Alla Gran Guardia di Verona dal 16 novembre al 5 aprile 2020

Marco Goldin e il tempo di Giacometti, da Chagall a Kandinsky

Wassily Kandinsky, Nodo rosso, 1936, olio su tela, 116 x 89 cm, Saint-Paul-de-Vence, Fondation Marguerite et Aimé Maeght © Claude Germain - Archives Fondation Maeght (France)
 

Samantha De Martin

02/04/2019

Verona - Marco Goldin ritorna al Novecento e precisamente ad Alberto Giacometti, una delle sue "primissime passioni nel campo dell’arte, poco dopo i vent’anni”.
Lo storico dell’arte sceglie il Palazzo della Gran Guardia di Verona per allestire, il prossimo autunno, la monografica dedicata allo scultore e pittore svizzero, con oltre settanta opere, che si sommano a una ventina di capolavori di quegli artisti che, da Kandinsky a Braque, da Chagall a Miró, gravitavano nella Parigi degli anni tra le due guerre, ma anche nel decennio successivo.

La mostra Il tempo di Giacometti da Chagall a Kandinsky. Capolavori dalla Fondazione Maeght, in programma dal 16 novembre 2019 al 5 aprile 2020, si prospetta una superba incursione - con un centinaio di opere tra sculture, dipinti e disegni - nel terreno del più alto Novecento internazionale, che avrà come fulcro la Ville lumière.
Organizzata da Linea d’ombra e curata da Marco Goldin, che torna in città a cinque anni di distanza dagli ultimi successi scaligeri, in collaborazione con il Comune di Verona, la Fondazione Marguerite e Aimé Maeght e il Gruppo Baccini in qualità di main sponsor, la mostra sarà un omaggio tutto italiano a Giacometti con opere che ne attraversano l'intera carriera, dagli anni giovanili in Svizzera alle prove surrealiste e a quelle della maturità.

“Giacometti è stato una delle mie primissime passioni nel campo dell’arte - commenta Goldin -. Lo cercavo nei libri, nelle mostre e nei musei d’Europa. Ho immensamente amato i suoi disegni, diversi dei quali ho infatti scelto di portare in Gran Guardia. Poi i suoi quadri così sincopati, soprattutto le figure e le nature morte, anch’essi presenti a Verona, e naturalmente le celeberrime sculture. È affascinante già ora immaginare nel vasto salone centrale della Gran Guardia la Grande donna in piedi, scultura filiforme di quasi tre metri di altezza, fino alla scultura più celebre tra tutte, L’uomo che cammina, che sarà esposto al suo fianco”.
Ad accogliere le opere sarà la ricostruzione, precisa e poetica, dell’intera vita di Giacometti, tra disegni e pitture, ma anche busti e teste, come quella del fratello Diego, e ancora cani, gatti, foreste popolate di figure liquefatte. Fino alla celebre figura femminile del 1956, la Donna di Venezia, esposta alla Biennale di quello stesso anno. “Ebbene, di quella figura - prosegue Goldin - la Fondazione Maeght possiede tutte le nove variazioni che puntualmente giungeranno a Verona per essere esposte, per un confronto che rare volte nel mondo è stato fatto”.

La mostra alla Gran Guardia sarà soprattutto l’occasione per rievocare una delle più grandi avventure culturali in Europa dalla metà del secolo in poi, quella di Aimé e Marguerite Maeght, che prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale fondarono a Cannes una loro galleria. All’apertura della galleria parigina, a ottobre 1945, seguì, nel 1964, l’inaugurazione a Saint-Paul-de-Vence della Fondazione Maeght, con un insieme architettonico concepito per presentare l’arte moderna e contemporanea in tutte le sue forme.
Oggi la Fondazione vanta una delle più importanti collezioni in Europa di dipinti, disegni, sculture e opere grafiche del XX secolo, con nomi illustri legati per decenni alla famiglia Maeght, a cominciare da Giacometti.

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