L’Ambasciata di Francia e l’École française de Rome insieme per la valorizzazione del “Dado” farnese

La facciata di Palazzo Farnese ritrova i suoi colori dopo il restauro

La facciata di Palazzo Farnese dopo il restauro | Foto: © Denise Rosato | Courtesy Ambasciata di Francia in Italia
 

Samantha De Martin

09/12/2024

Roma - Il “Dado” farnese torna a mostrare il suo volto più brillante con la facciata principale sgombra di ponteggi al termine del restauro.
Con le sue tinte calde in ocra e rosso, il Palazzo sede dell’Ambasciata di Francia in Italia e dell’École française de Rome - con la sua biblioteca specializzata e gli oltre 200.000 volumi - si svela ai romani a poche settimane dal Giubileo.
La nuova campagna di restauro delle facciate e dei tetti di Palazzo Farnese era stata avviata nel 2021 dall’Ambasciata di Francia in Italia, dall’École française de Rome e dalla Soprintendenza speciale per l’archeologia, le belle arti e i paesaggi di Roma. A febbraio 2024 aveva avuto inizio la terza fase dei lavori, che ha riguardato la manutenzione della facciata principale che dà su Piazza Farnese, la revisione degli infissi e il restauro delle coperture. L’ultima tappa, la quarta, che sarà ultimata tra il 2025 e il 2026, riguarderà il restauro del muro di cinta del giardino e i versanti delle coperture di via Giulia.
Nel corso della cerimonia di presentazione del restauro - avvenuta alla presenza di Martin Briens, ambasciatore di Francia in Italia, del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, della direttrice dell'École française de Rome, Brigitte Marin, della Soprintendente speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma Daniela Porro, dell'Assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio e del Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce - sono tornare a zampillare le due fontane, sistemate ad uso ornamentale nella piazza voluta da Alessandro Farnese.

L’intervento sulla facciata di Palazzo Farnese ambisce a ripristinare la bellezza dei materiali adoperati dai quattro illustri architetti, il Sangallo, Michelangelo, il Vignola e Della Porta.
Ad avviare, nel 1513, il cantiere della facciata principale, mentre il palazzo era già occupato dal proprietario, il cardinale Alessandro Farnese, era stato Antonio da Sangallo. Nel 1546, dopo la morte del primo architetto, è Michelangelo a portare avanti il cantiere realizzando il cornicione del Palazzo, il secondo piano del cortile interno e modificando la grande finestra della facciata principale. A partire dal 1550, il Vignola partecipa all’edificazione della facciata di via del Mascherone, mentre 23 anni più tardi Giacomo Della Porta intraprende la costruzione dell’ala retrostante portando a termine, nel 1589, la facciata rivolta sul Tevere.
La costruzione delle facciate di Palazzo Farnese si protrae quindi per tutto il XVI secolo. Ai nomi dei suoi illustri architetti vanno via via ad aggiungersi quelli degli inquilini del Palazzo, rappresentati sulla facciata da simboli ben precisi: i festoni, le palme e la quercia di Papa Alessandro VII Chigi, le spighe di grano della dinastia dei Vasa alla quale apparteneva Cristina di Svezia, che ha soggiornato a Palazzo, e, immancabile, il giglio dei Farnese.

“Questa terza fase - ha sottolineato Martin Briens, ambasciatore di Francia in Italia -  si chiude proprio intorno ai 150 anni dell’insediamento dell’Ambasciata e dell’École française de Rome a Palazzo Farnese, mentre i lavori verranno completati tra il 2025 e il 2026”.

Gli interventi hanno riguardato la pulizia dell’intonaco, il consolidamento delle pietre, la revisione della copertura caratterizzata dalle tegole antiche. Un importante intervento è stato svolto sugli infissi sostituiti per ripristinare, così come è già stato fatto sulle due facciate di Piazza Farnese e via Giulia, i disegni originali degli infissi del XVI secolo. L'osservazione ravvicinata della facciata dall'impalcatura ha invece rivelato alcuni dettagli come il cornicione disegnato da Michelangelo con teste di leone.

Il restauro ha reso ancora più accentuato il gioco di policromie sui rivestimenti in mattoni in due tonalità di ocra e rosso, colore quest’ultimo utilizzato per le composizioni geometriche non ripetitive oltre che che per enfatizzare, alla maniera di un’ombra, le cornici delle finestre. Torna al suo colore originario anche lo stemma Farnese in marmo di Carrara, assunto nel XVI secolo, sormontato dalla mitra papale e dalle chiavi di San Pietro in ghisa, materiali della seconda metà del XIX secolo.

Palazzo Farnese è stato in realtà oggetto di diverse campagne di restauro già a partire dal 1600. Quella iniziata nel 2021 si pone in continuità con gli interventi precedenti, in particolare con quello realizzato in occasione del Giubileo dell’anno 2000. I lavori costituiscono per l’Ambasciata di Francia in Italia e per l’École française de Rome diretta da Brigitte Marin l’occasione per valorizzare il patrimonio storico e artistico di Palazzo Farnese. Per questo motivo durante tutta la campagna di restauro, diversi artisti sono stati invitati a operare direttamente sulle palizzate del cantiere per proporre al pubblico una rilettura contemporanea di Palazzo Farnese e delle opere che hanno preso parte alla sua storia.

I ricercatori continuano invece a fare scoprire il Palazzo sotto una luce nuova, partecipando alla diffusione dei saperi attorno a questo monumento eccezionale, presentando le scoperte fatte durante i lavori e svelando il ‘’dietro le quinte’’ di un cantiere di restauro solitamente chiuso al pubblico.

 Il costo dei lavori ammonta complessivamente a 5,6 milioni di euro, cofinanziati dai ministeri francesi dell’Europa e degli Affari esteri, e dell’Insegnamento superiore e della Ricerca.