La storia dei diamanti
La Mirny Diamond Mine
11/03/2002
Il termine diamante ha origine da due termini greci: “adamas” (indomabile) e “diaphanes” (trasparente). Sin dalla “Naturalis historia” di Plinio il Vecchio (I d.C.) il diamante è considerata la pietra più dura e da subito acquista un significato simbolico connesso alle sue proprietà.
Immagine di invulnerabilità e di potere sulla materia, solo nel XVII secolo sarà anche simbolo di luminosità, grazie al taglio “a brillante”. Precedentemente è una pietra scura con funzione talismanica e di ornamento per gioielli regali, come appare anche nei numerosi ritratti dipinti in quegli anni.
I primi diamanti ritrovati sono quelli rinvenuti nel X secolo nell’isola del Borneo, ma le quantità sono minime.
Bisogna arrivare alla metà dello ‘600 perché Jean-Baptiste Tavernier, viaggiatore al servizio di Luigi XIV, scopra le miniere di Golconda sulla costa ovest dell’India. Da qui vengono importati dalle grandi repubbliche marinare di Venezia e Genova sin dal XIV secolo, alla fine del quale il diamante comincia ad essere utilizzato dalle donne, montato su un anello: grazie all’inalterabilità della pietra ne consegue un significato di fedeltà matrimoniale e di eternità del legame amoroso.
Il commercio di diamanti si intensifica nel XVI secolo con l’arrivo dei Portoghesi a Goa.
La regione indiana sarà l’unico bacino diamantifero della terra fino al 1725, anno in cui vengono scoperte le preziose pietre in Brasile, lungo il fiume Jequitinhonhas a 500 km da Rio de Janeiro. Tale ritrovamento permetterà ai portoghesi di possedere un ingente quantità di sontuosi gioielli per la Corona. Il fascino orientale dell’India, però, rimane immutato: si arriva a spedire i diamanti dal Brasile alla penisola asiatica per poi essere reimpostati come indiani.
Quando la produzione brasiliana andrà esaurita, toccherà al Sudafrica sostituirla: un episodio particolare ne permetterà la scoperta nel 1866. Una bambina di una famiglia di contadini emigrata in Sudafrica si ritrova a giocare con una pietra scintillante donatale dal fratello. Un vicino intuisce la possibilità che la pietra sia un diamante: è il celeberrimo “Eureka”, un pezzo non totalmente puro, ma che spinge ad una nuova ricerca. Tre anni dopo viene rinvenuta la cosiddetta “Stella del Sudafrica”. Parte così la forsennata corsa al diamante in quello che diverrà il Kimberley Hole, dai cui camini vulcanici le pietre erano risalite. Si impongono i gruppi della “Compagnia francese delle miniere del Capo”, la società dei fratelli Barnato e la compagnia di Cecil Rhodes. Nel 1888, quest’ultima assorbe le altre due dando vita alla “De Beers Consolidated Mining Company”.
Oggi le più grandi miniere di diamanti sono quelle africane del Botswana, Sierra Leone, ex-Zaire, Angola, Ghana, Liberia. Gran parte delle pietre ritrovate in queste regioni, però, il 4% della produzione mondiale, alimenta terribili guerre civili. Molte società che commerciano in diamanti nel 2000 hanno firmato un protocollo in cui hanno dichiarato di tenersi lontani dai contrabbandieri dei cosiddetti “diamanti di guerra”.
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