apap - Feminist Futures / KAS
Dal 17 Giugno 2022 al 03 Luglio 2022
Dro | Trento
Luogo: Centrale Fies
Indirizzo: Loc. Fies 1
Curatori: Barbara Boninsegna, Filippo Andreatta, Simone Frangi
Telefono per informazioni: +39 0464 504700
E-Mail info: info@centralefies.it
Sito ufficiale: http://www.centralefies.it
Dal 17 al 19 giugno Centrale Fies riporta nei suoi spazi la rete europea di apap - Feminist Futures. apap immagina futuri ripensando i corpi; i nostri, gli altri, quelli più fragili, quelli animali, quelli vegetali e anche quelli che dimentichiamo esserlo come l’aria, l’acqua o la terra stessa. Da alcuni anni il network europeo apap ha messo al proprio centro e periferia il femminismo senza genere come futuro possibile, come luogo d’immaginazione in cui sperimentare forme di inclusione attraverso le arti performative, invitando artiste, artisti e istituzioni a costruire immaginari innervati a questi futuri. Feminist Futures non è quindi solo un weekend dedicato alle arti performative ma un luogo d’incontro temporaneo in cui formulare un pensiero intimo e collettivo; in cui chiedersi cosa significa creare oggi e, soprattutto, con chi.
Curato da Barbara Boninsegna con Filippo Andreatta, artista e curatore, il programma include un’ampia selezione di performance e installazioni ma anche incontri, workshop, dj-set e concerti tenuti da artiste e artisti internazionali, prodotti e sostenuti dalla rete apap ma non solo: Chiara Bersani, buren, Silvia Calderoni/Ilenia Caleo, Stina Fors, Muna Mussie, Selma Selman, BABA ELECTRONICA, Niko G. x Kali. Durante le tre giorni, legata alla visione della programmazione performativa e da quest’anno aperta al pubblico, avrà luogo la Feminist Futures School, condotta da ricercatrici ambientali, sociologhe del lavoro, artiste e artisti, tra cui Angela YT Chan, Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello, Florinda Saieva/Farm Cultural Park, Muna Mussie, Harun Morrison e OHT.
“Il mese di giugno continua nella logica delle co-curatele, nel segno di un’orizzontalità all’interno del centro di ricerca - racconta Barbara Boninsegna- Direttrice Artistica e founder di Centrale Fies - dove si sperimentano pratiche collettive, non solo artistiche, ma anche organizzative. Da qualche anno Fies gode di una board curatoriale espansa per collaborare alle singole attività di apertura al pubblico, e affiancare parte dei processi di organizzazione e pensiero, come nel caso di Filippo Andreatta e la rete europea apap, di cui è referente per Centrale Fies”.
“apap Feminist Futures - continua Filippo Andreatta - può essere immaginato come un campionario possibile di futuri attraverso pratiche e strategie performative che oggi si materializzano davanti al nostro sguardo, ma che resteranno con noi molto più a lungo. Un’esperienza collettiva che si fa giacenza intima e individuale, uno spazio di transizione continua che con noi cambia modificando il luogo a cui apparteniamo e a cui partecipiamo”. In questa edizione verrà esplorato il rapporto fra le arti performative e il femminismo intersezionale - che studia e sovverte le differenti linee di oppressione create dai sistemi piramidali e patriarcali - immaginandolo come niente di più semplice e complesso che un luogo d’incontro.
Per la prima volta a Centrale Fies il duo belga buren indaga la società attuale: per loro il palcoscenico è un parco giochi critico, una superficie su cui giocare continuamente. In SPARE TIME WORK (19 giugno) il duo trasforma in musica un certo immaginario politico, concentrandosi sui temi di una nuova relazione tra le forme di lavoro e di svago, verso una rivoluzione sociale. The present is not enough (primo baluginìo) (18 giugno) è il progetto di un altro duo formato dalla performer e attrice Silvia Calderoni e Ilenia Caleo, performer, attivista e ricercatrice. A partire da un documentario in cui gli animali vengono narrati indugiando sulle loro umanizzate e presunte caratteristiche, le due artiste accendono una riflessione sulle soggettività e le individualità di ognuno, sottraendosi al pensiero mainstream e attraversando diversi punti di vista. Niko G. x Kali (19 giugno) è un duo trap tutto al femminile di origini rom che vuole rivoluzionare l'industria musicale della Romania, da loro definita sessista. Con Tehno-Vrăjitoarele, loro ultimo album, portano alla ribalta le vulnerabilità, le emozioni e le storie di vita di alcune donne che vogliono esprimere i loro pensieri in modo potente e libero.
Anche Chiara Bersani, nella sua ultima performance L’Animale (17-18 giugno) lavora per intaccare un immaginario consolidato all’interno della disciplina della danza: quello del cigno, che sembra essere indiscutibilmente legato ai corpi regolati da canoni estetici e schemi iconografici rigidi. La coreografa con disabilità, che da anni lotta in prima persona per l’inclusione di artisti e artiste con disabilità nelle arti performative, si espone per scardinare il concetto di abilismo, e altre forme di discriminazione. A questa tematica di lotta contro ogni discriminazione, è legato anche l’ultimo lavoro di Muna Mussie, Curva Cieca (19 giugno): fulcro della performance - potenziata dal workshop “Verso l’immagine” (17 giugno) - è la scoperta della lingua materna dell’artista. Parole, segni e fluttuazioni di senso si compongono intorno alla voce di Filmon Yemane, non vedente dall’età di dodici anni, che diventa pista sonora per l’ascolto di lezioni di tigrino (una delle lingue ufficiali eritree). In linea con le sfumature politico-inclusive di apap, le performance di Chiara Bersani e Muna Mussie diventano reale dispositivo meta-didattico grazie all’ausilio di Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello e alle loro audiodescrizioni: Giuseppe è non vedente, danzatore e con Camilla, danzatrice e drammaturga si occupano insieme da anni di creare audiodescrizioni poetiche live di spettacoli di danza e performance.
Torna a Centrale Fies Harun Morrison, con la video installazione Welcome To Epping Forest (17-18-19 giugno), nella quale riprende una delle sette costruzioni sanitarie temporanee che l'NHS England ha costruito nel 2020 come parte della risposta alla pandemia di Covid-19 in Inghilterra. Molte di queste strutture non sono mai state utilizzate, dunque l’artista si interroga sulle conseguenze che queste architetture “non descrittive” e costantemente sorvegliate abbiano sulle nostre vite. Daniela Bershan aka BABA ELECTRONICA (18 giugno) collega invece la sua pratica musicale e di pensiero ad antiche pratiche femminili di stregoneria, ai rituali di guarigione e di cura; vede il DJing come uno strumento per “costruire muscoli e corpi di pensiero, movimento, esperienza e carne”, un modo per passare pezzi di conoscenza e sapere attraverso la musica che scuote i corpi.
La programmazione di giugno dà voce a un misto di pratiche femministe, artistiche e politiche, fuori e dentro le scene. Un’occasione speciale per incontrare il pubblico alle ore 17 del 19 giugno, dove sarà possibile fare “la merenda della domenica con pane-burro-e-marmellata” insieme alle artiste, artisti, ricercatrici, performer, relatori della Feminist School della giornata, che lavorano su questi temi nell’arte, nelle università, all’interno dei movimenti politici, ambientalisti e attraverso varie forme di attivismo.
La Feminist School di apap quest’anno sarà aperta a tutte e tutti per condividere i saperi, amplificare e moltiplicare i gesti dei singoli, per riconoscerci in frammentate ma potenti nuove comunità. Tra le protagoniste Florinda Saieva, founder con Andrea Bartoli di Farm Cultural Park, Parco Culturale e Turistico Contemporaneo di Favara terrà un workshop su come l’arte e la cultura possono essere degli strumenti di crescita e di sviluppo del territorio e un ottimo strumento di welfare (19 giugno).
Con una reading session, per la prima volta OHT con Silvia Costa (19 giugno) si confronta con un classico della letteratura occidentale; Frankenstein, intercettando la storia di Shelley nel momento in cui Frankenstein e la creatura si trovano sul monte Bianco, legandosi ai cambiamenti climatici dei primi dell’800. A partire dal libro come generatore di una rete di relazioni, il reading collettivo opererà affondi nel testo, permettendo l’emersione e la condivisione di parte del materiale di ricerca che solitamente resta sepolto.
Ed è sempre la letteratura il punto di partenza del workshop di Harun Morrison, Fictions in Gardens (18-19 giugno): un database sviluppato dall’artista, che raccoglie descrizioni di giardini nella narrativa (romanzi, storie, canzoni ecc.) di ere e geografie diverse. Il workshop è un invito a leggere collettivamente alcune sezioni dal database come punto di partenza per generare narrativa breve ambientata nel parco di Centrale Fies.
Con il workshop Unfinished histories:climate change framings, Angela YT Chan (19 giugno), ricercatrice indipendente, curatrice e artista, riconfigura il “potere” in relazione all'iniquità del cambiamento climatico, attraverso l'auto-archiviazione, il ripensamento delle geografie e la finzione speculativa.
Ad accompagnare la programmazione non mancano le arti visive, dopo la mostra personale di Binta Diaw, presentata a maggio, Centrale Fies ospita una personale di Selma Selman intitolata Viva la Vida, nella quale la giovane artista di origini rom svela la sua “costante attenzione alle dinamiche di identità, di genere e alla forme con cui le differenze culturali agiscono sui comportamenti sociali”. In mostra fino al 3 luglio KAS, mostra collettiva di natura performativa che prosegue il ciclo di esposizioni che Centrale Fies dedica da alcuni anni alla relazione tra gli oggetti e le loro attivazioni, rivalorizzando forme di sapere (affettivo, somatico, visuale) censurate o soppresse dalla modernità sesso-coloniale occidentale. La collettiva formata dai lavori di Mohamed Abdelkarim, Simon Asencio, Miriam Cahn, Giulia Damiani & Le Nemesiache, Alessandra Ferrini, Belinda Kazeem-Kamiński, Alfeno Liboni, Vanja Smiljanić, curata da Simone Frangi, Barbara Boninsegna.
Infine dall’1 al 3 luglio per LIVE WORKS SUMMIT 2022, a cura di Barbara Boninsegna e Simone Frangi, si incontreranno gli alumni della scorsa edizione con i nuovi otto selezionati tramite la call internazionale di quest’anno. I nuovi fellows inizieranno un periodo di residenza collettiva e di free school - aperta a chiunque voglia parteciparvi previa iscrizione - focalizzato sulla ricerca e lo studio, condotto dal team curatoriale insieme a Gaia Giuliani (ricercatrice, docente associata in Filosofia Politica), Patricia MacCormack (filosofa, scrittrice e curatrice), Valentina Desideri (artista e curatrice, attualmente PhD al Social Justice Institute presso University of British Columbia, Vancouver) e Denise Ferreira da Silva (filosofa, scrittrice e filmmaker). In occasione del summit sarà possibile assistere alle performance degli alumni di LIVE WORKS 2021: Sergi Casero, Gabbi Cattani, Selin Davasse, Joannie Baumgärtner, Ivan Cheng, Ada M. Patterson & Clementine Edwards, Silvia Rosi. Ad accompagnarli quattro special guest, Philippe Quesne, Omar Souleyman, Giulia Crispiani, Alok Vaid-Menon. Solo in occasione di Live Works Summit 2022, KAS sarà attivata con un ciclo di performance di Simon Asencio, Giulia Damiani e Le Nemesiache, Vanja Smiljanić.
Curato da Barbara Boninsegna con Filippo Andreatta, artista e curatore, il programma include un’ampia selezione di performance e installazioni ma anche incontri, workshop, dj-set e concerti tenuti da artiste e artisti internazionali, prodotti e sostenuti dalla rete apap ma non solo: Chiara Bersani, buren, Silvia Calderoni/Ilenia Caleo, Stina Fors, Muna Mussie, Selma Selman, BABA ELECTRONICA, Niko G. x Kali. Durante le tre giorni, legata alla visione della programmazione performativa e da quest’anno aperta al pubblico, avrà luogo la Feminist Futures School, condotta da ricercatrici ambientali, sociologhe del lavoro, artiste e artisti, tra cui Angela YT Chan, Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello, Florinda Saieva/Farm Cultural Park, Muna Mussie, Harun Morrison e OHT.
“Il mese di giugno continua nella logica delle co-curatele, nel segno di un’orizzontalità all’interno del centro di ricerca - racconta Barbara Boninsegna- Direttrice Artistica e founder di Centrale Fies - dove si sperimentano pratiche collettive, non solo artistiche, ma anche organizzative. Da qualche anno Fies gode di una board curatoriale espansa per collaborare alle singole attività di apertura al pubblico, e affiancare parte dei processi di organizzazione e pensiero, come nel caso di Filippo Andreatta e la rete europea apap, di cui è referente per Centrale Fies”.
“apap Feminist Futures - continua Filippo Andreatta - può essere immaginato come un campionario possibile di futuri attraverso pratiche e strategie performative che oggi si materializzano davanti al nostro sguardo, ma che resteranno con noi molto più a lungo. Un’esperienza collettiva che si fa giacenza intima e individuale, uno spazio di transizione continua che con noi cambia modificando il luogo a cui apparteniamo e a cui partecipiamo”. In questa edizione verrà esplorato il rapporto fra le arti performative e il femminismo intersezionale - che studia e sovverte le differenti linee di oppressione create dai sistemi piramidali e patriarcali - immaginandolo come niente di più semplice e complesso che un luogo d’incontro.
Per la prima volta a Centrale Fies il duo belga buren indaga la società attuale: per loro il palcoscenico è un parco giochi critico, una superficie su cui giocare continuamente. In SPARE TIME WORK (19 giugno) il duo trasforma in musica un certo immaginario politico, concentrandosi sui temi di una nuova relazione tra le forme di lavoro e di svago, verso una rivoluzione sociale. The present is not enough (primo baluginìo) (18 giugno) è il progetto di un altro duo formato dalla performer e attrice Silvia Calderoni e Ilenia Caleo, performer, attivista e ricercatrice. A partire da un documentario in cui gli animali vengono narrati indugiando sulle loro umanizzate e presunte caratteristiche, le due artiste accendono una riflessione sulle soggettività e le individualità di ognuno, sottraendosi al pensiero mainstream e attraversando diversi punti di vista. Niko G. x Kali (19 giugno) è un duo trap tutto al femminile di origini rom che vuole rivoluzionare l'industria musicale della Romania, da loro definita sessista. Con Tehno-Vrăjitoarele, loro ultimo album, portano alla ribalta le vulnerabilità, le emozioni e le storie di vita di alcune donne che vogliono esprimere i loro pensieri in modo potente e libero.
Anche Chiara Bersani, nella sua ultima performance L’Animale (17-18 giugno) lavora per intaccare un immaginario consolidato all’interno della disciplina della danza: quello del cigno, che sembra essere indiscutibilmente legato ai corpi regolati da canoni estetici e schemi iconografici rigidi. La coreografa con disabilità, che da anni lotta in prima persona per l’inclusione di artisti e artiste con disabilità nelle arti performative, si espone per scardinare il concetto di abilismo, e altre forme di discriminazione. A questa tematica di lotta contro ogni discriminazione, è legato anche l’ultimo lavoro di Muna Mussie, Curva Cieca (19 giugno): fulcro della performance - potenziata dal workshop “Verso l’immagine” (17 giugno) - è la scoperta della lingua materna dell’artista. Parole, segni e fluttuazioni di senso si compongono intorno alla voce di Filmon Yemane, non vedente dall’età di dodici anni, che diventa pista sonora per l’ascolto di lezioni di tigrino (una delle lingue ufficiali eritree). In linea con le sfumature politico-inclusive di apap, le performance di Chiara Bersani e Muna Mussie diventano reale dispositivo meta-didattico grazie all’ausilio di Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello e alle loro audiodescrizioni: Giuseppe è non vedente, danzatore e con Camilla, danzatrice e drammaturga si occupano insieme da anni di creare audiodescrizioni poetiche live di spettacoli di danza e performance.
Torna a Centrale Fies Harun Morrison, con la video installazione Welcome To Epping Forest (17-18-19 giugno), nella quale riprende una delle sette costruzioni sanitarie temporanee che l'NHS England ha costruito nel 2020 come parte della risposta alla pandemia di Covid-19 in Inghilterra. Molte di queste strutture non sono mai state utilizzate, dunque l’artista si interroga sulle conseguenze che queste architetture “non descrittive” e costantemente sorvegliate abbiano sulle nostre vite. Daniela Bershan aka BABA ELECTRONICA (18 giugno) collega invece la sua pratica musicale e di pensiero ad antiche pratiche femminili di stregoneria, ai rituali di guarigione e di cura; vede il DJing come uno strumento per “costruire muscoli e corpi di pensiero, movimento, esperienza e carne”, un modo per passare pezzi di conoscenza e sapere attraverso la musica che scuote i corpi.
La programmazione di giugno dà voce a un misto di pratiche femministe, artistiche e politiche, fuori e dentro le scene. Un’occasione speciale per incontrare il pubblico alle ore 17 del 19 giugno, dove sarà possibile fare “la merenda della domenica con pane-burro-e-marmellata” insieme alle artiste, artisti, ricercatrici, performer, relatori della Feminist School della giornata, che lavorano su questi temi nell’arte, nelle università, all’interno dei movimenti politici, ambientalisti e attraverso varie forme di attivismo.
La Feminist School di apap quest’anno sarà aperta a tutte e tutti per condividere i saperi, amplificare e moltiplicare i gesti dei singoli, per riconoscerci in frammentate ma potenti nuove comunità. Tra le protagoniste Florinda Saieva, founder con Andrea Bartoli di Farm Cultural Park, Parco Culturale e Turistico Contemporaneo di Favara terrà un workshop su come l’arte e la cultura possono essere degli strumenti di crescita e di sviluppo del territorio e un ottimo strumento di welfare (19 giugno).
Con una reading session, per la prima volta OHT con Silvia Costa (19 giugno) si confronta con un classico della letteratura occidentale; Frankenstein, intercettando la storia di Shelley nel momento in cui Frankenstein e la creatura si trovano sul monte Bianco, legandosi ai cambiamenti climatici dei primi dell’800. A partire dal libro come generatore di una rete di relazioni, il reading collettivo opererà affondi nel testo, permettendo l’emersione e la condivisione di parte del materiale di ricerca che solitamente resta sepolto.
Ed è sempre la letteratura il punto di partenza del workshop di Harun Morrison, Fictions in Gardens (18-19 giugno): un database sviluppato dall’artista, che raccoglie descrizioni di giardini nella narrativa (romanzi, storie, canzoni ecc.) di ere e geografie diverse. Il workshop è un invito a leggere collettivamente alcune sezioni dal database come punto di partenza per generare narrativa breve ambientata nel parco di Centrale Fies.
Con il workshop Unfinished histories:climate change framings, Angela YT Chan (19 giugno), ricercatrice indipendente, curatrice e artista, riconfigura il “potere” in relazione all'iniquità del cambiamento climatico, attraverso l'auto-archiviazione, il ripensamento delle geografie e la finzione speculativa.
Ad accompagnare la programmazione non mancano le arti visive, dopo la mostra personale di Binta Diaw, presentata a maggio, Centrale Fies ospita una personale di Selma Selman intitolata Viva la Vida, nella quale la giovane artista di origini rom svela la sua “costante attenzione alle dinamiche di identità, di genere e alla forme con cui le differenze culturali agiscono sui comportamenti sociali”. In mostra fino al 3 luglio KAS, mostra collettiva di natura performativa che prosegue il ciclo di esposizioni che Centrale Fies dedica da alcuni anni alla relazione tra gli oggetti e le loro attivazioni, rivalorizzando forme di sapere (affettivo, somatico, visuale) censurate o soppresse dalla modernità sesso-coloniale occidentale. La collettiva formata dai lavori di Mohamed Abdelkarim, Simon Asencio, Miriam Cahn, Giulia Damiani & Le Nemesiache, Alessandra Ferrini, Belinda Kazeem-Kamiński, Alfeno Liboni, Vanja Smiljanić, curata da Simone Frangi, Barbara Boninsegna.
Infine dall’1 al 3 luglio per LIVE WORKS SUMMIT 2022, a cura di Barbara Boninsegna e Simone Frangi, si incontreranno gli alumni della scorsa edizione con i nuovi otto selezionati tramite la call internazionale di quest’anno. I nuovi fellows inizieranno un periodo di residenza collettiva e di free school - aperta a chiunque voglia parteciparvi previa iscrizione - focalizzato sulla ricerca e lo studio, condotto dal team curatoriale insieme a Gaia Giuliani (ricercatrice, docente associata in Filosofia Politica), Patricia MacCormack (filosofa, scrittrice e curatrice), Valentina Desideri (artista e curatrice, attualmente PhD al Social Justice Institute presso University of British Columbia, Vancouver) e Denise Ferreira da Silva (filosofa, scrittrice e filmmaker). In occasione del summit sarà possibile assistere alle performance degli alumni di LIVE WORKS 2021: Sergi Casero, Gabbi Cattani, Selin Davasse, Joannie Baumgärtner, Ivan Cheng, Ada M. Patterson & Clementine Edwards, Silvia Rosi. Ad accompagnarli quattro special guest, Philippe Quesne, Omar Souleyman, Giulia Crispiani, Alok Vaid-Menon. Solo in occasione di Live Works Summit 2022, KAS sarà attivata con un ciclo di performance di Simon Asencio, Giulia Damiani e Le Nemesiache, Vanja Smiljanić.
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