Dal 1976 nei depositi di Brera, La Loge (Le balcon) è un dipinto decisamente singolare, esposto al pubblico solo una volta. Ecco la sua storia, prima di ammirarlo nel grattacielo di Libeskind a 130 metri d'altezza.
Francesca Grego
formato sconosciuto
Un’opera rara e speciale, esposta per la seconda volta nella storia: parliamo del dipinto La loge (Le balcon) di Pablo Picasso, che presto si svelerà al pubblico milanese nel grattacielo PwC di David Libeskind. Si rinnova così l’iniziativa Sguardi sulla Torre, che ha già portato nell’iconico edificio di City Life un celebre ritratto firmato da Sandro Botticelli. In mostra all’ultimo piano della Torre per due weekend (9-10 e 16-17 novembre), la nuova opera ospite sarà fruibile gratuitamente dietro prenotazione dal link pwc.com/it/picasso. Oltre ad ammirare la grande tela di Picasso proveniente dai depositi della Pinacoteca di Brera, i visitatori potranno esplorare gli spazi progettati da Libeskind salendo a bordo di scale mobili dalla hall bassa, che ospiterà una piccola mostra dossier costruita attorno al dipinto, fino all’ultimo piano, a 130 metri d’altezza, dove il percorso espositivo vero e proprio sarà ancora più emozionante sullo sfondo di un panorama mozzafiato. “Quest’anno l’iniziativa sarà arricchita da un allestimento immersivo al fine di offrire anche a chi ha già avuto modo di partecipare alla prima edizione un’esperienza completamente diversa“, anticipa il presidente e amministratore delegato di PwC Italia Giovanni Andrea Toselli: “La collaborazione fra PwC Italia e un’istituzione come la Pinacoteca di Brera ci onora e conferma il riconoscimento che viene tributato al nostro impegno in campo culturale. Una collaborazione che auspichiamo proseguirà nel tempo, secondo un modello di sostegno che ormai è parte del dna di PwC Italia. Investire in cultura significa, per noi, partecipare in maniera attiva alla crescita socio-culturale del Paese ed essere coerenti con la nostra visione basata sulla centralità delle persone e sull’importanza di restituire valore alle comunità in cui operiamo”. Conservata da decenni nei depositi di Brera, La loge (Le balcon) di Picasso è un dipinto su tela piuttosto singolare. Pur presentando dimensioni ragguardevoli (190 x 140 cm), è parte di un’opera molto più grande: la scenografia teatrale realizzata per lo spettacolo Cuadro Flamenco di Sergej Diaghilev, che debuttò a Parigi nel 1921. Con un abile gioco di quadro nel quadro e teatro nel teatro, Picasso simula un’architettura teatrale in stile secondo Impero, con stucchi bianchi e oro, quinte, sipario, proscenio e palchetti popolati di spettatori. Il dipinto di Brera fu fatto tagliare da Djaghilev stesso nel 1926, quando per motivi economici decise di isolare e vendere i dettagli più significativi, ciascuno con la firma autentica di Picasso. La loge (le balcon) è l’immagine del palco in basso a destra e presenta elementi particolarmente originali. A differenza degli altri palchi, abitati da coppie dell’alta borghesia parigina, ospita due figure femminili piuttosto appariscenti, in abiti succinti e lunghi guanti neri: sono ballerine, che Picasso “rapisce” dalla scena per dar loro cittadinanza all’interno del pubblico e dell’arte. Un gesto rivelatore del legame del maestro con il mondo dello spettacolo, soggetto dei suoi quadri fin dalla giovinezza. La tela fu acquisita dalla Pinacoteca di Brera nel 1976 ed esposta solo per pochi mesi nel 2015, dopo un importante intervento di restauro che le ha restituito intensità, purezza, colore. “Sono felice di questa collaborazione con PwC e con il Presidente Andrea Toselli che, con grande lungimiranza, è stato uno dei primi firmatari del Patto per Brera, una sorta di advisory board in cui sono riuniti dieci stakeholder che mi sosterranno nella progettazione delle linee strategiche della Grande Brera” ha dichiarato Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera e Biblioteca Braidense: “L’esposizione nella Torre di PwC va nella direzione di una maggior valorizzazione del nostro patrimonio, soprattutto come nel caso dell’opera di Picasso che per molti anni non è stata visibile al pubblico. In questo senso, ripariamo un vulnus, di fatto aprendo i nostri depositi ai visitatori”.