Luci sul fondo buio della Deposizione

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Michelangelo Merisi da Caravaggio Deposizione, 1602 - 1604, Cappella Vittrice, Santa Maria in Vallicella, Roma
19/03/2013
Roma - La Deposizione, una delle grandi tele di Michelangelo Merisi da Caravaggio, che la dipinse tra il 1602 e il 1604, nasconde alcuni elementi iconografici non facilmente visibili ad occhio nudo, nascosti come sono dall'oscurità del fondo. A rivelarlo è uno studio eseguito dal Laboratorio di diagnostica per la conservazione e il restauro in funzione presso i Musei Vaticani e pubblicato dall'Osservatore Romano in un articolo a firma di Ulderico Santamaria, docente di Scienze e Tecnologie dei materiali, e dall'architetto Fabio Morresi.
Sul dipinto ad olio conservato presso la Pinacoteca Vaticana e commissionato per la cappella funeraria di Pietro Vittrice, Guardarobiere di Papa Gregorio XIII, in Santa Maria in Vallicella (Chiesa Nuova) di Roma, sono state eseguite una serie di sofisticate analisi non invasive. In particolare, utilizzando la fluorescenza ultravioletta indotta, è stata rivelata nell'opera la presenza, con tutti i dettagli, di una pianta di fico posta in secondo piano, dietro ai personaggi, della bellissima capigliatura del Cristo deposto dalla croce e della porta del suo sepolcro, posta all'estremità sinistra della scena.
Nicoletta Speltra
Sul dipinto ad olio conservato presso la Pinacoteca Vaticana e commissionato per la cappella funeraria di Pietro Vittrice, Guardarobiere di Papa Gregorio XIII, in Santa Maria in Vallicella (Chiesa Nuova) di Roma, sono state eseguite una serie di sofisticate analisi non invasive. In particolare, utilizzando la fluorescenza ultravioletta indotta, è stata rivelata nell'opera la presenza, con tutti i dettagli, di una pianta di fico posta in secondo piano, dietro ai personaggi, della bellissima capigliatura del Cristo deposto dalla croce e della porta del suo sepolcro, posta all'estremità sinistra della scena.
Nicoletta Speltra
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