A Parigi dal 20 settembre al 22 gennaio

Edvard Munch. Una poesia di vita, d'amore e di morte nell'autunno del Musée d'Orsay

Edvard Munch, Sera sul viale Karl Johan, 1892, Olio su tela, KODE Art Museums and Composer Homes | Foto: © Dag Fosse / KODE
 

Samantha De Martin

28/06/2022

Mondo - Troppo spesso cristallizzata intorno alla sua opera più nota, la fama di Edvard Munch si identifica quasi sempre con l’Urlo, dove il volto agonizzante della figura al centro del quadro incarna l'angoscia dell'uomo moderno.
“Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto a una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c'erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… E sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura”. Scriveva così l’artista sulla cornice della versione del 1895. Eppure la produzione del pittore norvegese va ben oltre il suo iconico capolavoro, attraversando una carriera lunga 60 anni.

A ripercorrere la complessità, ma anche la modernità del suo poliedrico pennello sarà, a Parigi, la mostra Edvard Munch. Una poesia di vita, d’amore e di morte, attesa al Musée d’Orsay dal 20 settembre al 22 gennaio.


Edvard Munch, Ragazze sul ponte, 1927, 100.5 × 90 cm, Oslo, Munchmuseet | Foto: © Munch Museet

La mostra, pronta a inaugurare la stagione autunnale del museo parigino, si inserisce naturalmente in uno dei principali assi di programmazione del Musée d'Orsay che si concentra, fin dalla sua creazione, sulla riscoperta delle figure, non soltanto francesi, che hanno aperto la strada verso la modernità. Dopo l’ultimo percorso in Francia a lui dedicato dal Centre Pompidou, che ha assunto come prisma il suo “occhio moderno”, Munch torna a Parigi dieci anni dopo in vista di una retrospettiva che ne abbraccerà l’intero percorso artistico.

La mostra racchiuderà un centinaio di opere, tra le quali una quarantina di celebri dipinti e una serie di disegni e stampe. Affondando le radici nel XIX secolo, l’opera dell’artista è innervata su una singolare visione del mondo che gli conferisce una potente dimensione simbolista, spina dorsale di tutta la sua produzione che va oltre i capolavori realizzati intorno al 1890. Il percorso pensato dal Musée d'Orsay, in collaborazione eccezionale con il MunchMuseet di Oslo, offrirà una lettura globale del suo lavoro evidenziandone la coerenza, e vedrà, tra le opere esposte, Ragazze sul ponte, Neve fresca sulla strada, Notte stellata, Il sole, Vampiro, in prestito dal Munch Museet.


Edvard Munch, Neve fresca sulla strada, Olio su tela, 100 × 80 cm, Oslo, Munchmuseet | Foto: © Munch Museet

Lungi dal seguire un andamento cronologico, l’itinerario sarà costruito sul principio del ciclo, alla base di quel simbolismo che giocò un ruolo fondamentale nel pensiero e nell’arte di Munch. Affascinato dal concetto del metabolismo, l’artista esprime frequentemente l'idea che l’umanità e la natura siano inesorabilmente unite nel ciclo della vita, della morte e della rinascita. In questo contesto il pittore sviluppa un'iconografia inedita, in grand parte ispirata alle filosofie vitalistiche di Friedrich Nietzsche e Henri Bergson.
Il concetto di ciclo interviene a più livelli nell'opera di Munch e diviene uno strumento essenziale per comprendere la sua pittura, intervenendo anche nella costruzione stessa delle tele, dove alcuni modelli si ripetono regolarmente. Questa lettura permette di comprendere appieno il suo processo creativo che lo porta a produrre regolarmente numerose variazioni dello stesso motivo, ma anche molte versioni dello stesso soggetto, spostandosi da un mezzo all'altro.

La mostra al Musée d’Orsay invita quindi il pubblico a rivedere l'opera di Munch nel suo insieme seguendo sempre il filo di un pensiero pittorico inventivo: un lavoro che è allo stesso tempo coerente, a tratti ossessivo, eppure costantemente rinnovato.


Edvard Munch, Notte stellata, 1889 | Courtesy of Munchmuseet, Oslo

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