I volti dell’anima e le geometrie fantastiche. Enrico Allimandi e Sergio Albano
Dal 02 Luglio 2022 al 24 Luglio 2022
Rubiana | Torino
Luogo: Pinacoteca Comunale Francesco Tabusso
Indirizzo: Piazza Roma 5
Orari: dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00
Curatori: Stefano Morabito, Francesco Albano
Telefono per informazioni: +39 342 979 36 73
E-Mail info: pinacotecatabusso@gmail.com
Prosegue la grande stagione all’insegna dell’arte presso la Pinacoteca Comunale Francesco Tabusso di Rubiana. Il prossimo appuntamento si terrà sabato 2 luglio alle ore 11.00 con l’inaugurazione della mostra "I volti dell’anima e le geometrie fantastiche", la doppia retrospettiva dedicata ai pittori Enrico Allimandi e Sergio Albano, curata da Stefano Morabito di "Sguazzi d’arte" e da Francesco Albano.
Particolarmente calzanti nel saper cogliere l’essenza di questa proposta culturale sono le parole spese dalla giornalista e critica d’arte Monica Col: “Quasi figli della stessa epoca (1906, Allimandi; 1934, Albano), i due artisti sono per certo rappresentanti della stessa pittura introspettiva che si esprime in modalità diverse in ognuno di loro. Nei dipinti di entrambi si trova la stessa costruzione di elementi figurativi completamente rinnovati. Lo stesso servirsi della realtà per esprimere la propria personalità in quadri che diventano come camei autobiografici. Allimandi e Albano sono "dentro" le loro opere. Ci autoproiettano "dentro" la loro vita, "dentro" i loro sentimenti, "dentro" le loro esperienze, lasciandoci però sorprendentemente "fuori" dal poterli inserire in una visione a una sola prospettiva.
Per Allimandi – con i suoi dipinti immersi in colori suggestivi di azzurri glaciali, di grigi caldi, di rossi intensi e passionali che paiono fondersi in un’unica ombra e abbracciarci in una parvenza di calore per poi ributtarci nella suggestione del sogno – ben si adatta la definizione del futurismo pittorico di Boccioni: "Bisogna dipingere non il visibile ma quello che finora fu tenuto per invisibile, cioè quello che vede il pittore veggente". È un futurista onirico, un fantastico visionario: difficile inserirlo in una definizione. Parte da immagini reali, ma le finestre si aprono su luci quasi irreali. Sono volti irreali, enigmatici, eppure profondamente calati nel reale. I due volti dell’anima, filtranti da un profondo senso di mistero.
Anche Albano fa vivere la stessa emozione tra esperienza e sogno, tra reale e irreale. Anche i suoi quadri proiettano in un vissuto autobiografico, ma in un modo completamente diverso. Mentre in Allimandi il vissuto si fa forza dell’ombra, in Albano la forza è nella luce e nelle geometrie. Albano è la via regale per la geometria. La sua pittura è un continuo assoluto di superfici, linee rette, solidi, ma da questa maschera di assolutezza esce uno sguardo penetrante, inesorabile, freddo ed enigmatico. Albano riesce a congiungere le forze della più intensa emozione, del ricordo autobiografico e dell’espressione geometrica in un'unica marcia di ricerca verso l’assoluto. Dall’ esposizione delle Geometrie fantastiche l’artista ci catapulta in un balzo all’introspezione di uomini e cose.
Albano e Allimandi sono così le due facce della stessa medaglia. Là dove la medaglia è l’uomo: con le sue luci e le sue ombre; le sue definizioni assolute e i suoi schematismi razionali. Il frutto di irrazionali e inconsci pensieri che danno vita ai volti dell’anima e alle geometrie fantastiche”.
Particolarmente calzanti nel saper cogliere l’essenza di questa proposta culturale sono le parole spese dalla giornalista e critica d’arte Monica Col: “Quasi figli della stessa epoca (1906, Allimandi; 1934, Albano), i due artisti sono per certo rappresentanti della stessa pittura introspettiva che si esprime in modalità diverse in ognuno di loro. Nei dipinti di entrambi si trova la stessa costruzione di elementi figurativi completamente rinnovati. Lo stesso servirsi della realtà per esprimere la propria personalità in quadri che diventano come camei autobiografici. Allimandi e Albano sono "dentro" le loro opere. Ci autoproiettano "dentro" la loro vita, "dentro" i loro sentimenti, "dentro" le loro esperienze, lasciandoci però sorprendentemente "fuori" dal poterli inserire in una visione a una sola prospettiva.
Per Allimandi – con i suoi dipinti immersi in colori suggestivi di azzurri glaciali, di grigi caldi, di rossi intensi e passionali che paiono fondersi in un’unica ombra e abbracciarci in una parvenza di calore per poi ributtarci nella suggestione del sogno – ben si adatta la definizione del futurismo pittorico di Boccioni: "Bisogna dipingere non il visibile ma quello che finora fu tenuto per invisibile, cioè quello che vede il pittore veggente". È un futurista onirico, un fantastico visionario: difficile inserirlo in una definizione. Parte da immagini reali, ma le finestre si aprono su luci quasi irreali. Sono volti irreali, enigmatici, eppure profondamente calati nel reale. I due volti dell’anima, filtranti da un profondo senso di mistero.
Anche Albano fa vivere la stessa emozione tra esperienza e sogno, tra reale e irreale. Anche i suoi quadri proiettano in un vissuto autobiografico, ma in un modo completamente diverso. Mentre in Allimandi il vissuto si fa forza dell’ombra, in Albano la forza è nella luce e nelle geometrie. Albano è la via regale per la geometria. La sua pittura è un continuo assoluto di superfici, linee rette, solidi, ma da questa maschera di assolutezza esce uno sguardo penetrante, inesorabile, freddo ed enigmatico. Albano riesce a congiungere le forze della più intensa emozione, del ricordo autobiografico e dell’espressione geometrica in un'unica marcia di ricerca verso l’assoluto. Dall’ esposizione delle Geometrie fantastiche l’artista ci catapulta in un balzo all’introspezione di uomini e cose.
Albano e Allimandi sono così le due facce della stessa medaglia. Là dove la medaglia è l’uomo: con le sue luci e le sue ombre; le sue definizioni assolute e i suoi schematismi razionali. Il frutto di irrazionali e inconsci pensieri che danno vita ai volti dell’anima e alle geometrie fantastiche”.
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