Alla National Gallery di Londra dal 1° ottobre 2018 al 19 gennaio 2019
Mantegna e Bellini: artisti allo specchio

© Su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Museo Nazionale delle Gallerie dell'Accademia di Venezia / Photo: Francesco Turio Bohm |
Giovanni Bellini, The Virgin and Child with Saints Catherine and Mary Magdalene, 1480 circa.
Francesca Grego
25/06/2018
Mondo - Parenti, colleghi, amici e rivali, ma soprattutto grandi protagonisti di una stagione artistica che avvince allo stesso modo pubblico e studiosi: Andrea Mantegna e Giovanni Bellini si ritroveranno presto a Londra, nelle sale della National Gallery, per una mostra che si preannuncia come uno dei must del prossimo autunno.
Dal 1° ottobre 2018 al 19 gennaio 2019 prestigiosi prestiti dai principali musei internazionali permetteranno di scoprire, per la prima volta in un percorso dedicato, i reciproci influssi tra due artisti di spicco del Rinascimento veneto, destinati a incidere profondamente sull’opera di colleghi amatissimi nel Regno Unito, da Tiziano a Correggio e Paolo Veronese.
“Le mostre sull’arte del XV secolo sono particolarmente rare”, spiega Caroline Campbell, curatrice dell’esposizione e direttrice delle Collezioni e della Ricerca della National Gallery: “Parliamo di opere fragili, che non possono viaggiare molto spesso. Mantegna e Bellini rappresenta perciò un’occasione che capita una sola volta nella vita per esplorare i rapporti e il lavoro di due artisti che hanno ricoperto un ruolo centrale nella storia dell’arte”.
Realizzato dal museo di Trafalgar Square e dagli Staatliche Museen di Berlino in collaborazione con il British Museum, il progetto indaga gli anni in cui la coppia lavorò a stretto contatto nella fiorente bottega della famiglia Bellini a Venezia, subito dopo il matrimonio di Mantegna con Niccolosa, sorella del collega. Per poi sottolineare come a dispetto della distanza – con Mantegna a Mantova, alla corte dei Gonzaga, e Bellini sempre ben inserito negli ambienti della Serenissima – lo scambio creativo sia proseguito, alimentando carriere lunghe e feconde.
Un dialogo reso ancora più prezioso dalle personalità complementari dei due: se Mantegna incarna, nelle parole della curatrice, l’ideale di “artista intellettuale” tipico del Rinascimento, Bellini rappresenta un particolare pittore di paesaggi, eccellente nella resa dei colori, della luce, dell’atmosfera, primo nella storia a “servirsi della natura per esprimere emozioni”.
Suddiviso in sei sezioni (Esordi, Esplorazioni, Pietà, Paesaggio, Ritratti e pittura devozionale e Antichità), l’itinerario espositivo è costruito su continui paralleli tra opere utili a evidenziare influenze incrociate, peculiarità tecniche e sensibilità differenti, con una ricca contestualizzazione dell’arte italiana tra Padova e Venezia.
Al cuore del percorso i confronti tra due coppie di tavole che, da sole, esemplificano il concept della mostra.
La Presentazione al tempio di Bellini proveniente dalla Fondazione Querini Stampalia di Venezia sarà accostata alla versione di Mantegna conservata alla Gemäldegalerie di Berlino, che ne fu con ogni probabilità la fonte di ispirazione. Pressoché identici quanto a impostazione e personaggi rappresentati, i dipinti differiscono per senso dello spazio, passaggi cromatici e atmosfera, dove la narrazione distesa di Bellini si discosta dagli accenti drammatici del Mantegna. Da notare l’inserimento di una sorta di ritratto di famiglia all’interno del tema sacro dell’opera: i personaggi sullo sfondo assumono infatti le sembianze dei due artisti (a destra), di Niccolosa e di sua madre Anna (a sinistra).
Non è accertato invece l’ordine di esecuzione delle tavole della Preghiera nell’orto, che fino agli ultimi decenni del XIX secolo sono state esposte insieme nelle sale della National Gallery. Qui i due maestri rappresentarono l'ultimo momento di raccoglimento di Cristo nel Getsemani con sorprendenti affinità compositive: non a caso il dipinto risale agli anni immediatamente successivi al matrimonio di Mantegna e all’attività comune nella bottega dei Bellini.
Il viaggio continua con capolavori del Prado, del Louvre, della National Gallery di Washington, del Kunsthistorisches Museum di Vienna e della Royal Collection di Sua Maestà, senza dimenticare i prestiti degli Uffizi e delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Tra dipinti, sculture e disegni, emerge un eccezionale reperto che ha lasciato le sale del British Museum solo un’altra volta negli ultimi 100 anni: l’album degli schizzi di Bellini, un aiuto insperato per comprendere lo sviluppo dei rapporti in questa singolare coppia di artisti.
“La passione di Mantegna per il mondo antico e l’amore per la natura di Bellini sono elementi cruciali del Rinascimento italiano”, commenta il direttore della National Gallery Gabriele Finaldi: “Una mostra che presenti insieme i loro capolavori è un evento senza precedenti e probabilmente irripetibile”.
Leggi anche:
• A Madrid Lorenzo Lotto, primo ritrattista moderno
• I maestri del Rinascimento italiano nel 2018 della National Gallery
Dal 1° ottobre 2018 al 19 gennaio 2019 prestigiosi prestiti dai principali musei internazionali permetteranno di scoprire, per la prima volta in un percorso dedicato, i reciproci influssi tra due artisti di spicco del Rinascimento veneto, destinati a incidere profondamente sull’opera di colleghi amatissimi nel Regno Unito, da Tiziano a Correggio e Paolo Veronese.
“Le mostre sull’arte del XV secolo sono particolarmente rare”, spiega Caroline Campbell, curatrice dell’esposizione e direttrice delle Collezioni e della Ricerca della National Gallery: “Parliamo di opere fragili, che non possono viaggiare molto spesso. Mantegna e Bellini rappresenta perciò un’occasione che capita una sola volta nella vita per esplorare i rapporti e il lavoro di due artisti che hanno ricoperto un ruolo centrale nella storia dell’arte”.
Realizzato dal museo di Trafalgar Square e dagli Staatliche Museen di Berlino in collaborazione con il British Museum, il progetto indaga gli anni in cui la coppia lavorò a stretto contatto nella fiorente bottega della famiglia Bellini a Venezia, subito dopo il matrimonio di Mantegna con Niccolosa, sorella del collega. Per poi sottolineare come a dispetto della distanza – con Mantegna a Mantova, alla corte dei Gonzaga, e Bellini sempre ben inserito negli ambienti della Serenissima – lo scambio creativo sia proseguito, alimentando carriere lunghe e feconde.
Un dialogo reso ancora più prezioso dalle personalità complementari dei due: se Mantegna incarna, nelle parole della curatrice, l’ideale di “artista intellettuale” tipico del Rinascimento, Bellini rappresenta un particolare pittore di paesaggi, eccellente nella resa dei colori, della luce, dell’atmosfera, primo nella storia a “servirsi della natura per esprimere emozioni”.
Suddiviso in sei sezioni (Esordi, Esplorazioni, Pietà, Paesaggio, Ritratti e pittura devozionale e Antichità), l’itinerario espositivo è costruito su continui paralleli tra opere utili a evidenziare influenze incrociate, peculiarità tecniche e sensibilità differenti, con una ricca contestualizzazione dell’arte italiana tra Padova e Venezia.
Al cuore del percorso i confronti tra due coppie di tavole che, da sole, esemplificano il concept della mostra.
La Presentazione al tempio di Bellini proveniente dalla Fondazione Querini Stampalia di Venezia sarà accostata alla versione di Mantegna conservata alla Gemäldegalerie di Berlino, che ne fu con ogni probabilità la fonte di ispirazione. Pressoché identici quanto a impostazione e personaggi rappresentati, i dipinti differiscono per senso dello spazio, passaggi cromatici e atmosfera, dove la narrazione distesa di Bellini si discosta dagli accenti drammatici del Mantegna. Da notare l’inserimento di una sorta di ritratto di famiglia all’interno del tema sacro dell’opera: i personaggi sullo sfondo assumono infatti le sembianze dei due artisti (a destra), di Niccolosa e di sua madre Anna (a sinistra).
Non è accertato invece l’ordine di esecuzione delle tavole della Preghiera nell’orto, che fino agli ultimi decenni del XIX secolo sono state esposte insieme nelle sale della National Gallery. Qui i due maestri rappresentarono l'ultimo momento di raccoglimento di Cristo nel Getsemani con sorprendenti affinità compositive: non a caso il dipinto risale agli anni immediatamente successivi al matrimonio di Mantegna e all’attività comune nella bottega dei Bellini.
Il viaggio continua con capolavori del Prado, del Louvre, della National Gallery di Washington, del Kunsthistorisches Museum di Vienna e della Royal Collection di Sua Maestà, senza dimenticare i prestiti degli Uffizi e delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Tra dipinti, sculture e disegni, emerge un eccezionale reperto che ha lasciato le sale del British Museum solo un’altra volta negli ultimi 100 anni: l’album degli schizzi di Bellini, un aiuto insperato per comprendere lo sviluppo dei rapporti in questa singolare coppia di artisti.
“La passione di Mantegna per il mondo antico e l’amore per la natura di Bellini sono elementi cruciali del Rinascimento italiano”, commenta il direttore della National Gallery Gabriele Finaldi: “Una mostra che presenti insieme i loro capolavori è un evento senza precedenti e probabilmente irripetibile”.
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