A Torino, dal 10 febbraio all’8 maggio, una mostra a 120 anni dalla nascita
Carlo Levi, artista e intellettuale a tutto tondo, in mostra alla GAM
Carlo Levi, Qui nascono, 1954, Olio su tela,146.5 x 97 cm, Torino, Galleria Del Ponte
Samantha De Martin
03/02/2022
Torino - Vedute urbane, paesaggi, il lungomare di Alassio. E ancora i tetti di Roma illuminati dalla luna, una coppia di amanti inghiottita dalla terra, fino a diventare un'unica cosa con essa.
E poi i volti, pallido quello del critico d’arte Edoardo Persico, sotto la bombetta nera, enigmatico quello di Carlo Mollino, dolcissimo quello della piccola Adele Levi.
Si intrecciano alle città o alle realtà con le quali Carlo Levi ha avuto i più intensi rapporti affettivi e culturali, da Torno a Parigi, dalla Lucania e Roma. Paesaggi che rappresentano un percorso biografico ed esistenziale e che cuciono la prolifica produzione figurativa dello scrittore, medico, pittore torinese.
Nonostante fosse un intellettuale a tutto tondo, la pittura rimane però il “primo mestiere” di Levi. Fin dal periodo dei Sei di Torino (un gruppo di sei artisti formatisi a Torino, alla scuola privata di pittura di Felice Casorati e che tra il 1928 e il 1931 seguirono un percorso artistico comune) e durante l’intera carriera che tocca il realismo e l’impegno sociale, non abbandonerà mai l’ispirazione poetica e l’eleganza del segno e del colore.
In occasione dei 120 anni dalla nascita dell’autore di Cristo si è fermato a Eboli, la GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino, in collaborazione con la Fondazione Circolo dei lettori, dedica all’artista la mostra Carlo Levi. Viaggio in Italia. Luoghi e volti. Dal 10 febbraio all’8 maggio negli spazi della Wunderkammer della GAM, 30 dipinti realizzati da Carlo Levi tra il 1923 e il 1973 tracciano la geografia complessiva dell’esistenza dell’artista, tra Nord e Sud Italia.
I diversi sviluppi stilistici della sua ricerca, da una pittura fortemente ‘oggettiva’, si allargano verso una rappresentazione più espressionista, fino a congiungersi, nel secondo dopoguerra, a un moderno realismo.
Carlo Levi, Tetti di Roma, 1951, Olio e tempera su tela, 71 x 103 cm, Roma, Fondazione Carlo Levi
La scelta dei due curatori, Elena Lowenthal e Luca Beatrice, si concentra sul ritratto e sul paesaggio, due aspetti che meglio caratterizzano l’arte figurativa di Levi. A scandire il percorso saranno undici dipinti provenienti dalla Fondazione Carlo Levi di Roma e otto opere attinte dal patrimonio della GAM, oltre che dalla Pinacoteca Carlo Levi di Aliano (MT) e da collezioni private. Se tra le 25 opere di Carlo Levi custodite dalla GAM, realizzate tra il 1923 ed il 1953, si è scelto di inserire in mostra otto lavori, tra i quali il Ritratto di Edoardo Persico che legge del 1928, il piccolo autoritratto Il letto (A letto) o I fratelli, dalla Fondazione giungono a Torino i paesaggi naturali e le vedute urbane, l’altro tema costante nella produzione figurativa di Levi, come La casa Bombardata del 1942 o Tetti di Roma del 1951.
Il percorso consentirà di cogliere le peculiarità dell’opera di Levi, che si divincolò dai principali movimenti del suo periodo - Futurismo e Surrealismo - per rivendicare da subito una spiccata indipendenza artistica, sviluppando una pittura sorprendente, mai uguale a se stessa.
Carlo Levi, Ritratto di Adele Levi, 1923, Olio su tela, 30 x 43.5 cm, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino / Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris
Dalle prime opere lo spettatore sarà guidato verso la fase dei Sei torinesi e poi tra fascismo, dopoguerra e neorealismo, passaggi cruciali del Novecento nei quali il sentire artistico di Levi resta caratterizzato da un nesso fortissimo tra pittura e impegno politico.
Tuttavia se al Sud, e in particolare nella sua Lucania, l’artista diviene una sorta di canone nella percezione del territorio e della umanità che lo abita, all’altro capo della penisola, negli ultimi decenni, è quasi ignorato.
Per questo il progetto della Fondazione Circolo dei lettori vuole “restituire” al presente questa figura poliedrica, fuori dagli schemi e attenta al mondo circostante in tutti i suoi aspetti, attraverso un articolato progetto di incontri, riflessioni e approfondimenti per rileggere la figura di pittore, scrittore, intellettuale, protagonista della vita culturale e sociale per buona parte del Novecento italiano.
Carlo Levi, I fratelli (dal ciclo Cristo si è fermato a Eboli), 1953, Olio su tela, 72.5 x 92 cm, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
La rassegna, dal titolo “Tutta la vita è lontano”, all'interno della quale si inserisce la mostra alla GAM, è un viaggio tra pittura, letteratura, narrativa, fotografia e cinema, a cura della Fondazione Circolo dei lettori con la Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia e il Museo Nazionale del Cinema. A partire dal 9 febbraio, un calendario ricco di dibattiti e approfondimenti dedicati ai suoi romanzi più importanti, ma anche a quelli meno conosciuti, all'impegno politico e civile di Levi, tra pittura, cinema, musica, fotografia, troverà casa al Circolo dei lettori, alla GAM e al Cinema Massimo.
La mostra alla GAM sarà aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 18, giovedì dalle 13 alle 21. La biglietteria chiude un’ora prima.
E poi i volti, pallido quello del critico d’arte Edoardo Persico, sotto la bombetta nera, enigmatico quello di Carlo Mollino, dolcissimo quello della piccola Adele Levi.
Si intrecciano alle città o alle realtà con le quali Carlo Levi ha avuto i più intensi rapporti affettivi e culturali, da Torno a Parigi, dalla Lucania e Roma. Paesaggi che rappresentano un percorso biografico ed esistenziale e che cuciono la prolifica produzione figurativa dello scrittore, medico, pittore torinese.
Nonostante fosse un intellettuale a tutto tondo, la pittura rimane però il “primo mestiere” di Levi. Fin dal periodo dei Sei di Torino (un gruppo di sei artisti formatisi a Torino, alla scuola privata di pittura di Felice Casorati e che tra il 1928 e il 1931 seguirono un percorso artistico comune) e durante l’intera carriera che tocca il realismo e l’impegno sociale, non abbandonerà mai l’ispirazione poetica e l’eleganza del segno e del colore.
In occasione dei 120 anni dalla nascita dell’autore di Cristo si è fermato a Eboli, la GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino, in collaborazione con la Fondazione Circolo dei lettori, dedica all’artista la mostra Carlo Levi. Viaggio in Italia. Luoghi e volti. Dal 10 febbraio all’8 maggio negli spazi della Wunderkammer della GAM, 30 dipinti realizzati da Carlo Levi tra il 1923 e il 1973 tracciano la geografia complessiva dell’esistenza dell’artista, tra Nord e Sud Italia.
I diversi sviluppi stilistici della sua ricerca, da una pittura fortemente ‘oggettiva’, si allargano verso una rappresentazione più espressionista, fino a congiungersi, nel secondo dopoguerra, a un moderno realismo.
Carlo Levi, Tetti di Roma, 1951, Olio e tempera su tela, 71 x 103 cm, Roma, Fondazione Carlo Levi
La scelta dei due curatori, Elena Lowenthal e Luca Beatrice, si concentra sul ritratto e sul paesaggio, due aspetti che meglio caratterizzano l’arte figurativa di Levi. A scandire il percorso saranno undici dipinti provenienti dalla Fondazione Carlo Levi di Roma e otto opere attinte dal patrimonio della GAM, oltre che dalla Pinacoteca Carlo Levi di Aliano (MT) e da collezioni private. Se tra le 25 opere di Carlo Levi custodite dalla GAM, realizzate tra il 1923 ed il 1953, si è scelto di inserire in mostra otto lavori, tra i quali il Ritratto di Edoardo Persico che legge del 1928, il piccolo autoritratto Il letto (A letto) o I fratelli, dalla Fondazione giungono a Torino i paesaggi naturali e le vedute urbane, l’altro tema costante nella produzione figurativa di Levi, come La casa Bombardata del 1942 o Tetti di Roma del 1951.
Il percorso consentirà di cogliere le peculiarità dell’opera di Levi, che si divincolò dai principali movimenti del suo periodo - Futurismo e Surrealismo - per rivendicare da subito una spiccata indipendenza artistica, sviluppando una pittura sorprendente, mai uguale a se stessa.
Carlo Levi, Ritratto di Adele Levi, 1923, Olio su tela, 30 x 43.5 cm, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino / Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris
Dalle prime opere lo spettatore sarà guidato verso la fase dei Sei torinesi e poi tra fascismo, dopoguerra e neorealismo, passaggi cruciali del Novecento nei quali il sentire artistico di Levi resta caratterizzato da un nesso fortissimo tra pittura e impegno politico.
Tuttavia se al Sud, e in particolare nella sua Lucania, l’artista diviene una sorta di canone nella percezione del territorio e della umanità che lo abita, all’altro capo della penisola, negli ultimi decenni, è quasi ignorato.
Per questo il progetto della Fondazione Circolo dei lettori vuole “restituire” al presente questa figura poliedrica, fuori dagli schemi e attenta al mondo circostante in tutti i suoi aspetti, attraverso un articolato progetto di incontri, riflessioni e approfondimenti per rileggere la figura di pittore, scrittore, intellettuale, protagonista della vita culturale e sociale per buona parte del Novecento italiano.
Carlo Levi, I fratelli (dal ciclo Cristo si è fermato a Eboli), 1953, Olio su tela, 72.5 x 92 cm, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
La rassegna, dal titolo “Tutta la vita è lontano”, all'interno della quale si inserisce la mostra alla GAM, è un viaggio tra pittura, letteratura, narrativa, fotografia e cinema, a cura della Fondazione Circolo dei lettori con la Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia e il Museo Nazionale del Cinema. A partire dal 9 febbraio, un calendario ricco di dibattiti e approfondimenti dedicati ai suoi romanzi più importanti, ma anche a quelli meno conosciuti, all'impegno politico e civile di Levi, tra pittura, cinema, musica, fotografia, troverà casa al Circolo dei lettori, alla GAM e al Cinema Massimo.
La mostra alla GAM sarà aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 18, giovedì dalle 13 alle 21. La biglietteria chiude un’ora prima.
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