L'Urlo conteso
04/04/2005
Che direste voi se opere del valore di varie decine di milioni di dollari, venissero prelevate da ladri dilettanti in pieno giorno, davanti agli occhi attoniti di alcuni testimoni? Impossibile. Eppure è successo. Nella serenissima Norvegia, paese dalle magiche foreste lussureggianti e i fiumi limpidi, le opere di Edvard Munch, maestro universale dell’Espressionismo, sono state protagoniste di incubi dai tratti rocamboleschi, che rendono sottile il limite tra l'immaginazione e la realtà.
Non c’erano guardie, sirene, sofisticati sistemi d’allarme, nemmeno un’assicurazione contro il furto, lo scorso 22 agosto 2004, alle 11.00 del mattino, quando in poco più di trenta secondi due uomini armati e mascherati hanno rubato dal Museo Munch di Oslo il celebre Urlo e la famosa Madonna, incantevole dipinto sospeso tra sensualità e peccato, realizzato tra il 1894 e il 1895.
Appese ai muri, senza protezione, le opere sono state agevolmente prelevate e gli agenti, secondo un testimone, sono arrivati solo dopo quindici minuti, “quasi rilassati”. L’imbarazzante colpo si è concluso in auto: il tutto immortalato da una fotografia, in cui si vedono i ladri che indisturbati si accingono a far scomparire la refurtiva nel bagagliaio. I rapinatori non si erano neppure accorti che il quadro era attaccato a cavi d’acciaio e hanno minacciato un custode per farsi aiutare.
Movente? Forse una richiesta di riscatto alle compagnie assicuratrici? Proprio no. Le famose tele non avevano polizza assicurativa contro il furto (troppo costosa!). Resta l’ipotesi di collezionisti privati. Munch eseguiva varie versioni delle sue opere e il museo conserva in magazzino altre due copie dell’Urlo. La quarta versione (Galleria Nazionale di Oslo) era già stata rubata il 12 febbraio 1994, durante le Olimpiadi invernali di Lillehammer, e recuperata tre mesi più tardi.
Nemmeno l’effetto sorpresa giustifica quindi il clamoroso furto. Pericolose avvisaglie c’erano state anche nel 1998, ai danni de Il vampiro, opera rubata dal museo di Oslo e poi restituita in un secondo tempo. Non è tutto: l’incubo si è ripetuto dopo appena sette mesi dallo scorso agosto, dunque a marzo 2005, con il furto di altri tre lavori del maestro, tutti trafugati da un lussuoso hotel norvegese: il Vestito blu, Autoritratto e Ritratto di Strindberg, quadri fortunatamente ritrovati dopo sole 24 ore.
L’Urlo (1893) è l’opera più nota di Munch, simbolo di angoscia e “icona del Novecento”. Il quadro esprime la disperata percezione dell’artista di “un grande urlo infinito” che pervade la natura, attraverso l’intensa interiorizzazione dell’immagine naturale. La figura del dipinto è stravolta da un terrore individuale e collettivo, generato da un senso tragico della vita, che segna tutto il Novecento.
Sono interessanti il sito del Museo Munch, elegante struttura che conserva l’eccezionale collezione dell’artista di migliaia di opere, http://museumsnett.no/munchmuseet/, e il sito ufficiale della Norvegia, http://www.amb-norvegia.it/, vincitore di un riconoscimento per il raffinato design, che ben richiama la luce e la natura norvegesi.
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