Dal 12 ottobre 2024 al 3 marzo 2025

Op Art: Marina Apollonio alla Collezione Peggy Guggenheim

Marina Apollonio © Archivio Marina Apollonio
 

Francesca Grego

10/10/2024

Venezia - Quando le chiesero il perché della sua predilezione per il cerchio, Marina Apollonio rispose: “Avevo un buon compasso”. Nella sua arte in realtà nulla è casuale: con metodo rigoroso e instancabile lavoro sperimentale, Apollonio ha esplorato lo spazio e la percezione aprendola verso nuove dimensioni, conquistando un posto di primo piano nel panorama internazionale dell’Arte ottica (Op) e cinetica. Da sabato 12 ottobre fino al 3 marzo 2025 le sue creazioni saranno in mostra presso la Collezione Peggy Guggenheim, nella più ampia retrospettiva mai realizzata in Italia sulla sua opera. 

A cura di Marianna Gelussi, storica dell’arte e curatrice indipendente, Marina Apollonio. Oltre il cerchio ricostruisce le ricerche dell’artista dal 1963 ad oggi attraverso un centinaio di opere provenienti dalla sua collezione personale nonché da importanti musei d’Italia e d’Europa. Non è un caso che l’esposizione si tenga a Palazzo Venier dei Leoni: alla fine degli anni Sessanta fu proprio Peggy Guggenheim a consacrare il talento di Apollonio, commissionandole Rilievo n.505, tuttora nelle raccolte del museo lagunare. “L’aver realizzato un’opera che ancora oggi fa parte della collezione di Peggy Guggenheim fu per me un enorme incoraggiamento a continuare e insistere nel realizzare opere in cui credevo“, racconta l’artista. 


Marina Apollonio. Oltre il cerchio. Peggy Guggenheim Collection, 12.10.2024 – 03.03.2025 © Photo Matteo De Fina

Figlia di Umbro Apollonio, critico d’arte, scrittore, direttore dell’Archivio storico della Biennale di Venezia dal ‘49 al ‘72, a otto anni Marina si trasferisce da Trieste a Venezia, dove crescerà circondata da intellettuali e artisti. Fin da bambina è attratta dalla geometria e contempla la perfezione matematica delle forme naturali. “Contagiata dal virus dell’arte”, come le piace ricordare, inizia le sue ricerche intorno alla percezione visiva nel ‘62, contro il volere del padre, mentre l’arte programmata e cinetica muove i primi passi. Pur senza aderire a nessun gruppo, Apollonio sarà vicina a Nuova tendenza 3, dove conosce l’amica Dadamaino, al Gruppo N di Padova, al Gruppo T di Milano, al Gruppo Zero di Düsseldorf. Nel 1966 scrive: “Ogni mia ricerca plastica vuole essere un’indagine sulle possibilità fenomeniche di forme e strutture elementari. (…) L’azione si svolge con assoluto rigore in un rapporto diretto tra intuizione e verifica: intuizione a livello ottico e verifica su sistema matematico. Scelta una forma primaria, quale ad esempio il cerchio, ne studio le possibilità strutturali per renderla attiva cercando il massimo risultato con la massima economia”. 


Marina Apollonio. Oltre il cerchio. Peggy Guggenheim Collection, 12.10.2024 – 03.03.2025 © Photo Matteo De Fina

Con dipinti, grafiche e sculture il percorso alla Collezione Peggy Guggenheim esplora le numerose strade battute da Apollonio tra strutture e linee, tecniche e materiali, spingendo la forma oltre i limiti della superficie e della cornice, dinamizzando lo spazio e la percezione sempre in relazione attiva con l’osservatore. Tutt’altro che sterile o fredda, la geometria respira, si fa specchio dell’universo e del suo ordine matematico. Il cerchio ritorna ossessivamente in infinite variazioni e nella ripetizione si carica di un valore simbolico, rivela il desiderio di espansione, fusione, l’aspirazione alla totalità. Lo scopriremo nelle iconiche Dinamiche circolari così come nei Rilievi, la serie ammirata da Peggy dove il cerchio conquista la terza dimensione con strutture metalliche che catturano e scompongono l’ambiente circostante; nella pittura delle Gradazioni e delle Espansioni, o ancora nei Rilievi a diffusione cromatica, pitture-rilievo dei primi anni Settanta intagliate in supporti di plastica e poi dipinte.


Marina Apollonio. Oltre il cerchio. Peggy Guggenheim Collection, 12.10.2024 – 03.03.2025 © Photo Matteo De Fina

Da non perdere sono i due progetti site-specific realizzati in occasione della mostra: l’ambiente Entrare nell’opera e l’installazione musicale Endings, nata dalla collaborazione con il compositore Guglielmo Bottin, fusione di visivo e sonoro in viaggio tra i Rotoreliefs di Marcel Duchamp e la musica techno sulle ali di un giradischi. 

Negli spazi di Palazzo Venier dei Leoni, infine, le creazioni di Apollonio dialogheranno con le opere di importanti esponenti dell’Arte ottica e cinetica che Peggy Guggenheim collezionò negli anni Sessanta, oggi riunite in una sala dedicata, da Victor Vasarely ad Alberto Biasi, Martha Boto, Franco Costalonga, Heinz Mack, Manfredo Massironi, Francisco Sobrino. 


Marina Apollonio. Oltre il cerchio. Peggy Guggenheim Collection, 12.10.2024 – 03.03.2025 © Photo Matteo De Fina


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