A Milano fino al 18 febbraio
Cento anni di Maria Callas. "La divina" in oltre 90 scatti alle Gallerie d'Italia
Maria Callas indossa abiti della sartoria Biki nella sua abitazione, Milano, aprile 1958 | Foto: Angelo Novi - Publifoto | Courtesy Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo
Samantha De Martin
10/11/2023
Milano - Maria Meneghini Callas, per tutti “la Callas”, l “upupa leggendaria”, dotata di una potenza interpretativa derivata dai canoni del teatro greco classico, va ben oltre il ritratto della cantante lirica dalla vita intensa, fatta di musica, enormi successi e tremende delusioni in campo sentimentale.
“Fenomenale soprano leggero tragico di sapore espressionistico. Quando non canterà più lascerà dietro di sé una leggenda” scriveva della soprano statunitense di origine greca Eugenio Montale, sulle pagine del Corriere della sera, dopo La sonnambula del 1955 diretta da Leonard Bernstein.
Adesso questa leggenda si fa immagine in una mostra, un percorso che fino al prossimo 18 febbraio porta alle Gallerie d’Italia di Milano una selezione di 91 scatti dell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, molti dei quali inediti o mai esposti, che coprono l’arco cronologico che dal 1954 si estende fino al 1970.
Arrivo di Maria Callas da Los Angeles, Aeroporto di Malpensa, 4 dicembre 1958 | Foto: Nicola Giordano - Publifoto | Courtesy Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo
I visitatori scopriranno una Callas nella quotidianità del "fuori scena", a partire dalla prima foto che la ritrae al Teatro alla Scala, il 1° dicembre 1954, insieme ai tre grandi direttori d'orchestra Arturo Toscanini, Victor De Sabata e Antonino Votto dopo una delle prove de La Vestale. L’ultimo scatto, del 7 dicembre 1970, la sorprende durante il suo ritorno alla Scala, come spettatrice, accanto a Wally Toscanini.
Ritroviamo Maria al ristorante, dopo lo spettacolo, seduta a fianco di Luchino Visconti, e poi a braccetto con il marito, davanti alla loro abitazione milanese, o ancora mentre scende da un treno indossando una vistosa pelliccia di visone, sul megayacht Christina di Onassis, o sorpresa in un ristorante con Onassis. Ed eccola a provare abiti e cappelli nell’atelier di Biki, protagonista di ritagli di realtà dove l’immagine si trasfigura in icona.
Maria Callas, come scrive Aldo Grasso, curatore della mostra, "visse d’arte e d’amore", vittima della sua stessa “ricchezza sentimentale” per usare le parole di Pier Paolo Pasolini.
Maria Callas. Ritratti dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, Allestimento | Courtesy Intesa Sanpaolo
“Maria Callas. Ritratti dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo”, patrocinata dal Comune di Milano, è la prima iniziativa a inaugurare Callas100, il palinsesto di appuntamenti organizzati nei mesi di novembre e dicembre dal Comune di Milano in collaborazione con Teatro alla Scala, Gallerie d’Italia e Piccolo Teatro di Milano per rendere omaggio alla cantante lirica.
Callas ha avuto una grande esposizione mediatica grazie ai suoi successi ottenuti in ambito artistico, ma anche alle sue tormentate vicende amorose, dal raggiro perpetrato dal marito Meneghini, che le avrebbe sottratto più di metà del suo patrimonio intestandoselo prima del matrimonio, al tradimento di Aristotile Onassis che la lasciò per Jackie Kennedy.
Non mancano le “care” amicizie con Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Pier Paolo Pasolini con il quale girò il film “Medea”.
La mostra rientra tra le iniziative di valorizzazione dell’Archivio Publifoto, costituito da oltre 7 milioni di fotografie dell’Agenzia fondata da Vincenzo Carrese nel 1937, la più importante agenzia fotogiornalistica privata nata in Italia negli anni Trenta. L’Archivio è stato acquistato da Intesa Sanpaolo nel 2015 con una operazione che ne ha evitato la dispersione e ora è curato e gestito dall’Archivio Storico Intesa Sanpaolo presso le Gallerie d’Italia di Torino. Gli scatti, selezionati tra le oltre 1500 fotografie di Maria Callas, ritraggono la “divina” in un arco cronologico che segue gli anni più significativi della sua carriera, nei suoi passaggi a Milano ma non solo.
Antonio Ghiringhelli, Maria Callas, Elsa Maxwell e Giovanni Battista Meneghini al Ristorante Savini, Milano, 31 maggio, 1957 | Foto: Franco Gigli o Publifoto | Courtesy Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo
“Le Gallerie d’Italia di Piazza Scala – commenta Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo – si uniscono alle istituzioni milanesi nel rendere omaggio alla cantante lirica più ammirata al mondo, un’ineguagliabile artista legata alla storia della città e del suo grande teatro d’opera. Le immagini esposte, che restituiscono l’eccezionalità e il fascino di Maria Callas, provengono dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, un prezioso patrimonio di memoria collettiva che arricchisce la conoscenza delle vicende storiche del nostro Novecento”.
Al Teatro alla Scala, dove era stata regina per diversi anni, Maria Anna Cecilia Sofia Kalos si esibì per l’ultima volta l’11 dicembre 1961, e in quella Medea si individua, forse, l’esecuzione più alta di sempre. Dino Buzzati, presente in platea, la descrisse così: “Era bellissima. A un certo punto si gettò a terra lunga distesa, così rimanendo immobile. Non ho mai visto nessuna donna distesa a terra con tanto stile ed eleganza”.
La mostra si potrà visitare martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 9.30 alle 19.30; giovedì dalle 9.30 alle 22.30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
“Fenomenale soprano leggero tragico di sapore espressionistico. Quando non canterà più lascerà dietro di sé una leggenda” scriveva della soprano statunitense di origine greca Eugenio Montale, sulle pagine del Corriere della sera, dopo La sonnambula del 1955 diretta da Leonard Bernstein.
Adesso questa leggenda si fa immagine in una mostra, un percorso che fino al prossimo 18 febbraio porta alle Gallerie d’Italia di Milano una selezione di 91 scatti dell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, molti dei quali inediti o mai esposti, che coprono l’arco cronologico che dal 1954 si estende fino al 1970.
Arrivo di Maria Callas da Los Angeles, Aeroporto di Malpensa, 4 dicembre 1958 | Foto: Nicola Giordano - Publifoto | Courtesy Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo
I visitatori scopriranno una Callas nella quotidianità del "fuori scena", a partire dalla prima foto che la ritrae al Teatro alla Scala, il 1° dicembre 1954, insieme ai tre grandi direttori d'orchestra Arturo Toscanini, Victor De Sabata e Antonino Votto dopo una delle prove de La Vestale. L’ultimo scatto, del 7 dicembre 1970, la sorprende durante il suo ritorno alla Scala, come spettatrice, accanto a Wally Toscanini.
Ritroviamo Maria al ristorante, dopo lo spettacolo, seduta a fianco di Luchino Visconti, e poi a braccetto con il marito, davanti alla loro abitazione milanese, o ancora mentre scende da un treno indossando una vistosa pelliccia di visone, sul megayacht Christina di Onassis, o sorpresa in un ristorante con Onassis. Ed eccola a provare abiti e cappelli nell’atelier di Biki, protagonista di ritagli di realtà dove l’immagine si trasfigura in icona.
Maria Callas, come scrive Aldo Grasso, curatore della mostra, "visse d’arte e d’amore", vittima della sua stessa “ricchezza sentimentale” per usare le parole di Pier Paolo Pasolini.
Maria Callas. Ritratti dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, Allestimento | Courtesy Intesa Sanpaolo
“Maria Callas. Ritratti dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo”, patrocinata dal Comune di Milano, è la prima iniziativa a inaugurare Callas100, il palinsesto di appuntamenti organizzati nei mesi di novembre e dicembre dal Comune di Milano in collaborazione con Teatro alla Scala, Gallerie d’Italia e Piccolo Teatro di Milano per rendere omaggio alla cantante lirica.
Callas ha avuto una grande esposizione mediatica grazie ai suoi successi ottenuti in ambito artistico, ma anche alle sue tormentate vicende amorose, dal raggiro perpetrato dal marito Meneghini, che le avrebbe sottratto più di metà del suo patrimonio intestandoselo prima del matrimonio, al tradimento di Aristotile Onassis che la lasciò per Jackie Kennedy.
Non mancano le “care” amicizie con Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Pier Paolo Pasolini con il quale girò il film “Medea”.
La mostra rientra tra le iniziative di valorizzazione dell’Archivio Publifoto, costituito da oltre 7 milioni di fotografie dell’Agenzia fondata da Vincenzo Carrese nel 1937, la più importante agenzia fotogiornalistica privata nata in Italia negli anni Trenta. L’Archivio è stato acquistato da Intesa Sanpaolo nel 2015 con una operazione che ne ha evitato la dispersione e ora è curato e gestito dall’Archivio Storico Intesa Sanpaolo presso le Gallerie d’Italia di Torino. Gli scatti, selezionati tra le oltre 1500 fotografie di Maria Callas, ritraggono la “divina” in un arco cronologico che segue gli anni più significativi della sua carriera, nei suoi passaggi a Milano ma non solo.
Antonio Ghiringhelli, Maria Callas, Elsa Maxwell e Giovanni Battista Meneghini al Ristorante Savini, Milano, 31 maggio, 1957 | Foto: Franco Gigli o Publifoto | Courtesy Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo
“Le Gallerie d’Italia di Piazza Scala – commenta Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo – si uniscono alle istituzioni milanesi nel rendere omaggio alla cantante lirica più ammirata al mondo, un’ineguagliabile artista legata alla storia della città e del suo grande teatro d’opera. Le immagini esposte, che restituiscono l’eccezionalità e il fascino di Maria Callas, provengono dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, un prezioso patrimonio di memoria collettiva che arricchisce la conoscenza delle vicende storiche del nostro Novecento”.
Al Teatro alla Scala, dove era stata regina per diversi anni, Maria Anna Cecilia Sofia Kalos si esibì per l’ultima volta l’11 dicembre 1961, e in quella Medea si individua, forse, l’esecuzione più alta di sempre. Dino Buzzati, presente in platea, la descrisse così: “Era bellissima. A un certo punto si gettò a terra lunga distesa, così rimanendo immobile. Non ho mai visto nessuna donna distesa a terra con tanto stile ed eleganza”.
La mostra si potrà visitare martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 9.30 alle 19.30; giovedì dalle 9.30 alle 22.30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
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