A Palazzo Reale fino al 22 settembre
In mostra a Milano Valerio Adami, l’artista pop amato da Calvino
Installation view Valerio Adami. Pittore di idee. Palazzo Reale, Milano. Foto Gabriele Leonardi. Courtesy Archivio Valerio Adami
Francesca Grego
19/07/2024
Milano - Un viaggio lungo 65 anni per scoprire uno dei più significativi pittori italiani dal Dopoguerra a oggi: l’appuntamento è a Palazzo Reale, teatro di un’ampia antologica dedicata a Valerio Adami. In mostra fino al prossimo 22 settembre troveremo oltre 70 dipinti di grande formato e 50 disegni, selezionati dal curatore Marco Meneguzzo per raccontare la parabola di un artista curioso e originale, stimato e famoso nel mondo, ma ancora non troppo conosciuto al grande pubblico in Italia, che ha saputo distillare sulla tela le più svariate suggestioni del proprio tempo: dall’Espressionismo alla Pop Art, dall’attualità alla letteratura, la filosofia, la musica.
Folgorato da giovanissimo da un incontro con Oskar Kokoschka a Venezia, Adami studia sotto la guida di Felice Carena e più tardi di Achille Funi. Siamo negli anni Cinquanta e gli ambienti dell’arte sono in pieno fermento: il giovane pittore è conquistato dalle ricerche di Francis Bacon e poi dalla Pop Art americana, che metabolizzerà presto in modo molto personale. Ha un’anima cosmopolita e viaggia di continuo - Parigi, sua città d’elezione, ma anche Stati Uniti, America Latina, India, Israele - lasciandosi ispirare da ogni soggiorno e stringendo amicizie con intellettuali e artisti di spicco come Italo Calvino, che scriverà per lui le Quattro favole di Esopo, Jacques Derrida, Roberto Sebastian Matta, Octavio Paz, Antonio Tabucchi, Jean-François Lyotard, Luciano Berio. La dimensione internazionale del suo lavoro si riflette nelle mostre e nelle commissioni realizzate ai quattro angoli del mondo: al MoMa e al Jewish Museum di New York, al Centre Pompidou di Parigi, a Buenos Aires, Atene, Tel Aviv, Valencia, Caracas, Helsinki, solo per citarne alcune.
Installation view Valerio Adami. Pittore di idee. Palazzo Reale, Milano. Foto Gabriele Leonardi. Courtesy Archivio Valerio Adami
La sua pittura, che fin dall’inizio predilige i grandi formati, evidenzia presto un linguaggio ben riconoscibile: agli elementi caratteristici della Pop Art - linee nere di contorno, colori accesi stesi in campiture piatte, tratto deciso e soggetti urbani - Adami affianca citazioni legate alla tradizione figurativa ma anche al mondo della parola. Dietro a immagini di immediata leggibilità si nasconde una narrazione più profonda: metafore visive sofisticate, concetti filosofici, letterari e mitologici tratti dalla storia del pensiero occidentale prendono posto sulla tela in contesti ironici e fantastici. “Dal momento in cui l’ho visto concepire i suoi quadri a partire da foto di attualità prese in prestito dalla stampa… ho capito che si trattava di un grande pittore: non di un pittore dell’immediato, ma un pittore che tenta lucidamente di dominare e persino di sfasciare l’attualità o, meglio detto: di farla volare in pezzi”, scrive di lui il poeta e critico d’arte Alain Jouffroi nel 1966.
Installation view Valerio Adami. Pittore di idee. Palazzo Reale, Milano. Foto Gabriele Leonardi. Courtesy Archivio Valerio Adami
Nonostante Adami sia noto per i colori vivaci e acidi, è il disegno il centro del suo modo di pensare l’arte, perché consente di abbracciare pienamente il rapporto tra idea, soggetto, narrazione, parola, che poi esplode nella pittura. Valerio Adami. Pittore di idee, dunque, come recita il titolo della mostra milanese organizzata in collaborazione con l’Archivio Adami, che ripercorre la produzione del maestro dal 1957 al 2023 soffermandosi sui suoi temi favoriti e su alcuni, significativi momenti della sua carriera. Fino alla serie dei ritratti ideali realizzati di getto negli ultimi mesi, una sorta di contraltare espressionistico alla sua pittura sempre calibrata nei dettagli. Ad arricchire ulteriormente il percorso, il docufilm Valerio Adami, il pittore di poesie, diretto da Matteo Mavero con la partecipazione di Adami e dei suoi amici filosofi e artisti: un ritratto introspettivo della vita e del lavoro del maestro, che si intreccia con l’evoluzione del pensiero del Novecento attraverso le vicende di alcuni suoi influenti protagonisti.
Installation view Valerio Adami. Pittore di idee. Palazzo Reale, Milano. Foto Gabriele Leonardi. Courtesy Archivio Valerio Adami
Folgorato da giovanissimo da un incontro con Oskar Kokoschka a Venezia, Adami studia sotto la guida di Felice Carena e più tardi di Achille Funi. Siamo negli anni Cinquanta e gli ambienti dell’arte sono in pieno fermento: il giovane pittore è conquistato dalle ricerche di Francis Bacon e poi dalla Pop Art americana, che metabolizzerà presto in modo molto personale. Ha un’anima cosmopolita e viaggia di continuo - Parigi, sua città d’elezione, ma anche Stati Uniti, America Latina, India, Israele - lasciandosi ispirare da ogni soggiorno e stringendo amicizie con intellettuali e artisti di spicco come Italo Calvino, che scriverà per lui le Quattro favole di Esopo, Jacques Derrida, Roberto Sebastian Matta, Octavio Paz, Antonio Tabucchi, Jean-François Lyotard, Luciano Berio. La dimensione internazionale del suo lavoro si riflette nelle mostre e nelle commissioni realizzate ai quattro angoli del mondo: al MoMa e al Jewish Museum di New York, al Centre Pompidou di Parigi, a Buenos Aires, Atene, Tel Aviv, Valencia, Caracas, Helsinki, solo per citarne alcune.
Installation view Valerio Adami. Pittore di idee. Palazzo Reale, Milano. Foto Gabriele Leonardi. Courtesy Archivio Valerio Adami
La sua pittura, che fin dall’inizio predilige i grandi formati, evidenzia presto un linguaggio ben riconoscibile: agli elementi caratteristici della Pop Art - linee nere di contorno, colori accesi stesi in campiture piatte, tratto deciso e soggetti urbani - Adami affianca citazioni legate alla tradizione figurativa ma anche al mondo della parola. Dietro a immagini di immediata leggibilità si nasconde una narrazione più profonda: metafore visive sofisticate, concetti filosofici, letterari e mitologici tratti dalla storia del pensiero occidentale prendono posto sulla tela in contesti ironici e fantastici. “Dal momento in cui l’ho visto concepire i suoi quadri a partire da foto di attualità prese in prestito dalla stampa… ho capito che si trattava di un grande pittore: non di un pittore dell’immediato, ma un pittore che tenta lucidamente di dominare e persino di sfasciare l’attualità o, meglio detto: di farla volare in pezzi”, scrive di lui il poeta e critico d’arte Alain Jouffroi nel 1966.
Installation view Valerio Adami. Pittore di idee. Palazzo Reale, Milano. Foto Gabriele Leonardi. Courtesy Archivio Valerio Adami
Nonostante Adami sia noto per i colori vivaci e acidi, è il disegno il centro del suo modo di pensare l’arte, perché consente di abbracciare pienamente il rapporto tra idea, soggetto, narrazione, parola, che poi esplode nella pittura. Valerio Adami. Pittore di idee, dunque, come recita il titolo della mostra milanese organizzata in collaborazione con l’Archivio Adami, che ripercorre la produzione del maestro dal 1957 al 2023 soffermandosi sui suoi temi favoriti e su alcuni, significativi momenti della sua carriera. Fino alla serie dei ritratti ideali realizzati di getto negli ultimi mesi, una sorta di contraltare espressionistico alla sua pittura sempre calibrata nei dettagli. Ad arricchire ulteriormente il percorso, il docufilm Valerio Adami, il pittore di poesie, diretto da Matteo Mavero con la partecipazione di Adami e dei suoi amici filosofi e artisti: un ritratto introspettivo della vita e del lavoro del maestro, che si intreccia con l’evoluzione del pensiero del Novecento attraverso le vicende di alcuni suoi influenti protagonisti.
Installation view Valerio Adami. Pittore di idee. Palazzo Reale, Milano. Foto Gabriele Leonardi. Courtesy Archivio Valerio Adami
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