Tra Colosseo, Tempio di Romolo e Scala imperiale
Roma racconta Cartagine: un viaggio tra 400 reperti getta nuova luce sui rapporti con la città punica

Pendenti a testa, pasta vitrea, Museo Nazionale di Cartagine, Tunisia. Courtesy Electa
Samantha De Martin
27/09/2019
Roma - Il rostro di un’antica nave, con l’immagine della Vittoria alata e i nomi, ancora leggibili, dei due questori - proveniente da Capo Grosso di Levanzo, area Battaglia delle Egadi - ricorda la pesante sconfitta subita da Cartagine dopo oltre vent’anni di scontri navali e terresti con Roma.
Accanto a questa preziosa testimonianza, maschere ghignanti in argilla, pendenti e scarabei, una collana con amuleti, uova di struzzo finemente dipinte, e ancora busti, statue e resti della città in fiamme, ripercorrono il mito di Cartagine ricostruito a Roma grazie ad una bella mostra in corso fino al 29 marzo.
Un percorso, quello di Carthago. Il mito immortale, che, grazie ai più recenti scavi e alle ricerche degli ultimi decenni, supera la tradizionale prospettiva finora fortemente condizionata dalla rivalità tra le due città, fornendo nuovi spunti al visitatore.
Promossa dal Parco archeologico del Colosseo, con l’organizzazione di Electa, l’esposizione si snoda tra i monumentali spazi del Colosseo e del Foro Romano - nel Tempio di Romolo e nella Rampa imperiale - con oltre quattrocento reperti, provenienti dalle più prestigiose istituzioni museali italiane e straniere. Dal Museo Nazionale di Beirut al Museo Archeologico della Catalogna, dal Museo Archeologico di Ibiza e Formentera al Museo del Bardo di Tunisi e a quello di Cartagine, la mostra conta su prestiti straordinari frutto di un assiduo lavoro di cooperazione internazionale.
In questo percorso che corre dal IX secolo a.C. al VI d.C.- dalle origini della città all’epoca cristiana - la vita politica e amministrativa dell'importante centro incontra le arti, i culti, il cibo, il complesso gioco di interscambio culturale con Roma.
Viene così raccontato l’incontro/scontro tra due civiltà, quella romana e quella punica, tra Roma e Cartagine, città che hanno avuto un ruolo decisivo nelle dinamiche culturali e politiche del Mediterraneo.
La sezione allestita al Colosseo esamina la storia della civiltà famosa per la porpora e l’alfabeto, dalla fondazione di Cartagine alla sua distruzione, nel 146 a.C, fino all’immagine della città nell’immaginario moderno, diffuso in particolare dal cinema.
Dal Colosseo, il percorso di visita prosegue nel Tempio di Romolo dove viene approfondito il complesso “métissage” tra la cultura punica e quella romana, illustrato attraverso tre casi studio: Pantelleria in Sicilia, Nora in Sardegna e il culto di Saturno in Nord Africa.
Alla Rampa Imperiale la storia di Cartagine viene esaminata invece all’indomani della fine della III Guerra Punica, quando i legati del Senato decidono di assecondare l’opinione di quanti, Catone, in primis, erano convinti della necessità di radere al suolo la città.
A partire dal I sec. d.C. la religione cristiana si sviluppa nel Mediterraneo orientale, raggiungendo rapidamente anche la provincia d’Africa, che rimarrà cristiana per almeno sei secoli.
La mostra vuole superare la visione di “alterità radicale” - concetto associato dalla tradizione classica al nome di Cartagine, ed ereditato dalla modernità - andando oltre i pregiudizi e quella prospettiva esterna fortemente condizionata da una rivalità andata via via crescendo fino a provocare il fatale scontro.
Come ha spiegato Anfonsina Russo, direttore Parco archeologico del Colosseo, “se l’aspetto del tutto prevalente dei rapporti tra queste due città nella storiografia moderna è incentrato sulle vicende delle guerre puniche e sulla figura emblematica di Annibale, la ricerca archeologica mette in luce relazioni molto più articolate tra le due metropoli, caratterizzate anche da momenti di dialogo e da relazioni commerciali di particolare rilievo”.
Oltre a proporre un percorso di grande interesse dal punto di vista scientifico - che ricostruisce, tra l'altro, per la prima volta, grazie alla tecnologia, l'antico porto di Cartagine - la mostra mette al centro dell’attenzione il tema della convivenza tra popoli, tradizioni e lingue, proponendosi come esempio di eterna dialettica tra noi e gli altri.
“Carthago. Il mito immortale” prevede un articolato programma di incontri nell’ambito de “I martedi di Carthago”, all’interno della Curia Iulia, che consentiranno di approfondire non solo i temi affrontati nella rassegna, ma anche di scoprire la realtà artistica contemporanea della Tunisia.
Leggi anche:
• Carthago. Il mito immortale
Accanto a questa preziosa testimonianza, maschere ghignanti in argilla, pendenti e scarabei, una collana con amuleti, uova di struzzo finemente dipinte, e ancora busti, statue e resti della città in fiamme, ripercorrono il mito di Cartagine ricostruito a Roma grazie ad una bella mostra in corso fino al 29 marzo.
Un percorso, quello di Carthago. Il mito immortale, che, grazie ai più recenti scavi e alle ricerche degli ultimi decenni, supera la tradizionale prospettiva finora fortemente condizionata dalla rivalità tra le due città, fornendo nuovi spunti al visitatore.
Promossa dal Parco archeologico del Colosseo, con l’organizzazione di Electa, l’esposizione si snoda tra i monumentali spazi del Colosseo e del Foro Romano - nel Tempio di Romolo e nella Rampa imperiale - con oltre quattrocento reperti, provenienti dalle più prestigiose istituzioni museali italiane e straniere. Dal Museo Nazionale di Beirut al Museo Archeologico della Catalogna, dal Museo Archeologico di Ibiza e Formentera al Museo del Bardo di Tunisi e a quello di Cartagine, la mostra conta su prestiti straordinari frutto di un assiduo lavoro di cooperazione internazionale.
In questo percorso che corre dal IX secolo a.C. al VI d.C.- dalle origini della città all’epoca cristiana - la vita politica e amministrativa dell'importante centro incontra le arti, i culti, il cibo, il complesso gioco di interscambio culturale con Roma.
Viene così raccontato l’incontro/scontro tra due civiltà, quella romana e quella punica, tra Roma e Cartagine, città che hanno avuto un ruolo decisivo nelle dinamiche culturali e politiche del Mediterraneo.
La sezione allestita al Colosseo esamina la storia della civiltà famosa per la porpora e l’alfabeto, dalla fondazione di Cartagine alla sua distruzione, nel 146 a.C, fino all’immagine della città nell’immaginario moderno, diffuso in particolare dal cinema.
Dal Colosseo, il percorso di visita prosegue nel Tempio di Romolo dove viene approfondito il complesso “métissage” tra la cultura punica e quella romana, illustrato attraverso tre casi studio: Pantelleria in Sicilia, Nora in Sardegna e il culto di Saturno in Nord Africa.
Alla Rampa Imperiale la storia di Cartagine viene esaminata invece all’indomani della fine della III Guerra Punica, quando i legati del Senato decidono di assecondare l’opinione di quanti, Catone, in primis, erano convinti della necessità di radere al suolo la città.
A partire dal I sec. d.C. la religione cristiana si sviluppa nel Mediterraneo orientale, raggiungendo rapidamente anche la provincia d’Africa, che rimarrà cristiana per almeno sei secoli.
La mostra vuole superare la visione di “alterità radicale” - concetto associato dalla tradizione classica al nome di Cartagine, ed ereditato dalla modernità - andando oltre i pregiudizi e quella prospettiva esterna fortemente condizionata da una rivalità andata via via crescendo fino a provocare il fatale scontro.
Come ha spiegato Anfonsina Russo, direttore Parco archeologico del Colosseo, “se l’aspetto del tutto prevalente dei rapporti tra queste due città nella storiografia moderna è incentrato sulle vicende delle guerre puniche e sulla figura emblematica di Annibale, la ricerca archeologica mette in luce relazioni molto più articolate tra le due metropoli, caratterizzate anche da momenti di dialogo e da relazioni commerciali di particolare rilievo”.
Oltre a proporre un percorso di grande interesse dal punto di vista scientifico - che ricostruisce, tra l'altro, per la prima volta, grazie alla tecnologia, l'antico porto di Cartagine - la mostra mette al centro dell’attenzione il tema della convivenza tra popoli, tradizioni e lingue, proponendosi come esempio di eterna dialettica tra noi e gli altri.
“Carthago. Il mito immortale” prevede un articolato programma di incontri nell’ambito de “I martedi di Carthago”, all’interno della Curia Iulia, che consentiranno di approfondire non solo i temi affrontati nella rassegna, ma anche di scoprire la realtà artistica contemporanea della Tunisia.
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