostre a Milano, Venezia, Londra, Parigi, New York. Tramite Elena conosce Jean Leymarie, Henry Cartier Bresson, Josè Pierre ecc., coi quali si lega in amicizia.
Lavora a Roma, Venezia, Ortisei che diventano anche i luoghi di suggestione per i soggetti delle tele, evocazioni di una visione che passa per la retina, con la convinzione che il progresso in pittura è costituito dal lento stratificarsi del vecchio e del nuovo.
Ercole Monti dopo Milano, Venezia, Parigi, Londra, New York, espone finalmente a Roma, la sua città natale.
Gli oli su tela, fra cui numerosi inediti, ribadiscono le tematiche e il linguaggio espressivo - tra naturalismo e astrattismo - coltivati da Ercole Monti nel corso della sua lunga carriera artistica.
Le sollecitazioni che l'artista riceve nel suo quotidiano dagli oggetti, dalle persone, dagli ambienti, si esprimono nell'opera tramite una traduzione sensibile in cui l'espressione artistica non travalica completamente la realtà.
Partendo da elementi paesaggistici, naturalistici e del quotidiano: marine, campi di grano, sabbie, prati, l'artista traduce i soggetti in visioni trasfigurate, in forme e colori che esaltano l'aspetto emozionale della natura e della vita di tutti i giorni.
Ne deriva nel dipinto uno straordinario stato di equilibrio tra memoria e creatività.
"Le forme, in Monti non scaturiscono mai da un gesto immediato e libero, come nella pittura d'azione, ma ubbidiscono a regole più meditate di composizione, come in quella 'astratto-concreta" sostiene Fabrizio Crisafulli.
La pittura morbida e trasparente, distesa sulle grandi tele con ampie campiture monocromatiche di verdi, rossi, gialli, bianchi, neri, blu, esprime il concetto di sintesi oltre alla spiccata sensibilità e intensità del sentire, che contraddistingue l'arista. Il colore assume il ruolo di elemento caratterizzante che domina le forme, come afferma Lea Mattarella nel testo critico realizzato in occasione della mostra: "... la magia del colore che costruisce, tesse, dà ritmo e respiro, scandisce, separa, unisce, abbraccia, accarezza, a volte si riposa e altre esplode".
Emerge dai lavori una forte armonia, che permane anche nell'utilizzo di tonalità scure come si evince nell?opera intitolataMare nero (2010) in cui è sufficiente una linea dorata a illuminare l'opera nella sua totalità o in Cielo Grigio (2013) attraversato da un intervento cromatico di rosa.
Fra le opere esposte è inoltre presente un piccolo nucleo che risale agli anni 90 fra cui Grano e grano e Terra bruna, due esempi indiscutibili del calore trasmesso dalla stesura di tonalità calde e avvolgenti dei marroni, delle ocre e dei gialli.
L'essenza del colore e l'elemento luminoso, costantemente presenti, contribuiscono a esprimere il senso di toltale libertà che Ercole Monti intende trasmettere.
Accompagna la mostra un catalogo a cura di Elena Cardenas Malagodi con testo critico di Lea Mattarella.
Nasce a Roma il 5 novembre 1927. A 14 anni inizia a dipingere ritraendo familiari ed amici, affascinato dalla grande pittura di Velasquez e Rembrandt. Dopo il liceo artistico, in cui viene a contatto con la 'scuola romana' si iscrive alla facoltà di architettura, continuando a dipingere assiduamente.
Nel 1948-49 durante i primi viaggi a Parigi incontra il grande James Ensor. Sempre nel '48 partecipa alla Quadriennale Romana e ad una collettiva a Palazzo Venezia, e nel '51 al Premio Roma a Palazzo Barberini. Vince il 1° premio per l'artistica.
Il contatto con l'architettura è fonte di stimoli in simbiosi con quanto lo interessa in pittura: l'architettura organica di A. Aalto, R. Pietila e soprattutto di F. L. Wright, come la libertà formale di Burri, Dubuffet, Tapies ecc.
Opera per 3 anni a Parigi come architetto entrando in contatto con la cultura francese.
Negli ultimi anni '70 elabora le grandi tele: spiagge, interni e poi mari e terre che definiscono sempre meglio l'evoluzione di un percorso pittorico libero.
Nel '91 conosce Elena Cardenas Malagodi che si appassiona alla sua pittura e lo porta alla convinzione di dover esporre finalmente il suo lavoro.
Incominciano le grandi mostre a Milano, Venezia, Londra, Parigi, New York. Tramite Elena conosce Jean Leymarie, Henry Cartier Bresson, Josè Pierre ecc., coi quali si lega in amicizia.
Lavora a Roma, Venezia, Ortisei che diventano anche i luoghi di suggestione per i soggetti delle tele, evocazioni di una visione che passa per la retina, con la convinzione che il progresso in pittura è costituito dal lento stratificarsi del vecchio e del nuovo.
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