Carmine Pellegrini. La fucina delle scienze

Carmine Pellegrini. La fucina delle scienze, Centro Polifunzionale per gli Studenti - ex Palazzo delle Poste, Bari
Dal 06 Ottobre 2014 al 24 Ottobre 2014
Bari
Luogo: Centro Polifunzionale per gli Studenti - ex Palazzo delle Poste
Indirizzo: via Garruba 1
Orari: da lunedì a venerdì 8-20; sabato 8-12.30
Curatori: Rosanna Marzano
Enti promotori:
- Rettore dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 080 9752900
E-Mail info: carmine.pellegrini@uniba.it
Sito ufficiale: http://www.uniba.it
Il giorno 6 ottobre 2014, alle ore 17.30 presso il Centro Polifunzionale per gli Studenti dell’Ateneo barese, sarà inaugurata la mostra fotografica di Carmine Pellegrini: La fucina delle scienze. Promossa dal Rettore dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, la mostra sarà liberamente visitabile dal 6 al 24 ottobre 2014, dal lunedì al venerdì (ore 8-20.00) e il sabato (ore 8.00-12.30).
La mostra fotografica sull’Università degli Studi di Bari nasce dalla volontà di partecipare, all’interno come all’esterno, la realtà dell’accademia: un “cantiere aperto” nel quale docenti, studenti e personale tecnico-amministrativo lavorano percorrendo un cammino verso obiettivi comuni. Carmine Pellegrini ha documentato l’universo della nostra Università, addentrandosi nel mondo della ricerca e della didattica che la connota e portando alla luce, attraverso lo strumento del reportage fotografico, aspetti e dinamiche significative ma spesso ignorate. Le cinquanta foto esposte ritraggono momenti delle attività condotte in vari settori, principalmente in seno alla ricerca, poiché è la ricerca la nostra autentica ricchezza: scientifica, storica, archeologica, naturalistica e culturale, risorsa preziosa per il nostro futuro. Una risorsa però da incentivare, valorizzare e presentare alla collettività, nella molteplicità dei suoi considerevoli aspetti.
Ogni singolo scatto coglie le sfaccettature, le caratteristiche, i luoghi, le modalità di svolgimento delle disparate attività, da cui emerge un profilo di attività scientifiche che hanno spunti condivisi ma anche narrazioni distinte: si ha quasi l’impressione di scorrere un grande “album di famiglia”, che ritrae la comunità universitaria impegnata nei vari ambiti disciplinari.
Le immagini sembrano nascondere un’intuizione profonda, la sensazione di far parte di un grande organismo vivente, di cui si raccontano i ritmi quotidiani, cogliendo il “nodo sentimentale” che lega ogni operatore al proprio lavoro.
La mostra fotografica sull’Università degli Studi di Bari nasce dalla volontà di partecipare, all’interno come all’esterno, la realtà dell’accademia: un “cantiere aperto” nel quale docenti, studenti e personale tecnico-amministrativo lavorano percorrendo un cammino verso obiettivi comuni. Carmine Pellegrini ha documentato l’universo della nostra Università, addentrandosi nel mondo della ricerca e della didattica che la connota e portando alla luce, attraverso lo strumento del reportage fotografico, aspetti e dinamiche significative ma spesso ignorate. Le cinquanta foto esposte ritraggono momenti delle attività condotte in vari settori, principalmente in seno alla ricerca, poiché è la ricerca la nostra autentica ricchezza: scientifica, storica, archeologica, naturalistica e culturale, risorsa preziosa per il nostro futuro. Una risorsa però da incentivare, valorizzare e presentare alla collettività, nella molteplicità dei suoi considerevoli aspetti.
Ogni singolo scatto coglie le sfaccettature, le caratteristiche, i luoghi, le modalità di svolgimento delle disparate attività, da cui emerge un profilo di attività scientifiche che hanno spunti condivisi ma anche narrazioni distinte: si ha quasi l’impressione di scorrere un grande “album di famiglia”, che ritrae la comunità universitaria impegnata nei vari ambiti disciplinari.
Le immagini sembrano nascondere un’intuizione profonda, la sensazione di far parte di un grande organismo vivente, di cui si raccontano i ritmi quotidiani, cogliendo il “nodo sentimentale” che lega ogni operatore al proprio lavoro.
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