Dramatis Personae. Il volto e la figura nell'arte italiana contemporanea
Dal 29 Giugno 2013 al 14 Luglio 2013
Ferrara
Luogo: Palazzo della Racchetta
Indirizzo: via Vaspergolo 6
Orari: tutti i giorni 15-19
Curatori: Virgilio Patarini
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 366 4978189
E-Mail info: info@palazzodellaracchetta.it
Sito ufficiale: http://palazzodellaracchetta.it
Si inaugura sabato 29 giugno 2013, alle ore 16,30, a Ferrara, a Palazzo della Racchetta, via Vaspergolo, 6, la mostra “DRAMATIS PERSONAE. Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea”, a cura di Virgilio Patarini, catalogo Ed. Giorgio Mondadori.
In mostra quadri, fotografie e sculture di Fausto Arrighi, Marino Benigna, Roberto Borra, Amalia Borin, Alda Bòscaro, Roberto Cardone, Mario D’Amico, Laura Di Fazio, Paolo Facchinetti, Carolina Ferrara, Ersilietta Gabrielli, Max Gasparini, Francesco Lodigiani, Paolo Lo Giudice, Laura Longhitano Ruffilli, Carla Mascaro, Sergio Merghetti, Luigi Montefoschi, Antonio Presti, Gianluca Ranieri, Maria Luisa Ritorno, Francesco Siclari, Massimo Sottili, Ezio Tambini, Anna Urbani De Gheltof, Lyudmila Vasilieva
A prima vista l’unica cosa che accomuna le opere selezionate per questa mostra è la presenza della figura umana, poiché c’è sempre una presenza antropomorfa (o più di una) che abita lo spazio o la superficie .
Tuttavia ad una più accorta disanima si potrà ben notare come ci sia dell’altro che accomuna le opere qui presentate: ciascuna di queste umane presenze evoca un mondo, richiama alla memoria o alla immaginazione una storia. Non è solo figura, dunque, ma anche e soprattutto personaggio. “Dramatis personae” in latino significa, infatti, semplicemente, “personaggi”.
I colori, le forme, le espressioni, i gesti, i contesti che caratterizzano le figure ritratte hanno la forza, di volta in volta, di alludere a intrecci, situazioni, vicende, di cui quello che vediamo immortalato sulla tela o plasmato nello spazio è solo un istante, un fotogramma, un momento forte in cui si condensano, in potenza, i momenti futuri e si concentrano, come in una sorta di precipitato, i momenti passati. “Carpe diem”, insegna Orazio: cogli l’attimo. Anzi, non “cogli”, ma “afferra”, “ghermisci”, per fare una traduzione più puntuale.
Poi certo le modalità con cui i vari artisti selezionati “strappano l’attimo” sono molto diverse tra loro: diverse le poetiche, diversi gli stili. Ma comune è la capacità (e la volontà, più o meno consapevole) di condensare storie, emozioni, vicende nello spazio circoscritto di una singola opera. E fare di un quadro o una scultura un crocevia di situazioni. Un crogiolo.
Ci sono poi punti di contatto per così dire trasversali che consentono di accostare tra loro alcuni dei pittori e degli scultori qui radunati e di raggrupparli per affinità stilistiche e compositive.
Dal che si evince, in conclusione, che la parata di personaggi che attraversa questa mostra e l’omonima pubblicazione è decisamente variegata: personaggi drammatici accanto ad altri comici o grotteschi, evanescenti figure poetiche accanto a solide presenze carnali, in una ridda di stili teatrali mischiati tra loro che forse assomiglia alla tragicomica varietà di questi nostri tempi confusi. Tempi in cui facilmente la tragedia si risolve in farsa. E viceversa.
Virgilio Patarini
In mostra quadri, fotografie e sculture di Fausto Arrighi, Marino Benigna, Roberto Borra, Amalia Borin, Alda Bòscaro, Roberto Cardone, Mario D’Amico, Laura Di Fazio, Paolo Facchinetti, Carolina Ferrara, Ersilietta Gabrielli, Max Gasparini, Francesco Lodigiani, Paolo Lo Giudice, Laura Longhitano Ruffilli, Carla Mascaro, Sergio Merghetti, Luigi Montefoschi, Antonio Presti, Gianluca Ranieri, Maria Luisa Ritorno, Francesco Siclari, Massimo Sottili, Ezio Tambini, Anna Urbani De Gheltof, Lyudmila Vasilieva
A prima vista l’unica cosa che accomuna le opere selezionate per questa mostra è la presenza della figura umana, poiché c’è sempre una presenza antropomorfa (o più di una) che abita lo spazio o la superficie .
Tuttavia ad una più accorta disanima si potrà ben notare come ci sia dell’altro che accomuna le opere qui presentate: ciascuna di queste umane presenze evoca un mondo, richiama alla memoria o alla immaginazione una storia. Non è solo figura, dunque, ma anche e soprattutto personaggio. “Dramatis personae” in latino significa, infatti, semplicemente, “personaggi”.
I colori, le forme, le espressioni, i gesti, i contesti che caratterizzano le figure ritratte hanno la forza, di volta in volta, di alludere a intrecci, situazioni, vicende, di cui quello che vediamo immortalato sulla tela o plasmato nello spazio è solo un istante, un fotogramma, un momento forte in cui si condensano, in potenza, i momenti futuri e si concentrano, come in una sorta di precipitato, i momenti passati. “Carpe diem”, insegna Orazio: cogli l’attimo. Anzi, non “cogli”, ma “afferra”, “ghermisci”, per fare una traduzione più puntuale.
Poi certo le modalità con cui i vari artisti selezionati “strappano l’attimo” sono molto diverse tra loro: diverse le poetiche, diversi gli stili. Ma comune è la capacità (e la volontà, più o meno consapevole) di condensare storie, emozioni, vicende nello spazio circoscritto di una singola opera. E fare di un quadro o una scultura un crocevia di situazioni. Un crogiolo.
Ci sono poi punti di contatto per così dire trasversali che consentono di accostare tra loro alcuni dei pittori e degli scultori qui radunati e di raggrupparli per affinità stilistiche e compositive.
Dal che si evince, in conclusione, che la parata di personaggi che attraversa questa mostra e l’omonima pubblicazione è decisamente variegata: personaggi drammatici accanto ad altri comici o grotteschi, evanescenti figure poetiche accanto a solide presenze carnali, in una ridda di stili teatrali mischiati tra loro che forse assomiglia alla tragicomica varietà di questi nostri tempi confusi. Tempi in cui facilmente la tragedia si risolve in farsa. E viceversa.
Virgilio Patarini
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