Ferra. Maria Grazia Morsella - Chiara Fenicia - ReBarbus
Dal 04 Dicembre 2020 al 10 Dicembre 2020
Roma
Luogo: Incinque Open Art Monti
Indirizzo: Via della Madonna dei Monti 69
Orari: 11-19. È consigliato prenotarsi inviando una mail
Curatori: Monica Cecchini
E-Mail info: incinqueopneartmon-ti@gmail.com
La Terra è il nostro pianeta, è materia, è l’elemento che possiamo plasmare per creare nuove emozioni.
È l’ambiente che accoglie le nostre vite e che ha la capacità di legarsi ad altri dando vita a nuovi connubi. Qui la terra si fonde con il ferro - elemento chimico che è fondamenta anche del nostro corpo e che si stima sia l’elemento più abbondante nel pianeta - in un connubio che la rende plastica, fondente, calda. Poi insieme affrontano il fuoco per essere trasformati, fusi, chiamati a nuova vita.
Ferra rappresenta la potenza della commistione tra i due elementi, terra e ferro, che a loro volta raffigurano la creatività che plasma la materia.
Con Ferra sarà in mostra l’arte del plasmare, che sia terracotta, ferro o carta.
Maria Grazia Morsella e Chiara Fenicia si incontrano per mostrare il loro approccio alla materia, alla terra, per plasmare la terra e rigenerare ciò che ci restituisce.
Questo connubio, così come va la vita, si arricchisce di un altro incontro, quello con ReBarbus, ospite delle mostra, la quale da tempo indaga sui notevoli rapporti che abbiamo con la natura.
Ferra è tre donne, tre artiste, tre modi di plasmare la materia per farne poesia.
L’esposizione, a cura di Monica Cecchini, inaugurerà il 4 dicembre alle ore 16.00, presso Incinque Open Art Monti.
Maria Grazia Morsella
«La ceramica è entrata nella mia vita in modo casuale e in punta di piedi coinvolgendomi poi immediatamente con la sua capacità dirompente di allineare corpo mente e spirito. È stato l'inizio di una passione che dura da circa trent'anni. È la mia professione, il mio lavoro ma è anche molto più di questo: è un flusso che coinvolge tutta la mia vita, tutto ciò che sento, che vivo, che mi emoziona e mi coinvolge. Passa attraverso la terra ruvida, solida, fangosa, potente da cui come semi dalla terra erompono i miei vasi materici, le mie forme piene, scabrose, segnate dai minerali di ferro e rame in continua sperimentazione con il fuoco. La mia aspirazione è quella di realizzare ceramiche funzionali in sintonia con forme scultoree, ispirate agli elementi della natura, alla terra screpolata, ai colori spontanei che disegnano l'avvicendarsi delle stagioni».
Chiara Fenicia
Chiara Fenicia realizza le sue collane assemblando pezzi di ferro spesso trovati per terra, nelle discariche o smontando antiche serrature e catene, con elementi preziosi (oro, argento, pietre). La composizione è finalizzata a dare nuova vita e bellezza a oggetti che altrimenti sarebbero dimenticati e col tempo sepolti. La necessità di Chiara, come evidenzia la curatrice Monica Cecchini, è di comunicare come la trasformazione nei suoi molteplici aspetti le sia stata necessaria per affrontare il mondo; le piace pensare che questi ferri, spesso lasciati grezzi e arrugginiti, possano cambiare vita senza perdere la loro anima.
ReBarbus
“La Terra è materna e nutriente, pratica, concreta, solida e potente. Fertile e creativa, nutriente e rigogliosa; la Terra racchiude in sé le caratteristiche del grembo materno che accoglie la vita e la nutre, e in senso pratico ha le qualità della costanza, della pazienza e della forza. Nelle sue viscere infatti, essa accoglie e trasforma il seme di dio, elemento maschile. Seme al quale la madre, elemento femminile, dà potenza. Con l’avvento delle culture antropocentriche, la natura è stata depredata e ferita nella sua sacralità: l’uomo è diventato il dominatore di tutte le cose, degli animali, dei boschi, degli alberi, delle acque, e la terra stessa, ne hanno fatto le gravi conseguenze, con effetti che inevitabilmente si riflettono sull’uomo stesso” (Miti e Misteri, sito web)
“La terra puoi plasmarla, cuocerla, trasformarla. Ma la terra può essere anche ingestibile, può franare, può essere ribelle e incontenibile. E’ su questa sua friabilità che pongo il mio sguardo, che faccio la mia riflessione. E’ con questa impossibilità di definirla, incollarla, gestirla al millimetro che mi confronto in questa occasione. Sentendomi in risonanza con questa realtà della terra privata della sua umidità, che la rende quasi polvere in movimento, che paragono la mia esistenza di questo particolare momento collettivo. Un assemblage fuori dal mio controllo, lasciato al caso e al movimento, allo spostamento di una terra ribelle. Assemblo e sto a guardare, fiduciosa della forma che prenderà, che cambierà. Ne ascolto i suggerimenti. Ne faccio dono prezioso”.
Inaugurazione 4 dicembre ore 16
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