Allo Spazio M.A.C. di Milano dal 22 al 24 gennaio 2020
ARTE.it e Fondazione Maimeri presentano Tarik Berber
Tarik Berber, Dalla serie Seven Sisters, Iris, Olio su tela, 140 x 120 cm, Zadar, 2019 | Courtesy Tarik e Fondazione Maimeri 2019
Ufficio Stampa
14/01/2020
Milano - SEVEN SISTERS
A cura di Andrea Dusio
M.A.C – Piazza Tito Lucrezio Caro 1, Milano
Dal 22 al 24 gennaio 2020
Vernissage martedì 21 gennaio a partire dalle 19.00
Fondazione Maimeri e ARTE.it (https://www.arte.it) presentano SEVEN SISTERS una mostra antologica che segue il percorso artistico e di ricerca del pittore bosniaco Tarik Berber in occasione del suo ritorno in Italia dopo sette anni trascorsi a Londra. La mostra avrà luogo allo Spazio M.A.C. di Milano in Piazza Tito Lucrezio Caro con la vernice di inaugurazione martedì 21 gennaio alle 19 per proseguire in esposizione sino a venerdì 24 gennaio 2020.
Curata da Andrea Dusio Seven Sisters mette in scena quattro cicli pittorici sviluppati dall’artista nel suo periodo londinese tra il 2016 e il 2019 con oltre 30 opere in mostra, oltre a sketches e disegni preparatori. Un percorso che parte con Toxic Cadmium del 2016, per proseguire con Windsor Beauties del 2017 e Pop is Not Dead del 2018 per concludersi con la parte predominante dell’esposizione incentrata sul nuovo ciclo Seven Sisters che oggi dà il nome anche alla sua mostra di debutto sulla scena milanese.
Nato a Banja Luka in Bosnia, Tarik Berber si rifugia giovanissimo in Italia a Bolzano in fuga da una Yugoslavia in fiamme nei primi anni ’90 e in queste terre di confine trascorre la propria giovinezza - crescendo in una famiglia di architetti e di artisti - per continuare la propria formazione pittorica a Firenze all’Accademia di Belle Arti dove è allievo di Adriano Bimbi e aprendo il proprio studio nel cuore dell’Oltrarno dove vivrà per molti anni prima di intraprendere un viaggio che lo porterà attraverso il vecchio continente a giungere a Londra.
Seven Sisters è una mostra che vuole offrire un primo tentativo di sintesi del colossale lavoro di Berber che da pochi mesi ha trasferito il proprio studio a Milano, rientrando in Italia con oltre 100 dipinti provenienti da quattro luoghi diversi d'Europa.
“Tarik Berber, apolide per necessità, italiano per formazione - spiega il curatore della mostra Andrea Dusio - diventa negli inverni che precedono il suo arrivo a Milano un artista compiutamente nordico, sino agli esiti più sorprendentemente düreriani di Seven Sisters, il ciclo con cui va oltre la pittura, fondendola con la grafica e così producendo un segno assolutamente nuovo”.
“Una mostra che - continua Dusio - parte dal Rinascimento per arrivare al Goth, espresso nella dominante rossa che attraversa Seven Sisters. Quasi un sogno di Dürer, un percorso in cui sono le tecniche grafiche più sperimentali ad attrarlo, ma che nel contempo è un sogno fatto con i colori di un Rothko, o delle bandiere dei Prints di Jaspers Johns. Seven Sisters è ad oggi il lavoro più ambizioso del pittore bosniaco. È per molti versi una serie dedicata anche al paesaggio, anche se l'alternarsi di figure femminili e maschili costituisce l'elemento iconico e narrativo ricorrente da un dipinto all'altro.
Seven Sisters è il compimento di un periglioso Winterreise, che Tarik Berber ha percorso senza cedimenti, mantenendo la sua fede nell'intensità e nella purezza dell'esperienza della pittura, come l'unico corpo a corpo con la vita e con la realtà possibile per un artista, mettendosi totalmente al servizio del colore, sino a concepire il disegno come una sorta di ricamo di precisione infinitesimale che si riconosce sotto le coltri dei suoi rossi, di sole accecante e di cieli invernali che bruciano in un solo istante, con l'ultima luce del giorno”.
Tarik Berber è nato a Banja Luka, Bosnia ed Herzegovina nel 1980. A undici anni nel pieno della guerra dell’ex-Yugoslavia si trasferisce con la famiglia in Italia a Bolzano per poi spostarsi a Firenze che sarà la sua città d’elezione sino al 2007 formandosi alla Accademia di Belle Arti dove è allievo dei corsi di pittura di Adriano Bimbi e inserendosi presto nella scena artistica locale con importanti collaborazioni con la galleria d’arte Poggiali e Forconi.
Nel 2004 è il piu giovane artista ad essere invitato a esporre all’inaugurazione del MACI - Museo d’Arte Contemporanea di Isernia e nello stesso anno partecipa alla Seconda Biennale InTranSito al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma. Nel 2006 la sua prima personale al Museo Nazionale Villa Pisani di Strà (Venezia).
Dal 2007 inizia il suo percorso di formazione europeo, prima a Berlino, poi nuovamente facendo ritorno a Firenze e infine trasferendosi a Londra dove vivrà sino al 2019. Negli anni londinesi continua senza interruzioni a coltivare i suoi rapporti con l’Italia con gli ex territori yugoslavi con mostre in Slovenia (Maribor), in Bosnia (tra cui la Galleria Nazionale di Sarajevo ed esposizioni a Bihac e Tuzla) e frequenti visite in Croazia a Zara. L’incontro con lo storico dell’arte e critico Edward Lucie-Smith è corollario del suo ingresso sulla scena artistica londinese che lo porterà ad esporre su iniziativa della Albemarie Gallery nella prestigiosa sede di Art Moor House nella city. Con Aria Art Gallery espone a Firenze (Toxic Cadmium, 2017) e a più riprese a Istanbul (Windsor Beauties 2018). Nel 2019 decide di lasciare Londra per fare rientro in Italia per aprire il proprio atelier a Milano nel novembre dello stesso anno. Nel gennaio 2020 celebra il suo rientro in Italia con la mostra antologica Seven Sisters promossa da Fondazione Maimeri e ARTE.it e curata da Andrea Dusio, in cui riunisce il corpo della sua ricerca artistica degli ultimi 7 anni.
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A cura di Andrea Dusio
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Dal 22 al 24 gennaio 2020
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Fondazione Maimeri e ARTE.it (https://www.arte.it) presentano SEVEN SISTERS una mostra antologica che segue il percorso artistico e di ricerca del pittore bosniaco Tarik Berber in occasione del suo ritorno in Italia dopo sette anni trascorsi a Londra. La mostra avrà luogo allo Spazio M.A.C. di Milano in Piazza Tito Lucrezio Caro con la vernice di inaugurazione martedì 21 gennaio alle 19 per proseguire in esposizione sino a venerdì 24 gennaio 2020.
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Nato a Banja Luka in Bosnia, Tarik Berber si rifugia giovanissimo in Italia a Bolzano in fuga da una Yugoslavia in fiamme nei primi anni ’90 e in queste terre di confine trascorre la propria giovinezza - crescendo in una famiglia di architetti e di artisti - per continuare la propria formazione pittorica a Firenze all’Accademia di Belle Arti dove è allievo di Adriano Bimbi e aprendo il proprio studio nel cuore dell’Oltrarno dove vivrà per molti anni prima di intraprendere un viaggio che lo porterà attraverso il vecchio continente a giungere a Londra.
Seven Sisters è una mostra che vuole offrire un primo tentativo di sintesi del colossale lavoro di Berber che da pochi mesi ha trasferito il proprio studio a Milano, rientrando in Italia con oltre 100 dipinti provenienti da quattro luoghi diversi d'Europa.
“Tarik Berber, apolide per necessità, italiano per formazione - spiega il curatore della mostra Andrea Dusio - diventa negli inverni che precedono il suo arrivo a Milano un artista compiutamente nordico, sino agli esiti più sorprendentemente düreriani di Seven Sisters, il ciclo con cui va oltre la pittura, fondendola con la grafica e così producendo un segno assolutamente nuovo”.
“Una mostra che - continua Dusio - parte dal Rinascimento per arrivare al Goth, espresso nella dominante rossa che attraversa Seven Sisters. Quasi un sogno di Dürer, un percorso in cui sono le tecniche grafiche più sperimentali ad attrarlo, ma che nel contempo è un sogno fatto con i colori di un Rothko, o delle bandiere dei Prints di Jaspers Johns. Seven Sisters è ad oggi il lavoro più ambizioso del pittore bosniaco. È per molti versi una serie dedicata anche al paesaggio, anche se l'alternarsi di figure femminili e maschili costituisce l'elemento iconico e narrativo ricorrente da un dipinto all'altro.
Seven Sisters è il compimento di un periglioso Winterreise, che Tarik Berber ha percorso senza cedimenti, mantenendo la sua fede nell'intensità e nella purezza dell'esperienza della pittura, come l'unico corpo a corpo con la vita e con la realtà possibile per un artista, mettendosi totalmente al servizio del colore, sino a concepire il disegno come una sorta di ricamo di precisione infinitesimale che si riconosce sotto le coltri dei suoi rossi, di sole accecante e di cieli invernali che bruciano in un solo istante, con l'ultima luce del giorno”.
Tarik Berber è nato a Banja Luka, Bosnia ed Herzegovina nel 1980. A undici anni nel pieno della guerra dell’ex-Yugoslavia si trasferisce con la famiglia in Italia a Bolzano per poi spostarsi a Firenze che sarà la sua città d’elezione sino al 2007 formandosi alla Accademia di Belle Arti dove è allievo dei corsi di pittura di Adriano Bimbi e inserendosi presto nella scena artistica locale con importanti collaborazioni con la galleria d’arte Poggiali e Forconi.
Nel 2004 è il piu giovane artista ad essere invitato a esporre all’inaugurazione del MACI - Museo d’Arte Contemporanea di Isernia e nello stesso anno partecipa alla Seconda Biennale InTranSito al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma. Nel 2006 la sua prima personale al Museo Nazionale Villa Pisani di Strà (Venezia).
Dal 2007 inizia il suo percorso di formazione europeo, prima a Berlino, poi nuovamente facendo ritorno a Firenze e infine trasferendosi a Londra dove vivrà sino al 2019. Negli anni londinesi continua senza interruzioni a coltivare i suoi rapporti con l’Italia con gli ex territori yugoslavi con mostre in Slovenia (Maribor), in Bosnia (tra cui la Galleria Nazionale di Sarajevo ed esposizioni a Bihac e Tuzla) e frequenti visite in Croazia a Zara. L’incontro con lo storico dell’arte e critico Edward Lucie-Smith è corollario del suo ingresso sulla scena artistica londinese che lo porterà ad esporre su iniziativa della Albemarie Gallery nella prestigiosa sede di Art Moor House nella city. Con Aria Art Gallery espone a Firenze (Toxic Cadmium, 2017) e a più riprese a Istanbul (Windsor Beauties 2018). Nel 2019 decide di lasciare Londra per fare rientro in Italia per aprire il proprio atelier a Milano nel novembre dello stesso anno. Nel gennaio 2020 celebra il suo rientro in Italia con la mostra antologica Seven Sisters promossa da Fondazione Maimeri e ARTE.it e curata da Andrea Dusio, in cui riunisce il corpo della sua ricerca artistica degli ultimi 7 anni.
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