Alexandre Farto aka Vhils. Portal
![Opera di Alexandre Farto aka Vhils per 'Portal', Ex Chiesa di San Mattia, Bologna Opera di Alexandre Farto aka Vhils per 'Portal', Ex Chiesa di San Mattia, Bologna](http://www.arte.it/foto/600x450/aa/116895-MAGMA_gallery_Vhils_Ex_Chiesa_San_Mattia03.jpg)
Opera di Alexandre Farto aka Vhils per 'Portal', Ex Chiesa di San Mattia, Bologna
Dal 05 Giugno 2021 al 27 Giugno 2021
Bologna
Luogo: Ex Chiesa di San Mattia
Indirizzo: Via Sant'Isaia 14
Orari: Mar-Ven 15.30-19.00 | Sab-Dom 10.30-19.00
Telefono per informazioni: +39 380 767 5718
E-Mail info: info@magma.gallery
Sito ufficiale: http://www.magma.gallery
MAGMA gallery e Vhils Studio sono orgogliosi di annunciare la prima mostra personale di Alexandre Farto aka Vhils in Italia. Il progetto installativo site-specific “Portal” sarà visitabile presso gli storici ed importanti spazi dell’Ex Chiesa di San Mattia a Bologna, nel cuore della città.
L’utilizzo della porta, come struttura e superficie stessa delle proprie opere, è ricorrente nel lavoro dell'artista portoghese, il quale riesce a creare così un rapporto ancor più stretto tra l’ambiente urbano che lo circonda e la sua propria sensibilità artistica. Dismesse, provenienti da edifici abbandonati, trasformate attraverso la caratteristica tecnica di intaglio a bassorilievo dell'artista, queste porte hanno così raggiunto un nuovo significato, una nuova vita, e sfidano lo spettatore ad andare oltre l'osservazione e ad iniziare un processo di comprensione.
Per Vhils, questi manufatti diventano terreno fertile per l’esplorazione, pagine bianche su cui incidere scene dal profondo simbolismo, estraniandole completamente dal normale contesto e dalla banale funzione a loro riservati. Per l'artista è fondamentale sviluppare un profondo legame con gli ambienti che ospitano i suoi progetti: questa nuova serie di lavori, ideata appositamente per l’esposizione, presenta infatti alcuni ritratti degli abitanti di Bologna, frammenti di storie e di vite raccontati grazie a sguardi, espressioni, smorfie divertite, dettagli di volti.
Le porte si trasformano quindi in portali,ovvero delle aperture verso una psiche collettiva in cui è possibile esplorarevisivamente sentimenti contrastanti: inclusione ed isolamento, libertà e possesso, condivisione ed incomunicabilità. Le opere che compongono l'installazione sono state create durante il culmine della pandemia, un periodo in cui l’umanità ha sperimentato purtroppo la paura, la solitudine ed un acuto senso di limitazione della libertà.
"Portal" rende omaggio ad ogni personache ha provato queste sensazioni, ad ogni essere umano che non ha potuto aprire simbolicamente la propria porta verso il mondo in questo lungo periodo.
Anche Vhils stesso, per la realizzazione di questa mostra, a causa della pandemia è stato costretto ad affidarsi solo all’obiettivo di un macchina fotografica distante centinaia di kilometri per creare una connessione con i soggetti ritratti e con lo spirito del luogo, deviando così dal suo solito processo fatto di viaggi, interazioni, lente scoperte di quelle caratteristiche che rendono unico ognuno di noi. "Portal" riesce così, seppur nell’eccezionalità del momento e dei metodi, a creare un sentimento di comunità fra estranei, una contraddizione che racchiude ed esalta una delle più grandi qualità del genere umano: l'empatia.
Ogni opera diventa essa stessa un portale per un altro luogo, un totem. Un popolo silenzioso, fatto di sculture, che idealmente narra anche lo scorrere del tempo, il passare di quelle stesse generazioni che hanno visto crescere la città: volti senza tempo, ma ciascuno con una storia da immaginare.
L’utilizzo della porta, come struttura e superficie stessa delle proprie opere, è ricorrente nel lavoro dell'artista portoghese, il quale riesce a creare così un rapporto ancor più stretto tra l’ambiente urbano che lo circonda e la sua propria sensibilità artistica. Dismesse, provenienti da edifici abbandonati, trasformate attraverso la caratteristica tecnica di intaglio a bassorilievo dell'artista, queste porte hanno così raggiunto un nuovo significato, una nuova vita, e sfidano lo spettatore ad andare oltre l'osservazione e ad iniziare un processo di comprensione.
Per Vhils, questi manufatti diventano terreno fertile per l’esplorazione, pagine bianche su cui incidere scene dal profondo simbolismo, estraniandole completamente dal normale contesto e dalla banale funzione a loro riservati. Per l'artista è fondamentale sviluppare un profondo legame con gli ambienti che ospitano i suoi progetti: questa nuova serie di lavori, ideata appositamente per l’esposizione, presenta infatti alcuni ritratti degli abitanti di Bologna, frammenti di storie e di vite raccontati grazie a sguardi, espressioni, smorfie divertite, dettagli di volti.
Le porte si trasformano quindi in portali,ovvero delle aperture verso una psiche collettiva in cui è possibile esplorarevisivamente sentimenti contrastanti: inclusione ed isolamento, libertà e possesso, condivisione ed incomunicabilità. Le opere che compongono l'installazione sono state create durante il culmine della pandemia, un periodo in cui l’umanità ha sperimentato purtroppo la paura, la solitudine ed un acuto senso di limitazione della libertà.
"Portal" rende omaggio ad ogni personache ha provato queste sensazioni, ad ogni essere umano che non ha potuto aprire simbolicamente la propria porta verso il mondo in questo lungo periodo.
Anche Vhils stesso, per la realizzazione di questa mostra, a causa della pandemia è stato costretto ad affidarsi solo all’obiettivo di un macchina fotografica distante centinaia di kilometri per creare una connessione con i soggetti ritratti e con lo spirito del luogo, deviando così dal suo solito processo fatto di viaggi, interazioni, lente scoperte di quelle caratteristiche che rendono unico ognuno di noi. "Portal" riesce così, seppur nell’eccezionalità del momento e dei metodi, a creare un sentimento di comunità fra estranei, una contraddizione che racchiude ed esalta una delle più grandi qualità del genere umano: l'empatia.
Ogni opera diventa essa stessa un portale per un altro luogo, un totem. Un popolo silenzioso, fatto di sculture, che idealmente narra anche lo scorrere del tempo, il passare di quelle stesse generazioni che hanno visto crescere la città: volti senza tempo, ma ciascuno con una storia da immaginare.
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