Dal 6 marzo al 9 giugno al Palazzo delle Esposizioni
A Roma Carla Accardi in cento opere
"Carla Accardi", Palazzo Esposizioni Roma, 2024 | Foto: © Azienda Speciale Palaexpo / Monkey VideoLab
Samantha De Martin
06/03/2024
Roma - Assedi con rosso e labirinti a settori. Colori e moltiplicazioni, arcieri e rettangoli. E poi le tende in plexiglass e sicofoil trasparente, concepite come spazi che il pubblico può attraversare.
A dieci anni dalla scomparsa e a un secolo dalla nascita di Carla Accardi, avvenuta nel 1924, una mostra a Palazzo delle Esposizioni porta a Roma cento opere dell’artista di Trapani che, attraverso la sua pittura radicale, ha contribuito alla nascita e allo sviluppo di nuovi modi di concepire l’opera d’arte, dall’astrattismo del dopoguerra all’informale, dalla pittura-ambiente ai lavori segnati dalle istanze del femminismo, fino alla joie de vivre dei dipinti negli anni Ottanta e nei grandi dittici e trittici degli anni Novanta e Duemila.
"Carla Accardi", Palazzo Esposizioni Roma, 2024 | Foto: © Azienda Speciale Palaexpo / Monkey VideoLab
Le opere in mostra, provenienti da alcune importanti collezioni pubbliche, dal Museum Van Hedendaagse Kunst di Gent al Museo del Novecento di Milano, dal Centre Georges Pompidou di Parigi alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, abbracciano un arco di tempo compreso tra il 1946 e il 2014, sviluppandosi su “innesti”, porzioni di allestimenti concepiti dalla stessa artista, dedotti dalla documentazione fotografica che ha consentito di ricostruire anche la sala personale alla Biennale di Venezia del 1988. Seguendo la “scrittura espositiva” dell’ “Arcade ribelle”, il percorso restituisce l’estrema libertà con la quale Accardi ha concepito il rapporto tra opera e spazio, scardinando convenzioni e inaugurando nuove pratiche.
L’allestimento e il percorso cronologico consentono di apprezzare le invenzioni e le metamorfosi che si sono succedute nell’opera di Carla Accardi, rendendo anche agevole l’orientamento del pubblico.
Daniela Lancioni e Paola Bonani, curatrici della mostra promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, in collaborazione con l’Archivio Accardi Sanfilippo e il sostegno della Fondazione Silvano Toti, hanno selezionato i capolavori con l’idea di evidenziare le fasi germinali nel lavoro di Accardi, presentando quelli nei quali l’artista si è espressa con più radicalità, e per questo seminali nel contesto nazionale e internazionale.
"Carla Accardi", Palazzo Esposizioni Roma, 2024 | Foto: © Azienda Speciale Palaexpo / Monkey VideoLab
In mostra i primi oli su tela, mai esposti, come Vista su campo da tennis, il piccolo dipinto del 1947 pubblicato in bianco e nero nella rivista “Forma”, cedono il passo a un'originale definizione del segno, alla radicalità del bianco e nero e alla successiva iridescente apparizione del colore, alla dematerializzazione del corpo della pittura e alla scoperta della superficie di sicofoil trasparente. Oltre alla Tenda del 1965-1966 e alla radiosa Triplice tenda del 1969-1971, il grande ambiente dipinto che si trova nelle collezioni del Centre Pompidou, sono esposte anche le due altre opere dell’artista concepite come spazi abitabili e attraversabili, la Casa labirinto del 1999-2000 e il Cilindrocono del 1972-2013. Presentata per la prima volta a Palazzo delle Esposizioni così come ideata dall’artista, Origine del 1976 rappresenta una sorta di attraversamento accostabile alla pratica dell’autocoscienza sperimentata dall’autrice con Rivolta femminile, il gruppo femminista del quale è stata co-fondatrice.
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• Carla Accardi
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"Carla Accardi", Palazzo Esposizioni Roma, 2024 | Foto: © Azienda Speciale Palaexpo / Monkey VideoLab
Le opere in mostra, provenienti da alcune importanti collezioni pubbliche, dal Museum Van Hedendaagse Kunst di Gent al Museo del Novecento di Milano, dal Centre Georges Pompidou di Parigi alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, abbracciano un arco di tempo compreso tra il 1946 e il 2014, sviluppandosi su “innesti”, porzioni di allestimenti concepiti dalla stessa artista, dedotti dalla documentazione fotografica che ha consentito di ricostruire anche la sala personale alla Biennale di Venezia del 1988. Seguendo la “scrittura espositiva” dell’ “Arcade ribelle”, il percorso restituisce l’estrema libertà con la quale Accardi ha concepito il rapporto tra opera e spazio, scardinando convenzioni e inaugurando nuove pratiche.
L’allestimento e il percorso cronologico consentono di apprezzare le invenzioni e le metamorfosi che si sono succedute nell’opera di Carla Accardi, rendendo anche agevole l’orientamento del pubblico.
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"Carla Accardi", Palazzo Esposizioni Roma, 2024 | Foto: © Azienda Speciale Palaexpo / Monkey VideoLab
In mostra i primi oli su tela, mai esposti, come Vista su campo da tennis, il piccolo dipinto del 1947 pubblicato in bianco e nero nella rivista “Forma”, cedono il passo a un'originale definizione del segno, alla radicalità del bianco e nero e alla successiva iridescente apparizione del colore, alla dematerializzazione del corpo della pittura e alla scoperta della superficie di sicofoil trasparente. Oltre alla Tenda del 1965-1966 e alla radiosa Triplice tenda del 1969-1971, il grande ambiente dipinto che si trova nelle collezioni del Centre Pompidou, sono esposte anche le due altre opere dell’artista concepite come spazi abitabili e attraversabili, la Casa labirinto del 1999-2000 e il Cilindrocono del 1972-2013. Presentata per la prima volta a Palazzo delle Esposizioni così come ideata dall’artista, Origine del 1976 rappresenta una sorta di attraversamento accostabile alla pratica dell’autocoscienza sperimentata dall’autrice con Rivolta femminile, il gruppo femminista del quale è stata co-fondatrice.
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