Mario Mafai: la bellezza e la vita
i quadri di mario Mafai in mostra a roma
14/01/2005
C’è tempo fino alla fine di febbraio per visitare la mostra dedicata a Mario Mafai nella sede romana di Palazzo Venezia. Nel 2005, si celebra l’anniversario della scomparsa del pittore, avvenuta nel ’65.
Il titolo della mostra riprende una celebre espressione del critico d’arte Libero de Libero, che nel 1930 definiva la pittura dell’amico Mafai come “calma febbre di colori”.
Una esposizione antologica che comprende novanta opere, e ricostruisce il mondo di Mafai, il clima storico in cui egli operò e fu protagonista. Tra il novero delle opere, spiccano tele note ma anche sconosciute. Dopo aver creato la Scuola di Cavour, con la compagna Antonietta Raphael, l’amico artista Gino Bonichi (Raphael), e Roberto Longhi, egli giunse fino al Neorealismo, per poi abbracciare anche l’Informale. Tra i capolavori spiccano tele quali “Lezioni di Piano”, “Modelli nello studio”, il ciclo delle “Fantasie”, “Arte contro la barbarie”, “La cometa”, “La tartaruga”. In una delle sale viene proiettato il documentario dal titolo “Io non sono un altro. L’arte di Mario Mafai”, realizzato sulla base degli scritti, delle testimonianze e dei documenti lasciati dall’artista. "Ho vissuto la natura come la vivono gli uccelli. Gli alberi, le case, le vie, gli insetti tutto era bello, si trasformavano entro di me nel loro seme di bellezza e di vita". Mario Mafai (1902-1965) Una calma febbre di colori
Palazzo Venezia, Via del Plebiscito 18, Roma
Fino al 27 febbraio 2005
Orario: martedì-domenica, 9-19, sabato 10-20, lunedì chiuso
25 dicembre e 1 gennaio chiuso
Ingresso: intero euro 7, ridotto euro 5,
ridotto speciale €3,50 Informazioni: 06-82077304
Una esposizione antologica che comprende novanta opere, e ricostruisce il mondo di Mafai, il clima storico in cui egli operò e fu protagonista. Tra il novero delle opere, spiccano tele note ma anche sconosciute. Dopo aver creato la Scuola di Cavour, con la compagna Antonietta Raphael, l’amico artista Gino Bonichi (Raphael), e Roberto Longhi, egli giunse fino al Neorealismo, per poi abbracciare anche l’Informale. Tra i capolavori spiccano tele quali “Lezioni di Piano”, “Modelli nello studio”, il ciclo delle “Fantasie”, “Arte contro la barbarie”, “La cometa”, “La tartaruga”. In una delle sale viene proiettato il documentario dal titolo “Io non sono un altro. L’arte di Mario Mafai”, realizzato sulla base degli scritti, delle testimonianze e dei documenti lasciati dall’artista. "Ho vissuto la natura come la vivono gli uccelli. Gli alberi, le case, le vie, gli insetti tutto era bello, si trasformavano entro di me nel loro seme di bellezza e di vita". Mario Mafai (1902-1965) Una calma febbre di colori
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