Dall’11 agosto tornano accessibili le opere erotiche del Gabinetto Segreto
Al MANN riapre la collezione dei reperti "lascivissimi"
Satiro e Menade dalla Casa di Cecilio Giocondo a Pompei | Courtesy MANN
Samantha De Martin
10/08/2021
Napoli - L’erotico abbraccio tra un satiro e una baccante, l’unione sensuale tra il corpo statuario di Leda e il potente Zeus dietro le fattezze di un cigno bianco, accanto alla bella “Venere in bikini” tornano a sedurre i visitatori del MANN nella sezione forse più conturbante del museo napoletano.
A partire da domani, 11 agosto, il Gabinetto Segreto del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, chiuso al pubblico da febbraio 2020, tornerà fruibile per mostrare a gruppi di otto persone una delle collezioni a lungo considerata tra le più “scandalose” dell’arte.
Da collezione “lascivissima” a fiore all’occhiello del MANN
Molto prima che la pandemia ne rendesse inaccessibili le sale, ci aveva pensato la pruderie dei tempi a censurare l'esposizione di oggetti ritenuti "osceni" e "pornografici" della raccolta del MANN, più volte separata fisicamente dal resto delle collezioni. Erano stati i re Borbone di Napoli a racchiudere sotto la denominazione di “Gabinetto Segreto" le sale riservate (alle quali "avessero unicamente ingresso le persone di matura età e di conosciuta morale") destinate a custodire tutti quei reperti a soggetto erotico o sessuale che man mano venivano alla luce negli scavi di Pompei ed Ercolano.
Pan e Ermafrodito dalla Casa dei Dioscuri di Pompei | Courtesy MANN
Dopo i moti rivoluzionari del 1848 il Gabinetto degli oggetti "riservati" o "osceni" o "pornografici", come nel tempo venne denominato, divenne espressione delle libertà civili, e in quanto tale censurato perché considerato politicamente pericoloso. E per poco quei reperti, quasi ridotti a "monumenti infami della gentilesca licenza" e "lascivissimi", non furono distrutti per far salva la buona reputazione della casa reale. L'allora direttore del real museo Borbonico riuscì persino a ottenere che la collezione venisse chiusa ai visitatori dotando il portone di accesso di ben tre serrature con altrettante chiavi diverse, consegnate a differenti mani.
Il culmine della censura la si ebbe nel 1851 quando, dopo che nel Gabinetto Segreto furono relegate anche le Veneri, semplicemente perché nude, la collezione fu definitivamente sigillata e murata affinché "...se ne disperdesse per quanto era possibile la funesta memoria". Ci pensò Garibaldi, al suo arrivo a Napoli, nel settembre 1860, a scassinarne le porte, volendo rendere accessibile la sala "giornalmente al pubblico". Nel corso dei decenni successivi, la libertà concessa da Garibaldi sarebbe stata frenata dalla censura del regno d'Italia che vide il suo culmine durante il ventennio fascista. La censura perdurò nel dopoguerra fino al 1967, allentandosi solo dopo il 1971. Completamente riallestita con criteri del tutto nuovi, la collezione fu definitivamente aperta al pubblico nell'aprile del 2000.
Leda e il Cigno | Courtesy Museo Archeologico Nazionale di Napoli
"Un dono simbolico a cittadini e turisti presenti in città a Ferragosto"
Con i suoi 250 reperti a soggetto erotico rinvenuti durante gli scavi nelle città vesuviane, la raccolta, dopo la chiusura imposta dalla pandemia, tornerà da domani a essere visibile tutti i giorni (eccetto martedì, giorno del riposo settimanale) dalle 9 alle 14, restituita al pubblico, come spiega in una nota il museo, “grazie all'applicazione delle nuove disposizioni sul Green Pass, in modo che possa essere garantito un percorso da vivere in tutta sicurezza”.
"Un dono simbolico a cittadini e turisti presenti in città a Ferragosto" commenta il direttore del MANN, Paolo Giulierini.
Ed è veramente un dono per gli occhi questa collezione che ha aperto i battenti nel 2000, con il completo riallestimento dei reperti in base a criteri museografici rinnovati che esplorano i diversi aspetti della sessualità nel mondo antico.
Il visitatore ritroverà gli oggetti disposti secondo un ordine cronologico e culturale, per funzioni e classi di materiali.
Se nell'antisala e nel piccolo vestibolo sono esposti i materiali non pompeiani e quelli di epoca preromana, nelle quattro sale seguenti, il tema dell'erotismo viene contestualizzato per ambiti di appartenenza. Gli affreschi a soggetto mitologico, inseriti, alla maniera di quadri nelle pareti di Terzo e Quarto Stile delle abitazioni private pompeiane, cedono agli elementi decorativi da giardino per incontrare le pitture più rozze e realistiche da lupanare, gli arredi delle sale da banchetto (lucerne e tintinnabula), accompagnando gli sguardi tra amuleti ed elementi a soggetto fallico un tempo presenti lungo le strade di Pompei. La vetrina Borgia chiude il suggestivo percorso che proietta il visitatore in un turbinio di satirelli e menadi danzanti, brocche dalle forme caricaturali, scene di accoppiamenti e corni fallici, zuffe erotiche e scene galanti.
Moebius, Le Fil d'Ariane © Moebius Production | Courtesy MANN
Dal Gabinetto segreto alle mostre in corso
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli si appresta ad accogliere i visitatori anche a ferragosto con i consueti orari (9-19.30) svelando i centosessanta reperti presentati nel Salone della Meridiana con la grande mostra Gladiatori accanto al percorso, nelle sezione Preistoria e Protostoria, dedicato a Jean Giraud, celebre nel mondo del fumetto e dell'arte con lo pseudonimo di Moebius. Superando le sale della Sezione Preistoria e Protostoria,il nuovo allestimento La Piana Campana, terra senza confini svela invece le radici antichissime della Campania attraverso ottocento reperti, in parte inediti, che abbracciano un arco temporale che dall'Età del Bronzo si estende al III sec. a.C.
L'estate del MANN strizza l’occhio anche ai più piccoli, con gli spazi di "Gladiatorimania" e l' installazione "Gladiatori di carta" di Sara Lovari e Mauro Maurizio Palumbo.
Leggi anche:
• A Pompei apre il termopolio, il "fast food" degli antichi romani
A partire da domani, 11 agosto, il Gabinetto Segreto del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, chiuso al pubblico da febbraio 2020, tornerà fruibile per mostrare a gruppi di otto persone una delle collezioni a lungo considerata tra le più “scandalose” dell’arte.
Da collezione “lascivissima” a fiore all’occhiello del MANN
Molto prima che la pandemia ne rendesse inaccessibili le sale, ci aveva pensato la pruderie dei tempi a censurare l'esposizione di oggetti ritenuti "osceni" e "pornografici" della raccolta del MANN, più volte separata fisicamente dal resto delle collezioni. Erano stati i re Borbone di Napoli a racchiudere sotto la denominazione di “Gabinetto Segreto" le sale riservate (alle quali "avessero unicamente ingresso le persone di matura età e di conosciuta morale") destinate a custodire tutti quei reperti a soggetto erotico o sessuale che man mano venivano alla luce negli scavi di Pompei ed Ercolano.
Pan e Ermafrodito dalla Casa dei Dioscuri di Pompei | Courtesy MANN
Dopo i moti rivoluzionari del 1848 il Gabinetto degli oggetti "riservati" o "osceni" o "pornografici", come nel tempo venne denominato, divenne espressione delle libertà civili, e in quanto tale censurato perché considerato politicamente pericoloso. E per poco quei reperti, quasi ridotti a "monumenti infami della gentilesca licenza" e "lascivissimi", non furono distrutti per far salva la buona reputazione della casa reale. L'allora direttore del real museo Borbonico riuscì persino a ottenere che la collezione venisse chiusa ai visitatori dotando il portone di accesso di ben tre serrature con altrettante chiavi diverse, consegnate a differenti mani.
Il culmine della censura la si ebbe nel 1851 quando, dopo che nel Gabinetto Segreto furono relegate anche le Veneri, semplicemente perché nude, la collezione fu definitivamente sigillata e murata affinché "...se ne disperdesse per quanto era possibile la funesta memoria". Ci pensò Garibaldi, al suo arrivo a Napoli, nel settembre 1860, a scassinarne le porte, volendo rendere accessibile la sala "giornalmente al pubblico". Nel corso dei decenni successivi, la libertà concessa da Garibaldi sarebbe stata frenata dalla censura del regno d'Italia che vide il suo culmine durante il ventennio fascista. La censura perdurò nel dopoguerra fino al 1967, allentandosi solo dopo il 1971. Completamente riallestita con criteri del tutto nuovi, la collezione fu definitivamente aperta al pubblico nell'aprile del 2000.
Leda e il Cigno | Courtesy Museo Archeologico Nazionale di Napoli
"Un dono simbolico a cittadini e turisti presenti in città a Ferragosto"
Con i suoi 250 reperti a soggetto erotico rinvenuti durante gli scavi nelle città vesuviane, la raccolta, dopo la chiusura imposta dalla pandemia, tornerà da domani a essere visibile tutti i giorni (eccetto martedì, giorno del riposo settimanale) dalle 9 alle 14, restituita al pubblico, come spiega in una nota il museo, “grazie all'applicazione delle nuove disposizioni sul Green Pass, in modo che possa essere garantito un percorso da vivere in tutta sicurezza”.
"Un dono simbolico a cittadini e turisti presenti in città a Ferragosto" commenta il direttore del MANN, Paolo Giulierini.
Ed è veramente un dono per gli occhi questa collezione che ha aperto i battenti nel 2000, con il completo riallestimento dei reperti in base a criteri museografici rinnovati che esplorano i diversi aspetti della sessualità nel mondo antico.
Il visitatore ritroverà gli oggetti disposti secondo un ordine cronologico e culturale, per funzioni e classi di materiali.
Se nell'antisala e nel piccolo vestibolo sono esposti i materiali non pompeiani e quelli di epoca preromana, nelle quattro sale seguenti, il tema dell'erotismo viene contestualizzato per ambiti di appartenenza. Gli affreschi a soggetto mitologico, inseriti, alla maniera di quadri nelle pareti di Terzo e Quarto Stile delle abitazioni private pompeiane, cedono agli elementi decorativi da giardino per incontrare le pitture più rozze e realistiche da lupanare, gli arredi delle sale da banchetto (lucerne e tintinnabula), accompagnando gli sguardi tra amuleti ed elementi a soggetto fallico un tempo presenti lungo le strade di Pompei. La vetrina Borgia chiude il suggestivo percorso che proietta il visitatore in un turbinio di satirelli e menadi danzanti, brocche dalle forme caricaturali, scene di accoppiamenti e corni fallici, zuffe erotiche e scene galanti.
Moebius, Le Fil d'Ariane © Moebius Production | Courtesy MANN
Dal Gabinetto segreto alle mostre in corso
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli si appresta ad accogliere i visitatori anche a ferragosto con i consueti orari (9-19.30) svelando i centosessanta reperti presentati nel Salone della Meridiana con la grande mostra Gladiatori accanto al percorso, nelle sezione Preistoria e Protostoria, dedicato a Jean Giraud, celebre nel mondo del fumetto e dell'arte con lo pseudonimo di Moebius. Superando le sale della Sezione Preistoria e Protostoria,il nuovo allestimento La Piana Campana, terra senza confini svela invece le radici antichissime della Campania attraverso ottocento reperti, in parte inediti, che abbracciano un arco temporale che dall'Età del Bronzo si estende al III sec. a.C.
L'estate del MANN strizza l’occhio anche ai più piccoli, con gli spazi di "Gladiatorimania" e l' installazione "Gladiatori di carta" di Sara Lovari e Mauro Maurizio Palumbo.
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