Fino al 7 settembre al Museum of Fine Arts

Van Gogh e i Roulin, storia di un'amicizia nei ritratti in mostra a Boston

Van Gogh: The Roulin Family Portraits, Allestimento della mostra al Museum of Fine Arts di Boston, Ann and Graham Gund Gallery | Foto: © Museum of Fine Arts, Boston | Courtesy Museum of Fine Arts, Boston
 

Samantha De Martin

08/04/2025

Mondo - “Ho fatto i ritratti di un'intera famiglia, quella del postino del quale avevo già disegnato la testa, l'uomo, sua moglie, il bambino, il ragazzino, e il figlio di sedici anni, tutti dei personaggi e molto francesi, sebbene il primo abbia l'aspetto di un russo." Scriveva così Vincent van Gogh in una lettera del 1888 a proposito di quelli che furono probabilmente gli unici amici che ebbe ad Arles.
E infatti quello stesso anno, durante il suo soggiorno nella luminosa cittadina provenzale, Vincent strinse amicizia con la famiglia Roulin, un raggio di luce nella società di Arles dove il pittore, costantemente tormentato e dal precario equilibrio mentale, era per alcuni concittadini il "fou-rou" (il rosso folle).
Il postino Joseph, sua moglie Augustine e i tre figli, Armand, Camille e Marcelle, divennero soggetti chiave dei 26 intimi ritratti realizzati dal pittore. Sarà proprio questa famiglia di operai a guidare, fino al 7 settembre, gli ospiti del Museum of Fine Arts di Boston alla scoperta della mostra Van Gogh: The Roulin Family Portraits, organizzata in collaborazione con il Van Gogh Museum di Amsterdam, la prima dedicata al profondo legame dell'artista con la famiglia di operai.

Fulcro del percorso è forse il ritratto forse più noto di Joseph Roulin, perla della collezione del Museum of Fine Arts, che raffigura il postino stretto nella sua uniforme da lavoro, giacca blu e cappello con la visiera con la scritta POSTES, il viso tondeggiante, incorniciato da una folta barba.


Van Gogh: The Roulin Family Portraits, Allestimento della mostra al Museum of Fine Arts di Boston, Ann and Graham Gund Gallery | Foto: © Museum of Fine Arts, Boston | Courtesy Museum of Fine Arts, Boston

Accogliendo 23 opere di Van Gogh, tra le quali 14 dei 26 ritratti dei Roulin, nonché opere d'arte olandesi e stampe xilografiche giapponesi dalle quali l’artista ha tratto ispirazione, la mostra pone i visitatori in dialogo con iconici capolavori della collezione del MFA, accanto a una ventina di prestiti da prestigiose collezioni internazionali.

Attraverso le dieci lettere che Joseph Roulin scrisse a van Gogh i visitatori apprezzano l’intimità e la tenerezza di un’amicizia, traendo nuovi spunti sul mondo di Vincent e sul desiderio di una connessione significativa mentre si confrontava con una nuova città trovandosi a un punto di svolta nella sua vita e nel suo lavoro.

“La mostra - spiega Katie Hanson, curatrice del percorso assieme a William e Ann Elfers e Nienke Bakker - non presenta solo le raffigurazioni della famiglia Roulin di Van Gogh, ma anche opere che riflettono il suo pensiero su quei ritratti. I ritratti Roulin del MFA sono amate icone della collezione, quindi parte del nostro obiettivo in questa mostra è rallentare, guardare più da vicino e sentire profondamente queste magnifiche opere d'arte, mettendo in primo piano la storia umana dietro di esse".
L'amicizia di Van Gogh con i Roulin, l’ammirazione per i suoi colleghi predecessori, il tentativo di creare una comunità di artisti e i suoi legami emotivi con la sua famiglia e gli amici che lo sostenevano sono alcuni dei temi che guidano le sezioni tematiche.


Van Gogh: The Roulin Family Portraits, Allestimento della mostra al Museum of Fine Arts di Boston, Ann and Graham Gund Gallery | Foto: © Museum of Fine Arts, Boston | Courtesy Museum of Fine Arts, Boston

Si comincia da "Sense of Place: The Yellow House in Arles", un piccolo viaggio immersivo ad Arles, dove l'artista visse da febbraio 1888 ad aprile 1889, all’interno dell’abitazione che affittò nel maggio 1888. Se vi doveste recare nella cittadina provenzale non cercatela, oggi la Casa Gialla non esiste più.
Da un autoritratto del 1887, completato a Parigi mentre Van Gogh stava progettando di trasferirsi a sud, si sprigiona tutta l'ambizione di un pittore che sogna ad Arles una nuova vita. Nonostante pensasse che sarebbe stato più facile trovare modelli e stabilire contatti sociali qui più che a Parigi, Vincent trascorreva intere giornate senza scambiare una parola con nessuno. Fino all’estate del 1888, quando ebbe inizio con Joseph Roulin una profonda amicizia assieme all'opportunità per Van Gogh di esercitarsi a dipingere persone. "The Postman and Portrait Practice" include la prima raffigurazione del postino Joseph Roulin del MFA (1888), così come due disegni di Roulin, ma anche ritratti di artisti olandesi del XVII secolo dai quali il pittore trasse ispirazione, come Allegro bevitore di Frans Hals e Ritratto di famiglia in un interno di Adriaen van Ostade, nonché litografie del francese Honoré Daumier.

Ed eccoli, nella terza sezione, "La famiglia Roulin", tutti i membri della famiglia ritratti su quattro tele, mentre ammiccano al visitatore. Percorrendo le tappe di questa suggestiva amicizia ci si imbatte nelle influenze artistiche di Van Gogh, dagli incisori giapponesi come Toyohara Kunichika e Utagawa Kunisada, agli artisti olandesi come Hals e Rembrandt, fino agli amici artisti Émile Bernard e Paul Gauguin con il quale condivise la Casa Gialla ad Arles per soli due mesi, alla fine del 1888. Vediamo Roulin vicino a Van Gogh, in ospedale, dopo il drammatico episodio del taglio dell’orecchio, tra i più noti della storia dell’arte, al termine di una discussione con Gauguin nel dicembre 1888, oltre che durante il ricovero del maestro nell'ospedale psichiatrico di Saint-Rémy.
La sezione intitolata "Lettere dal postino" presenta una decina di queste corrispondenze offrendo uno sguardo intimo sul rapporto tra l'artista e il suo amico. Se la tappa "Osservazione e ispirazione" abbraccia i ritratti dedicati ad Augustine Roulin, i cui lineamenti vengono riproposti da Vincent anche in altri dipinti tra cui La sala da ballo ad Arles (1888) e La resurrezione di Lazzaro (da Rembrandt) (1890), l’ultima sezione, "Enduring Legacy: Beyond Arles", chiude il cerchio, con l'immagine dell'artista e un luogo caro.


Van Gogh: The Roulin Family Portraits, Allestimento della mostra al Museum of Fine Arts di Boston, Ann and Graham Gund Gallery | Foto: © Museum of Fine Arts, Boston | Courtesy Museum of Fine Arts, Boston

I visitatori si fanno largo tra Autoritratto (1889) e La camera da letto (1889), entrambi dipinti nell'autunno del 1889 nell'ospedale di Saint-Rémy, mentre Van Gogh ricorda il suo periodo ad Arles un anno prima, quando si concentra sui ritratti della famiglia Roulin.

Completano l'itinerario alcune fotografie dei Roulin, scattate più avanti nella loro vita, che consentono ai visitatori di scorgere le persone dietro i ritratti. In preparazione della mostra, ai restauratori dell'MFA è stato concesso un ampio lasso di tempo per esaminare il Postino Joseph Roulin e La Berceuse dalla collezione dell'MFA. Il ritratto di Augustine Roulin ha fornito agli studiosi spunti particolarmente interessanti sulle modalità che hanno guidato la realizzazione del dipinto e su come sia cambiato nel tempo. 
I visitatori possono saperne di più su queste scoperte nel Conservation Center dell'MFA situato al terzo piano del museo e tramite un video approfondito su mfa.org.