Il nuovo Gran Tour a Milano, città d’arte e cultura
Con Canaletto e Bellotto alle Gallerie d’Italia, Milano si mette a festa per Natale
Bernardo Bellotto, Il Castello Sforzesco, Milano, 1744 ca, olio su tela, 61 x 97,5 cm, The National Heritage Institute, Regional Historic Sites Management in České Budějovice
Eleonora Zamparutti
18/10/2016
Milano - La mostra Bellotto e Canaletto. Lo stupore e la luce dal 25 Novembre al 5 Marzo 2017 alle Gallerie d’Italia è un progetto ambizioso che mette insieme un centinaio di opere tra cui dipinti, disegni e incisioni – un terzo dei quali mai esposto prima in Italia – , provenienti da importanti istituzioni museali italiane (Pinacoteca di Brera, Museo di Capodimonte, Museo Correr di Venezia) e internazionali (tra cui il Museo Thyssen Bornemisza di Madrid, l’Hermitage di San Pietroburgo, The Metropolitan Museum of Art di New York, The J. Paul Getty Museum di Los Angeles), e realizzati dai due vedutisti veneziani del ‘700, Antonio Canal detto “il Canaletto” e suo nipote Bernardo Bellotto.
“Si tratta di una mostra di profilo europeo con un obiettivo critico” afferma Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo. “Canaletto e Bellotto sono due artisti che provengono da un luogo comune, Venezia, ed entrambi hanno una vocazione culturale forte. Da questa mostra emerge in particolar modo che Bellotto, nato nella città lagunare nel 1722, morto a Varsavia nel 1780 e allievo del Canaletto, manifesta una marcata volontà di indipendenza rispetto al maestro e rivela un talento analogo a quello del Canaletto, se non maggiore”.
Formatosi nella bottega dello zio Canaletto, nel 1744 Bellotto giunge a Milano a 22 anni quando la città stava diventando capitale dell’Illuminismo. A quel tempo i collezionisti milanesi, esponenti del mondo culturale e politico locale, si contendono le sue opere dove è marcata la descrizione analitica dei paesaggi e delle persone, uomini e donne con forte vitalità inseriti in una rappresentazione veristica dei contenuti urbani.
L’artista veneziano si sposta successivamente in Polonia, dove la sua fama è destinata a superare notevolmente quella del suo maestro tanto che lì Bellotto era conosciuto come “il Canaletto”.
Dall’inventario della casa di Bellotto, recentemente riscoperto, emerge un profilo dell’artista colto e intellettualmente indipendente: possedeva oltre 1.000 volumi tra cui testi di Muratori, di Scipione Maffei, libri sui disegni di Borromini e altri. Bellotto aveva inoltre nella sua abitazione una stamperia con torchi e strumenti per realizzare le proprie incisioni.
Mentre Canaletto si impose sulla scena europea grazie ai suoi procedimenti compositivi, Bellotto ne apprese i segreti della tecnica per sviluppare in chiave personale il proprio originale contenuto. “La mostra sottolinea la razionalità illuminista di Canaletto” afferma la Bozena Anna Kowalczyk, curatrice dell’esposizione. “Mentre Bellotto introduce una visione realista e monumentale dell’architettura e del paesaggio”.
Continua la felice stagione milanese dal tenore culturale straordinario. “Natale a Milano sarà ricco di eventi, con la grande mostra dedicata a Rubens a Palazzo Reale e l’esposizione tradizionale a Palazzo Marino” afferma il Sindaco Giuseppe Sala. “Gallerie d’Italia manifestano ancora una volta un ruolo significativo nel panorama culturale della città. E Milano dimostra grande capacità di visione a lungo termine, di essere città aperta verso la dimensione internazionale e capace di congiungere il centro con la periferia”.
Vedi anche:
• Bellotto e Canaletto. Lo stupore e la luce
• FOTO: Viaggio nel tempo con Canaletto e Bellotto
• Guida d'arte di Milano
“Si tratta di una mostra di profilo europeo con un obiettivo critico” afferma Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo. “Canaletto e Bellotto sono due artisti che provengono da un luogo comune, Venezia, ed entrambi hanno una vocazione culturale forte. Da questa mostra emerge in particolar modo che Bellotto, nato nella città lagunare nel 1722, morto a Varsavia nel 1780 e allievo del Canaletto, manifesta una marcata volontà di indipendenza rispetto al maestro e rivela un talento analogo a quello del Canaletto, se non maggiore”.
Formatosi nella bottega dello zio Canaletto, nel 1744 Bellotto giunge a Milano a 22 anni quando la città stava diventando capitale dell’Illuminismo. A quel tempo i collezionisti milanesi, esponenti del mondo culturale e politico locale, si contendono le sue opere dove è marcata la descrizione analitica dei paesaggi e delle persone, uomini e donne con forte vitalità inseriti in una rappresentazione veristica dei contenuti urbani.
L’artista veneziano si sposta successivamente in Polonia, dove la sua fama è destinata a superare notevolmente quella del suo maestro tanto che lì Bellotto era conosciuto come “il Canaletto”.
Dall’inventario della casa di Bellotto, recentemente riscoperto, emerge un profilo dell’artista colto e intellettualmente indipendente: possedeva oltre 1.000 volumi tra cui testi di Muratori, di Scipione Maffei, libri sui disegni di Borromini e altri. Bellotto aveva inoltre nella sua abitazione una stamperia con torchi e strumenti per realizzare le proprie incisioni.
Mentre Canaletto si impose sulla scena europea grazie ai suoi procedimenti compositivi, Bellotto ne apprese i segreti della tecnica per sviluppare in chiave personale il proprio originale contenuto. “La mostra sottolinea la razionalità illuminista di Canaletto” afferma la Bozena Anna Kowalczyk, curatrice dell’esposizione. “Mentre Bellotto introduce una visione realista e monumentale dell’architettura e del paesaggio”.
Continua la felice stagione milanese dal tenore culturale straordinario. “Natale a Milano sarà ricco di eventi, con la grande mostra dedicata a Rubens a Palazzo Reale e l’esposizione tradizionale a Palazzo Marino” afferma il Sindaco Giuseppe Sala. “Gallerie d’Italia manifestano ancora una volta un ruolo significativo nel panorama culturale della città. E Milano dimostra grande capacità di visione a lungo termine, di essere città aperta verso la dimensione internazionale e capace di congiungere il centro con la periferia”.
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