Pan Wang. S-fiorata/ Emiliano Rubinacci. Dammi una mano
Dal 07 Novembre 2013 al 20 Novembre 2013
Milano
Luogo: Offbrera - Accademia Contemporanea
Indirizzo: via San Calocero 27
Orari: da lunedì a sabato 16-19 e su appuntamento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 49661838/ 388 7714209
Sito ufficiale: http://www.offbrera.it
Pan Wang
La giovane artista cinese, il suo radicamento nella vita e nell'attività espositiva italiana, rappresenta un valore prezioso che si è consolidato lungo gli anni didattici di Brera ed oggi con un'attività espressiva al cui interno il patrimonio culturale delle sue origini, le tecniche e i sistemi di sensibilità, sono significativamente presenti e si collegano in termini stringenti anche al concetto di contemporaneità. Pan ha saputo individuare un'area iconografica in grado di testimoniare lo spessore profondo e trasversale tra la tradizione e l'attualità, tra il giudizio e l'analisi, tra la riservatezza e la dichiarazione, tra la delicatezza e la forza del dettaglio, tra ripiegamento e affermazione. La successione e lo scandire delle immagini, dove la tecnica appare in bilico tra la leggerezza e l'energia, tra la tensione e il contrasto, ma anche la dialettica cromatica, articolata tra la l'estensione del nero-bianco-rosso, introducono quelle forme di comunicazione visiva in cui appare sfiorata la sensualità, appena accennata l'intimità e suggerito l'erotismo. Cosi all'interno dei grandi formati e degli studi preparatori, nell'estensione monocroma dei fondi - contrassegnati dal rosso, dal nero - si colloca e si dettaglia la consistenza della materia cartacea nella definizione protettiva di una delicata fisicità femminile, arricchita dalla sottolineatura del frammento floreale aggettante.
Pan Wang nasce in Cina a Liaoning Shenyang nel 1984. Vive e lavora a Milano e Pechino. Ha studiato presso l'Accademia di Luxun in Cina e si è laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Emiliano Rubinacci
L'istallazione dedicata da Rubinacci all'anatomia della mano e alle sue diverse professionalità dimostra con estrema chiarezza la contaminazione in atto nella creatività contemporanea tra le forme simbolico-culturali del patrimonio storico con i valori di un'estetica dell'esperienza sociale. Centrale nel lavoro del giovane scultore italo-argentino è la citazione insistita della mano, colta nella storica tradizione didattica e conservativa delle gipsoteche, significativamente presente anche a Brera; un processo di osservazione che si specifica, anche attraverso il contributo della tecniche in atto, ponendosi in relazione con la cultura medica tra Cinque e Seicento ed in particolar modo con le cere anatomiche presenti nei Gabinetti (la Specola di Firenze) e nei Musei scientifici (Le Raccolte Spallanzani di Reggio Emilia) e delle prime Università. Su questo patrimonio umano, ma che si allarga con diversi lavori all'intero mondo animale, Rubinacci predispone, evitando le diffuse forme degenerative nell'autoreferenzialità dell'eredità pop, un sistema estetico-plastico socio-antropologico, un caleidoscopio delle funzioni simboliche d'uso degli strumenti e delle tecniche, una classificazione iconografica dei gesti. Un evento creativo che si qualifica in quello espositivo attraverso una successione di 'opere-mani' che parlano di lavoro e di pensiero; un'istallazione 'omaggio' a questi preziosi e intelligentissimi strumenti osservati lungo la storia dell'arte e presenti nella nostra stessa quotidiana esistenza.
Emiliano Rubinacci è nato a Buenos Aires, in Argentina, nel 1979. Ha frequentato l’Accedemia I.U.N.A (Instituto Universitario Nacional de Arte) di Buenos Aires per un anno e nel 2002 si è trasferito a Milano dove si è iscritto presso l’Accademia di Belle Arti di Brera per poi laurearsi nel 2007 in Scultura. Nel 2004 è entrato a far parte del progetto The Bag Art Factory e dal 2007 al 2010 ha lavorato per lo studio del maestro Giuseppe Spagnulo.
La giovane artista cinese, il suo radicamento nella vita e nell'attività espositiva italiana, rappresenta un valore prezioso che si è consolidato lungo gli anni didattici di Brera ed oggi con un'attività espressiva al cui interno il patrimonio culturale delle sue origini, le tecniche e i sistemi di sensibilità, sono significativamente presenti e si collegano in termini stringenti anche al concetto di contemporaneità. Pan ha saputo individuare un'area iconografica in grado di testimoniare lo spessore profondo e trasversale tra la tradizione e l'attualità, tra il giudizio e l'analisi, tra la riservatezza e la dichiarazione, tra la delicatezza e la forza del dettaglio, tra ripiegamento e affermazione. La successione e lo scandire delle immagini, dove la tecnica appare in bilico tra la leggerezza e l'energia, tra la tensione e il contrasto, ma anche la dialettica cromatica, articolata tra la l'estensione del nero-bianco-rosso, introducono quelle forme di comunicazione visiva in cui appare sfiorata la sensualità, appena accennata l'intimità e suggerito l'erotismo. Cosi all'interno dei grandi formati e degli studi preparatori, nell'estensione monocroma dei fondi - contrassegnati dal rosso, dal nero - si colloca e si dettaglia la consistenza della materia cartacea nella definizione protettiva di una delicata fisicità femminile, arricchita dalla sottolineatura del frammento floreale aggettante.
Pan Wang nasce in Cina a Liaoning Shenyang nel 1984. Vive e lavora a Milano e Pechino. Ha studiato presso l'Accademia di Luxun in Cina e si è laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Emiliano Rubinacci
L'istallazione dedicata da Rubinacci all'anatomia della mano e alle sue diverse professionalità dimostra con estrema chiarezza la contaminazione in atto nella creatività contemporanea tra le forme simbolico-culturali del patrimonio storico con i valori di un'estetica dell'esperienza sociale. Centrale nel lavoro del giovane scultore italo-argentino è la citazione insistita della mano, colta nella storica tradizione didattica e conservativa delle gipsoteche, significativamente presente anche a Brera; un processo di osservazione che si specifica, anche attraverso il contributo della tecniche in atto, ponendosi in relazione con la cultura medica tra Cinque e Seicento ed in particolar modo con le cere anatomiche presenti nei Gabinetti (la Specola di Firenze) e nei Musei scientifici (Le Raccolte Spallanzani di Reggio Emilia) e delle prime Università. Su questo patrimonio umano, ma che si allarga con diversi lavori all'intero mondo animale, Rubinacci predispone, evitando le diffuse forme degenerative nell'autoreferenzialità dell'eredità pop, un sistema estetico-plastico socio-antropologico, un caleidoscopio delle funzioni simboliche d'uso degli strumenti e delle tecniche, una classificazione iconografica dei gesti. Un evento creativo che si qualifica in quello espositivo attraverso una successione di 'opere-mani' che parlano di lavoro e di pensiero; un'istallazione 'omaggio' a questi preziosi e intelligentissimi strumenti osservati lungo la storia dell'arte e presenti nella nostra stessa quotidiana esistenza.
Emiliano Rubinacci è nato a Buenos Aires, in Argentina, nel 1979. Ha frequentato l’Accedemia I.U.N.A (Instituto Universitario Nacional de Arte) di Buenos Aires per un anno e nel 2002 si è trasferito a Milano dove si è iscritto presso l’Accademia di Belle Arti di Brera per poi laurearsi nel 2007 in Scultura. Nel 2004 è entrato a far parte del progetto The Bag Art Factory e dal 2007 al 2010 ha lavorato per lo studio del maestro Giuseppe Spagnulo.
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