La Rovra delle Idee
Dal 17 Maggio 2014 al 29 Settembre 2014
Ariano nel Polesine | Rovigo
Luogo: Centro Culturale San Basilio
Indirizzo: via San Basilio 12
Curatori: Melania Ruggini
Enti promotori:
- Regione Veneto
- Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po
- Amministrazione Provinciale di Rovigo
- RetEventi 2014
- Comune di Adria
- Comune di Ariano nel Polesine
- Comune di Corbola
- Comune di Loreo
- Comune di Papozze
- Comune di Porto Viro
- Comune di Porto Tolle
- Comune di Rosolina
- Comune di Taglio di Po
- Fondazione Ca’Vendramin
- Amnesty International
- IUSVE
- FAI
- Aqua
- Cose del Po
- Gruppo Astrofili Polesani
Telefono per informazioni: +39 349 2595271
E-Mail info: segreteria@deltarte.com
Sito ufficiale: http://deltarte.com
Il Delta del Po è un guardiano di conoscenze, ancora assopite, sul fiume e sull’entroterra che lo lambisce e lo accoglie. In questi territori umidi e piatti che hanno forgiato la cultura delle odierne popolazioni basso polesane, dove spesso ad uno sguardo fuggitivo tutto sembra identico a se stesso, esistono alcuni riferimenti paesaggistici fondamentali, che danno la possibilità allo sguardo di animarsi, alla mente di orientarsi, al cuore di placarsi. Per secoli la Rovra è stato un simbolo cruciale per queste terre ai margini; con i suoi 500 anni di storia è stata crocevia di popoli e migrazioni, fonte storica, inspirazione di leggende popolari.
Ora che la Rovra è scomparsa, la sua assenza è stata riconosciuta dalla popolazione locale come perdita da colmare. Dietro il vuoto che la Rovra ha lasciato resta l’amore e il senso di appartenenza di questa gente verso la natura del Delta.
Il festival DeltArte ha voluto dedicare questa seconda edizione all’albero simbolo del luogo, ricordandolo attraverso i linguaggi propri all’arte contemporanea.
I giovani artisti selezionati per la mostra La Rovra delle idee, provenienti da altre realtà geografiche, hanno preso spunto da questa microstoria per creare i loro nuovi racconti.
Un viaggio lungo l’ultimo tratto del Po; un ritorno a casa, da Ferrara giù fino al Delta, dove il fiume si congiunge con il Mare Adriatico. Questo il tema principale dal quale si sviluppa la video installazione di Francesco Mancin per DeltArte. Il territorio lungo il grande fiume è protagonista e soggetto della storia; il luogo è l’attore principale; la percezione delle particolarità di questi ambienti è il punto di vista privilegiato da cui nasce l’ispirazione per il video.
Il titolo, “DROWNING BY TIME” (trad. affogato dal tempo) gioca con la somiglianza tra il termine drowning (affogamento) e drawing (disegno). Questo gioco di parole ha come protagonisti il territorio disegnato dal fiume e dal suo delta e l’affogamento fisico (piene e alluvioni) e a volte intellettuale dei luoghi. Il racconto si snoda alla scoperta delle acque e del mondo che vive sulle rive, le attività dell’uomo, il suo rapporto con la natura, il fluire dei giorni e delle stagioni, i mutamenti dell’ambiente, l’infinita calma del fiume. Insieme al senso del luogo, con la camera che si posa sulle immagini dell’ambiente fluviale fatto di suoni e colori, regna una dimensione temporale in cui lo scorrere dell’acqua, i cambi di luce, il vento, gli ambienti circostanti definiscono il “tempo delle cose”, con il loro degrado e il disuso che generano logorazione, il “tempo degli uomini”, del lavoro, delle feste e della vita di paese, e il “tempo del fiume”, che è il tempo dell’infinito, nel quale l’acqua fluviale diventa figura dell’irrevocabile, una clessidra definitiva.
L’installazione di Gaia Lionello affonda le proprie radici nella piccola dimensione naturale di San Basilio. L’intervento prevede una parte importante dedicata al riciclo degli elementi presenti nell’ambiente (rami, tronchi, foglie, detriti fluviali, pietre, terra, polvere), alcuni dei quali diventati ormai fossili, e una parte in cui l’artista mette in scena il suo mondo, popolato di alberi, ombre, visioni. Il genius terrae di San Basilio viene allora abitato dalle sculture, dai dipinti, dalle foto e dalle riflessioni di Gaia; in questo singolare studio d’artista, lo spazio centrale è dedicato proprio alla Rovra. L’habitat naturale, in dialogo con lo spazio intimo dell’artista, si fonda con l’ambiente museale per riannodare in un’unica dimensione temporale le tracce della storia, le orme della natura e i segnali della creatività.
Cosa ci fa un elefante ai margini della Romea, la nota e trafficata strada provinciale veneta? Se lo sarà chiesto anche Matteo Sauli prima di scattare la sua fotografia.
Per DeltArte l’artista espone SS 309: il progetto fotografico prende il nome dalla denominazione stradale della via che collega Ravenna a Mestre e che ricalca il tracciato di un'antica strada medievale. Le immagini raccontano i due anni impiegati per documentare gli oltre 126 chilometri lungo i quali si snoda la statale 309 Ravenna - Venezia. Strada del mare per molti, disseminata di antichi borghi di pescatori, popolata dalle fronde degli alberi, attraversata dal 45° parallelo, l'arteria, tra decadenza e velocità, continua ad esercitare il suo strano fascino. Una forma di ambivalenza che si riscontra in queste immagini nell’anima primigenia del bianco e nero.
Ora che la Rovra è scomparsa, la sua assenza è stata riconosciuta dalla popolazione locale come perdita da colmare. Dietro il vuoto che la Rovra ha lasciato resta l’amore e il senso di appartenenza di questa gente verso la natura del Delta.
Il festival DeltArte ha voluto dedicare questa seconda edizione all’albero simbolo del luogo, ricordandolo attraverso i linguaggi propri all’arte contemporanea.
I giovani artisti selezionati per la mostra La Rovra delle idee, provenienti da altre realtà geografiche, hanno preso spunto da questa microstoria per creare i loro nuovi racconti.
Un viaggio lungo l’ultimo tratto del Po; un ritorno a casa, da Ferrara giù fino al Delta, dove il fiume si congiunge con il Mare Adriatico. Questo il tema principale dal quale si sviluppa la video installazione di Francesco Mancin per DeltArte. Il territorio lungo il grande fiume è protagonista e soggetto della storia; il luogo è l’attore principale; la percezione delle particolarità di questi ambienti è il punto di vista privilegiato da cui nasce l’ispirazione per il video.
Il titolo, “DROWNING BY TIME” (trad. affogato dal tempo) gioca con la somiglianza tra il termine drowning (affogamento) e drawing (disegno). Questo gioco di parole ha come protagonisti il territorio disegnato dal fiume e dal suo delta e l’affogamento fisico (piene e alluvioni) e a volte intellettuale dei luoghi. Il racconto si snoda alla scoperta delle acque e del mondo che vive sulle rive, le attività dell’uomo, il suo rapporto con la natura, il fluire dei giorni e delle stagioni, i mutamenti dell’ambiente, l’infinita calma del fiume. Insieme al senso del luogo, con la camera che si posa sulle immagini dell’ambiente fluviale fatto di suoni e colori, regna una dimensione temporale in cui lo scorrere dell’acqua, i cambi di luce, il vento, gli ambienti circostanti definiscono il “tempo delle cose”, con il loro degrado e il disuso che generano logorazione, il “tempo degli uomini”, del lavoro, delle feste e della vita di paese, e il “tempo del fiume”, che è il tempo dell’infinito, nel quale l’acqua fluviale diventa figura dell’irrevocabile, una clessidra definitiva.
L’installazione di Gaia Lionello affonda le proprie radici nella piccola dimensione naturale di San Basilio. L’intervento prevede una parte importante dedicata al riciclo degli elementi presenti nell’ambiente (rami, tronchi, foglie, detriti fluviali, pietre, terra, polvere), alcuni dei quali diventati ormai fossili, e una parte in cui l’artista mette in scena il suo mondo, popolato di alberi, ombre, visioni. Il genius terrae di San Basilio viene allora abitato dalle sculture, dai dipinti, dalle foto e dalle riflessioni di Gaia; in questo singolare studio d’artista, lo spazio centrale è dedicato proprio alla Rovra. L’habitat naturale, in dialogo con lo spazio intimo dell’artista, si fonda con l’ambiente museale per riannodare in un’unica dimensione temporale le tracce della storia, le orme della natura e i segnali della creatività.
Cosa ci fa un elefante ai margini della Romea, la nota e trafficata strada provinciale veneta? Se lo sarà chiesto anche Matteo Sauli prima di scattare la sua fotografia.
Per DeltArte l’artista espone SS 309: il progetto fotografico prende il nome dalla denominazione stradale della via che collega Ravenna a Mestre e che ricalca il tracciato di un'antica strada medievale. Le immagini raccontano i due anni impiegati per documentare gli oltre 126 chilometri lungo i quali si snoda la statale 309 Ravenna - Venezia. Strada del mare per molti, disseminata di antichi borghi di pescatori, popolata dalle fronde degli alberi, attraversata dal 45° parallelo, l'arteria, tra decadenza e velocità, continua ad esercitare il suo strano fascino. Una forma di ambivalenza che si riscontra in queste immagini nell’anima primigenia del bianco e nero.
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