Un importante ritrovamento a Ostia antica
Una cronaca incisa su marmo: riemergono due nuovi frammenti dei Fasti Ostienses
Nuovo frammento dei Fasti Ostiensi dall'Area B | Courtesy MIC
Samantha De Martin
16/08/2023
Roma - Il primo gennaio del 128 Adriano assunse il titolo di pater patriae e la moglie Sabina quello di Augusta.
Per celebrare questi titoli l’imperatore offrì al popolo un congiarium, ovvero un’elargizione di denaro. Il 10 aprile dello stesso anno partì alla volta dell’Africa e, una volta tornato a Roma, consacrò un tempio nell’Urbe: il Pantheon, o, più probabilmente il Tempio di Venere e Roma.
A restituirci questi nuove interessanti fatti di cronaca legati a Ostia antica è uno dei due nuovi frammenti dei Fasti Ostienses, rinvenuti nel corso della seconda campagna di scavo del progetto “OPS - Ostia Post Scriptum”, curato dal Parco archeologico di Ostia antica in collaborazione con l’Università di Catania e il Politecnico di Bari.
I frammenti dei Fasti - una sorta di grande pagina di cronaca dell’epoca, redatta dal pontifex Volcani, massima autorità religiosa locale, e incisa su lastre di marmo, che riporta notizie preziose sulla storia politica e monumentale di Roma e di Ostia - sono stati rinvenuti in seguito alle indagini effettuate nell’Area B del Parco archeologico, corrispondente al Foro di Porta Marina.
Progetto “OPS - Ostia Post Scriptum”, Area-B | Courtesy MIC
Tra il 1940-41 e il 1969-72 in questa stessa zona vennero alla luce altri brani dei Fasti Ostienses.
“La scoperta di due frammenti dei Fasti - ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano - ci permette di svelare pezzi importanti della vita di Ostia e della capitale. Questi scavi hanno portato alla luce anche i resti di diverse decorazioni ed estese porzioni di pavimento a mosaico che presto saranno visibili al pubblico, proprio come già realizzato in altri siti archeologici della nostra Nazione grazie all’attività messa in campo in questi mesi dal Ministero della Cultura”.
Uno dei due frammenti recuperati, che si congiunge perfettamente con un altro già conservato a Ostia e riferibile alla cronaca degli anni 126-128 d.C., menziona fatti e avvenimenti accaduti a Roma nel 128, sotto il regno di Adriano. Incrociando queste informazioni con i dati provenienti da fonti epigrafiche, letterarie, numismatiche, si è potuto precisare il contenuto.
Progetto “OPS - Ostia Post Scriptum”, Area A | Courtesy MIC
Ma c’è di più. Nel corso delle indagini, concluse a fine luglio, condotte anche nell’Area A, mai scavata prima, situata all’interno del Parco, tra il Piazzale delle Corporazioni, la ricca Domus di Apuleio, l’area sacra dei Quattro Tempietti e l’antico corso del Tevere, sono venuti alla luce altri vani. Un’area complessiva di 400 metri quadri indagata a partire dai crolli dei piani superiori. Al suo interno sono stati recuperati marmi e ceramiche, accanto all’originaria decorazione pittorica e in stucco e ai resti di affascinanti mosaici in tessere bianche e nere. Lungo il lato Sud dell’edificio è emerso un portico a pilastri abbellito da un raffinato pavimento in mosaico dall’elegante disegno, ancora in perfetto stato di conservazione.
Forme quadrate e a croce, impreziosite da motivi a treccia, losanghe e forme ottagonali si alternano a elementi floreali e vegetali. Se ad Est il mosaico assume forme esagonali, con lastre marmoree bianche alternate a tessere di colore rosso, sulla parte Ovest dell’area di scavo è stato rinvenuto uno stretto ambiente absidato nel quale si scendeva tramite quattro scalini fino a una quota più bassa rispetto a quella del restante complesso. Nella piccola abside si conserva una nicchia inquadrata da due colonnine e rivestita da un intonaco su cui sono applicate conchiglie marine. Si trattava di uno spazio seminascosto, “intimo”, probabilmente sacro e dai risvolti interpretativi affascinati.
“Si tratta di una scoperta anch’essa straordinaria – commenta il direttore del Parco archeologico di Ostia antica, Alessandro D’Alessio – che, se da un lato accresce e integra quanto sappiamo sull’attività di quel grande imperatore che fu Adriano portando nuove acquisizioni sull’importantissima attività edilizia da lui condotta a Roma, dall’altro riconferma le immense potenzialità dell’antica Ostia per una sempre più approfondita conoscenza e divulgazione del nostro passato”.
Per celebrare questi titoli l’imperatore offrì al popolo un congiarium, ovvero un’elargizione di denaro. Il 10 aprile dello stesso anno partì alla volta dell’Africa e, una volta tornato a Roma, consacrò un tempio nell’Urbe: il Pantheon, o, più probabilmente il Tempio di Venere e Roma.
A restituirci questi nuove interessanti fatti di cronaca legati a Ostia antica è uno dei due nuovi frammenti dei Fasti Ostienses, rinvenuti nel corso della seconda campagna di scavo del progetto “OPS - Ostia Post Scriptum”, curato dal Parco archeologico di Ostia antica in collaborazione con l’Università di Catania e il Politecnico di Bari.
I frammenti dei Fasti - una sorta di grande pagina di cronaca dell’epoca, redatta dal pontifex Volcani, massima autorità religiosa locale, e incisa su lastre di marmo, che riporta notizie preziose sulla storia politica e monumentale di Roma e di Ostia - sono stati rinvenuti in seguito alle indagini effettuate nell’Area B del Parco archeologico, corrispondente al Foro di Porta Marina.
Progetto “OPS - Ostia Post Scriptum”, Area-B | Courtesy MIC
Tra il 1940-41 e il 1969-72 in questa stessa zona vennero alla luce altri brani dei Fasti Ostienses.
“La scoperta di due frammenti dei Fasti - ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano - ci permette di svelare pezzi importanti della vita di Ostia e della capitale. Questi scavi hanno portato alla luce anche i resti di diverse decorazioni ed estese porzioni di pavimento a mosaico che presto saranno visibili al pubblico, proprio come già realizzato in altri siti archeologici della nostra Nazione grazie all’attività messa in campo in questi mesi dal Ministero della Cultura”.
Uno dei due frammenti recuperati, che si congiunge perfettamente con un altro già conservato a Ostia e riferibile alla cronaca degli anni 126-128 d.C., menziona fatti e avvenimenti accaduti a Roma nel 128, sotto il regno di Adriano. Incrociando queste informazioni con i dati provenienti da fonti epigrafiche, letterarie, numismatiche, si è potuto precisare il contenuto.
Progetto “OPS - Ostia Post Scriptum”, Area A | Courtesy MIC
Ma c’è di più. Nel corso delle indagini, concluse a fine luglio, condotte anche nell’Area A, mai scavata prima, situata all’interno del Parco, tra il Piazzale delle Corporazioni, la ricca Domus di Apuleio, l’area sacra dei Quattro Tempietti e l’antico corso del Tevere, sono venuti alla luce altri vani. Un’area complessiva di 400 metri quadri indagata a partire dai crolli dei piani superiori. Al suo interno sono stati recuperati marmi e ceramiche, accanto all’originaria decorazione pittorica e in stucco e ai resti di affascinanti mosaici in tessere bianche e nere. Lungo il lato Sud dell’edificio è emerso un portico a pilastri abbellito da un raffinato pavimento in mosaico dall’elegante disegno, ancora in perfetto stato di conservazione.
Forme quadrate e a croce, impreziosite da motivi a treccia, losanghe e forme ottagonali si alternano a elementi floreali e vegetali. Se ad Est il mosaico assume forme esagonali, con lastre marmoree bianche alternate a tessere di colore rosso, sulla parte Ovest dell’area di scavo è stato rinvenuto uno stretto ambiente absidato nel quale si scendeva tramite quattro scalini fino a una quota più bassa rispetto a quella del restante complesso. Nella piccola abside si conserva una nicchia inquadrata da due colonnine e rivestita da un intonaco su cui sono applicate conchiglie marine. Si trattava di uno spazio seminascosto, “intimo”, probabilmente sacro e dai risvolti interpretativi affascinati.
“Si tratta di una scoperta anch’essa straordinaria – commenta il direttore del Parco archeologico di Ostia antica, Alessandro D’Alessio – che, se da un lato accresce e integra quanto sappiamo sull’attività di quel grande imperatore che fu Adriano portando nuove acquisizioni sull’importantissima attività edilizia da lui condotta a Roma, dall’altro riconferma le immense potenzialità dell’antica Ostia per una sempre più approfondita conoscenza e divulgazione del nostro passato”.
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