Ai Musei Vaticani a 20 anni dal grande restauro del 1994 un nuovo intervento
Fiat lux: nuova luce per il Giudizio Universale
Il Prof. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani nella Cappella Sistina. Foto © Governatorato SCV – Direzione dei Musei
Piero Muscarà
30/10/2014
Nell’anno della celebrazione del 450° anniversario dalla morte di Michelangelo, i Musei Vaticani regalano al mondo nuova aria e nuova luce alla Cappella Sistina. Due interventi non effimeri, ma durevoli, che riconsegnano intatti alla storia, a 20 anni dal grande restauro del 1994 quei 2500 metri quadrati che fanno l’antologia artistica più importante del Rinascimento italiano e che vedono qui un unico straordinario punto di incontro tra il genio di Michelangelo Buonarroti e quello di alcuni dei più grandi artisti italiani della seconda metà del Quattrocento Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Pinturicchio, Domenico Ghirlandaio, Luca Signorelli e Piero di Cosimo.
Oggi i Musei Vaticani e la Cappella Sistina accolgono ogni anno oltre 6 milioni di visitatori, tre volte la capienza che 20 anni orsono si era immaginato di dover gestire. “Con questa pressione antropica – spiega il Professor Antonio Paolucci, Direttore dei Musei d’oltretevere – il rischio era quello di attivare un mix di umidità, di inquinanti, di anidride carbonica che poteva essere, nei tempi lunghi, una deriva pericolosa per la corretta conservazione delle pitture murali della Cappella Sistina”. Per questa ragione, continua Paolucci “abbiamo messo in opera la progettazione di un nuovo impianto di climatizzazione e un nuovo sistema di illuminazione affidando i due interventi ad aziende leader nei rispettivi settori: la multinazionale americana Carrier e la public company tedesca Osram, che a titolo di pura liberalità (e anche con i contributi di 850 mila euro dal Programma di finanziamento europeo per ICT dell’Unione Europea – ndr) hanno donato questo intervento alla Santa Sede”.
La Cappella Sistina è un prezioso, fragile, tesoro che non a caso viene costantemente monitorato da un sistema di oltre 60 sensori che ne controllano ogni pur minima variazione, dal pavimento, ai soffitti, alle pareti. Un nuovo sistema di telecamere è stato installato per contare in tempo reale il numero di visitatori presenti nella sala e quindi regolare la climatizzazione degli ambienti. E così per l’illuminazione – spiega l’ingegner Roberto Barbieri, direttore generale di Osram in Italia “che è stata rinnovata completamente con l’installazione di un nuovo sistema basato sull’utilizzo di 7000 LED che consentono di non sottoporre le opere d’arte a stress derivanti dall’innalzamento della temperatura, né all’effetto indesiderato delle radiazioni ultraviolette e infrarosse, eliminando l’effetto abbagliamento per gli spettatori e infine abbattendo del 90% il consumo energetico rispetto all’impianto precedente”.
Anche questo ultimo punto, quello del risparmio energetico, è non indifferente: basti considerare che “i Musei Vaticani consumano circa 1 Megawatt ora di energia elettrica (1/6 del consumo dell’intera Città del Vaticano) in un giorno di medio afflusso”, spiega Roberto Mignucci dei Servizi Tecnici del Governatorato della Santa Sede che sotto la direzione di padre Rafael García de la Serrana Villalobos ha coordinato gli interventi di Osram al fianco di importanti istituti di ricerca come l'Università Pannonia in Ungheria, l'Institut de Recerca en Energia de Catalunya in Spagna e lo Studio di Lighting design Fabertechnica in Italia che hanno insieme reso possibile, dopo tre anni di lavori, la realizzazione del nuovo progetto di illuminazione.
C’è un filo ideale che ricollega il grande restauro della Cappella Sistina durato 14 anni dal 1980 al 1994, ricorda Paolucci, e l’intervento odierno. “Come dimenticare le furibonde polemiche che accompagnarono quella grande impresa? – continua il Direttore dei Musei Vaticani – “Oggi nessuno più avanza dubbi, tutti riconoscono che si è trattato di un intervento scientificamente esemplare e tecnicamente impeccabile, probabilmente il più importante e il più felice del XX secolo. Oggi, all’ottobre 2014, ecco un’altra data destinata ad essere ricordata. La Cappella Sistina ha nuovo respiro e nuova luce come recita il Convegno Internazionale che il 30 e il 31 prossimi accompagnerà la presentazione dei nuovi impianti di climatizzazione e di illuminazione della cappella magna della Chiesa Cattolica”
Per Osram, che ne fa una questione di business ma anche di responsabilità sociale, l’opportunità di questa operazione risiede nella incredibile e forse unica capacità che Michelangelo e la Cappella Sistina hanno di parlare al mondo. Un grande ritorno di immagine, un “biglietto da visita” da sfoggiare con i migliori musei e le più importanti istituzioni culturali del pianeta quello dei Musei Vaticani, dopo le innumerevoli incursioni nel campo dell’arte e della cultura in Italia con l’illuminazione di Piazza dei Miracoli a Pisa, della Basilica del Santo e della Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova, piuttosto che la Cappella Teodolinda del Duomo di Monza, i teleri del Tintoretto nella Sala Terrena della Scuola Grande di San Rocco a Venezia e oltre a 14 basiliche milanesi.
A questa public company globale con sede a Monaco di Baviera, 35.000 dipendenti in tutto il mondo e un fatturato di 5,3 miliardi di euro, l’Italia pare piacere molto e non solo per i 250 milioni di revenues (5% circa del suo giro d’affari) che raccoglie nel Bel Paese ma forse anche per quell’ineffabile legame che lega – sin dai tempi di Goethe e del suo Viaggio in Italia – i due lati di questa Europa di mezzo separata dalle Alpi, ma ormai sempre più intrinsecamente, inscindibilmente ed inevitabilmente unita.
Oggi i Musei Vaticani e la Cappella Sistina accolgono ogni anno oltre 6 milioni di visitatori, tre volte la capienza che 20 anni orsono si era immaginato di dover gestire. “Con questa pressione antropica – spiega il Professor Antonio Paolucci, Direttore dei Musei d’oltretevere – il rischio era quello di attivare un mix di umidità, di inquinanti, di anidride carbonica che poteva essere, nei tempi lunghi, una deriva pericolosa per la corretta conservazione delle pitture murali della Cappella Sistina”. Per questa ragione, continua Paolucci “abbiamo messo in opera la progettazione di un nuovo impianto di climatizzazione e un nuovo sistema di illuminazione affidando i due interventi ad aziende leader nei rispettivi settori: la multinazionale americana Carrier e la public company tedesca Osram, che a titolo di pura liberalità (e anche con i contributi di 850 mila euro dal Programma di finanziamento europeo per ICT dell’Unione Europea – ndr) hanno donato questo intervento alla Santa Sede”.
La Cappella Sistina è un prezioso, fragile, tesoro che non a caso viene costantemente monitorato da un sistema di oltre 60 sensori che ne controllano ogni pur minima variazione, dal pavimento, ai soffitti, alle pareti. Un nuovo sistema di telecamere è stato installato per contare in tempo reale il numero di visitatori presenti nella sala e quindi regolare la climatizzazione degli ambienti. E così per l’illuminazione – spiega l’ingegner Roberto Barbieri, direttore generale di Osram in Italia “che è stata rinnovata completamente con l’installazione di un nuovo sistema basato sull’utilizzo di 7000 LED che consentono di non sottoporre le opere d’arte a stress derivanti dall’innalzamento della temperatura, né all’effetto indesiderato delle radiazioni ultraviolette e infrarosse, eliminando l’effetto abbagliamento per gli spettatori e infine abbattendo del 90% il consumo energetico rispetto all’impianto precedente”.
Anche questo ultimo punto, quello del risparmio energetico, è non indifferente: basti considerare che “i Musei Vaticani consumano circa 1 Megawatt ora di energia elettrica (1/6 del consumo dell’intera Città del Vaticano) in un giorno di medio afflusso”, spiega Roberto Mignucci dei Servizi Tecnici del Governatorato della Santa Sede che sotto la direzione di padre Rafael García de la Serrana Villalobos ha coordinato gli interventi di Osram al fianco di importanti istituti di ricerca come l'Università Pannonia in Ungheria, l'Institut de Recerca en Energia de Catalunya in Spagna e lo Studio di Lighting design Fabertechnica in Italia che hanno insieme reso possibile, dopo tre anni di lavori, la realizzazione del nuovo progetto di illuminazione.
C’è un filo ideale che ricollega il grande restauro della Cappella Sistina durato 14 anni dal 1980 al 1994, ricorda Paolucci, e l’intervento odierno. “Come dimenticare le furibonde polemiche che accompagnarono quella grande impresa? – continua il Direttore dei Musei Vaticani – “Oggi nessuno più avanza dubbi, tutti riconoscono che si è trattato di un intervento scientificamente esemplare e tecnicamente impeccabile, probabilmente il più importante e il più felice del XX secolo. Oggi, all’ottobre 2014, ecco un’altra data destinata ad essere ricordata. La Cappella Sistina ha nuovo respiro e nuova luce come recita il Convegno Internazionale che il 30 e il 31 prossimi accompagnerà la presentazione dei nuovi impianti di climatizzazione e di illuminazione della cappella magna della Chiesa Cattolica”
Per Osram, che ne fa una questione di business ma anche di responsabilità sociale, l’opportunità di questa operazione risiede nella incredibile e forse unica capacità che Michelangelo e la Cappella Sistina hanno di parlare al mondo. Un grande ritorno di immagine, un “biglietto da visita” da sfoggiare con i migliori musei e le più importanti istituzioni culturali del pianeta quello dei Musei Vaticani, dopo le innumerevoli incursioni nel campo dell’arte e della cultura in Italia con l’illuminazione di Piazza dei Miracoli a Pisa, della Basilica del Santo e della Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova, piuttosto che la Cappella Teodolinda del Duomo di Monza, i teleri del Tintoretto nella Sala Terrena della Scuola Grande di San Rocco a Venezia e oltre a 14 basiliche milanesi.
A questa public company globale con sede a Monaco di Baviera, 35.000 dipendenti in tutto il mondo e un fatturato di 5,3 miliardi di euro, l’Italia pare piacere molto e non solo per i 250 milioni di revenues (5% circa del suo giro d’affari) che raccoglie nel Bel Paese ma forse anche per quell’ineffabile legame che lega – sin dai tempi di Goethe e del suo Viaggio in Italia – i due lati di questa Europa di mezzo separata dalle Alpi, ma ormai sempre più intrinsecamente, inscindibilmente ed inevitabilmente unita.
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